ITALIA JUDAICA. Atti del I Convegno internazionale. Bari 18-22 ...
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tre magnifici manoscritti giuridici in folio: il Mifhné Torah di Maimonide,<br />
il Sèfer mi,wot gddol di R. Ja'acòb da Coucy, ed il compendio taImudico di<br />
R. 'Asèr ben Je1:>ièI.<br />
Ma il ritrovamento senza dubbio di maggior valore è quello dei codici<br />
talmudici: ben 27 carte, da tre grandi e bei manoscritti, <strong>del</strong>le quali 23 proven<br />
gono dal trattato Bdbd ) metd) di un medesimo codice 17.<br />
Anche a Cremona si trovano indizi - stavolta non equivoci - dai quali<br />
risulta che i codici vennero smembrati in due fasi diverse: 4 frammenti (biblici<br />
e liturgici) recano date tra il 1486 ed il 1512, mentre tutti i 13 frammenti<br />
<strong>del</strong> rotolo <strong>del</strong>la T oràh sono stati utilizzati dal notaio Cristoforo Drizzane <strong>18</strong><br />
tra il 1501 ed il 1511, dopo essere stati accuramente tagliati ed incollati con<br />
modalità proprie. Un frammento talmudico proviene dallo studio <strong>del</strong> notaio<br />
Binda Giovanni Francesco, e riporta la data <strong>del</strong>l'anno 1512.<br />
Ma il periodo al quale risale il maggior numero di frammenti è il secondo<br />
tra n 1563 ed il 1650, con una fase più acuta tra il 1563 ed il 1600, quand<br />
deome di notai attinsero ai codici ebraici, aggiungendo in taluni casi il proprio<br />
segno di tabellionato sulle pergamene. AI di fuori di queste date il ricorso<br />
a questi codici sembra più che altro occasionale. Il grande codice talmudico<br />
fu usato tra il 1584 ed il 1596 da due diversi notai: Pizzi Pietro Martire e<br />
D. Tintori; l'altro frammento talmudico proviene dallo studio <strong>del</strong> notaio Franci<br />
Giovanni Francesco (a. 1563). I 12 diplomi <strong>del</strong> MaMzor ricoprono filze notarili<br />
degli anni 1589-1605.<br />
Tutte le questioni connesse con l'epoca, le cause e gli autori <strong>del</strong>lo smeffi<br />
bram nto di codici ebraici sono senza dubbio in stretto rapporto, ma non<br />
sapre1 andare oltre le consuete spiegazioni generali, collegando la prima e più<br />
breve fase d'impiego <strong>del</strong>le pergamene con !'invenzione <strong>del</strong>la stampa, e forse<br />
con qualche aItra circostanza eccezionale, in breve esauritasi. La seconda e<br />
più grave fase mi sembra troppo caratterizzata dallo smembramento dei mano<br />
scritti taImudici, per non essere in relazione con il fecondissimo periodo <strong>del</strong>la<br />
attività di studio svoltosi nel T almùd Toràh di Cremona e con II fiorire<br />
<strong>del</strong>la stamperia ebraica di Vincenzo Conti 19, periodo bruscamente interrotto<br />
17 yna pagina di questo codice (Bfiba me1i'fi' 90b-91b), in scrittura sefardita <strong>del</strong> sec.<br />
XIII, SI trova riprodotta nel mio articolo citato alla nota n. 9 .<br />
• <strong>18</strong> Drizz na fu n antico feudo <strong>del</strong>la famiglia Castaldo; il notaio stesso ha apposto su<br />
ogru cartella Il proprIO segno di tabellionato e la data.<br />
19 R. Yosèf Ottolenghi, animatore <strong>del</strong>l'accadeIrÙa talmudica cremonese abitava nella<br />
parrocchia i S. Ippolito (cfr. Archivio di Stato, Comune di Cremona, MisceU. b. <strong>18</strong>/1,<br />
c. 6?O, anlli 1575-156). In quegli anni alcuni quartieri <strong>del</strong>la città erano a maggioranza<br />
ebraica, al punto che il rettore <strong>del</strong>la Chiesa di S. Sofia chiedeva all'autorità civile di essere<br />
aiutato nei lavori di restauro <strong>del</strong>la chiesa, «perché la maggior parte <strong>del</strong>la parrocchia è abi<br />
tata da eb:-ei» (cfr. Archivio di Stato, Comune di Cremona, Fragmentorum, scat. 65, c.<br />
17; supplica . <strong>del</strong> 13 agosto 1575 ai presidenti e al governo <strong>del</strong>la città). Le riproduzioni di<br />
