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ITALIA JUDAICA. Atti del I Convegno internazionale. Bari 18-22 ...

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cioè Samuel ben Nissin Abu '1 F arag di Agrigento <strong>22</strong>, 11 maestro di ebraico di Pico,<br />

pronunciò davanti a Sisto IV ed al collegio dei cardinali quel Sermo de passione<br />

Domini che costituisce quasi una sorta di ,archetipo di tale tipo di letteratura, un<br />

contemporaneo, Jacopo-Gherardi, narrando l'avvenimento nel suo Diario roma<br />

no, annotava: «ostendit plurima Iudeorum arcana, nobi5 hadie amnino incognita,<br />

quibus luce clarius monstratur, Iudeos non tam cedtate ed ignorantia, quam<br />

contumaci pertinacia in erroribus ipsorum perseverare » 23.<br />

In altre parole, dal sermone di Flavio Mitridate, i presenti avevano tratto il<br />

convincimento che negli scritti <strong>del</strong>la tradizione ebraica sia contenuta una inter­<br />

pretazione <strong>del</strong>la Scrittura <strong>del</strong> tutto conforme a quella cristiana, per cui, negando<br />

la Trinità, la divinità <strong>del</strong> Cristo e la sua opera redenttice, gli Ebrei sOnO <strong>del</strong> tutto<br />

in mala fede: negano coscientemente la verità dal momento che questa luce<br />

clarius, è contenuta nei loro stessi scritti. A stretto rigor di termini, nepure<br />

quest'accusa era <strong>del</strong> tutto una novità, dal momento che già Giustino aveva<br />

accusato gli Ebrei di aver riconosciuto in Gesù il messia promesso ad Israele e di<br />

averlo scientemente rifiutato alterando poi le Scritture affinché le profezie non<br />

ris ltassero più evidenti « e ciò è cosa più orribile di aver fatto iI vitello (d'oro) »<br />

(dzal. cum Tryph., 73), ma queste erano pur sempre accuse rivolte agli Ebrei <strong>del</strong><br />

tempo di Gesù: adesso appariva in tutta evidenza che sempre gli Ebrei avevano<br />

saputo che Dio è uno e trino e che Gesù è il Messia e Figlio di Dio, ma<br />

scientemente lo hanno negato contumaci pertinacia.<br />