tali . d mentl sono state esposte nella Mostra fotodocumentaria sulla presenza ebraica in<br />
Italia, maugurata presso la sede <strong>del</strong>la Soprintendenza Archivistica per la Puglia, <strong>Bari</strong>, 20<br />
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dai roghi inquisitori ordinari da Sisto Senese nel 1559 20 e dalla proibizione<br />
<strong>del</strong> prestito ebraico nella città.<br />
Un terzo aspetto <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>la ricerca da me intrapresa, stavolta al<br />
quanto diverso, seppure analogo alle pr ced nti, incontriamo all' Ar hi:io di<br />
Stato di Modena, che già da tempo custodIsce 111 una busta separata (BIblioteca,<br />
mss. Frammenti: Busta lO) un centinaio di frammenti di varia provenienza<br />
(recperati da filze notarili e da legature), qua . si . tutti . biso . gn ? si . di restauro;<br />
no databili tra il secolo XII ed il XIV, vergatI 111 calhgrafle Itahana, tedesca<br />
o<br />
spagnola, ed alcuni presentano belle d ? corazioni<br />
. olicome di ? usto già<br />
rinascimentale. Nella biblioteca <strong>del</strong> medesImo' ArchlVl0 dI Stato SI trovano<br />
pure altre pergamene ebraiche, che servirono per rilegare antiche stampe;<br />
dopo averne steso una prima lista sarà opportuno procedere allo stacco ed<br />
al restauro, almeno di quelle più preziose.<br />
Sono identificabili 5 codici biblici, ed altri di commentl alla BIbbIa (oper<br />
. '<br />
di RasI, di Ibn Ezrà, di R. Levi ben Gersòm, di Isaia da Tram); due soh<br />
i frammenti liturgici.<br />
. . .<br />
Molto più numerose, invece, le pergamene proveD1entl da opere dI<br />
Halakhàh e da sussidi talmudici: l'Alfassi, il Sèfer 'Arttkh di r. Natan ben<br />
Ye1:>ièI, il Sèfer misuJ6t gddOi ed il Sèfer n;i,w8t qata, il Misné , Toràh e<br />
l'Arb!J'dh Turim; ed infine frammenti <strong>del</strong> Sefer ha-JjtnUkh e <strong>del</strong> Sefer Mor-<br />
dekhai. ., ' h ' .<br />
Tra i più preziosi, un diploma con un brano <strong>del</strong>la Mzsna , In SCrIttura<br />
spagnola, ed alcuni frammenti talmudici, recant} la data s : rapposta MDLVI.<br />
La lista è chiusa da alcuni frammenti <strong>del</strong> P,rqe de R. El, ezer.<br />
Una parte dei frammenti reca annotazioni <strong>del</strong>la s conda metà <strong>del</strong> Se1cento,<br />
cioè di un'epoca posteriore a quelle attestate a Pav1a e Cren : ona; <strong>del</strong> resto,<br />
anche il contenuto dei frammenti ritrovati, e la situazione stor1co-culturale <strong>del</strong><br />
ducato estense, rispecchiano un ambiente che si distacca da'rea lombarda.<br />
Ma solo quando saranno esaminati gli archivi <strong>del</strong>le altre cItta lomb rde, a<br />
partire dalla stessa Milano, soltanto allora, probabilmente, le analogIe e le<br />
differenze potranno acquistare il loro pieno significato.<br />
.<br />
.<br />
. . di<br />
Infine nell' Archivio di Stato di Bologna sono custoditi oltre un centmalO<br />
framm'enti che l'Istituto dei microfiIms di Gerusalemme ha fatto riprodurre,<br />
ha identificato e catalogato. Carlo Bernheimer annotò i soggetti, l'epoca e la<br />
scrittura dei primi 20 frammenti, e le schede da lui compilate si trovano tuttora<br />
in Archivio.<br />
maggio 1981. Cfr. anche M. BENAYAHu, Hebrew Pri1tting at Cremona - Its History and<br />
Bibliography (in ebraico), Jerusalem 1971.<br />
.. . .<br />
20 Ad alcune pagine di SistO" Senese, che nella sua Bibliotheea San eta da notma <strong>del</strong>la<br />
attività inquisitoria che svolse a Cremona, hanno fatto recente riferimento il BENAYAH <br />
(cii. p. 92, nota 2; p. 101, nota 3; p. 102, nota 1; pp. 131-132) e R. SEGRE, Gl,<br />
Ebrei lombardi nell'età spagnola. Storia di un'espulsione. Memoria di Renat Se re<br />
Torino, Accademia <strong>del</strong>le Scienze, 1973 (Classe di Scienze Morali, Storiche e FIlolOgIche),<br />
Serie 4", n. 28, pp. 33-37, 88, 123.<br />
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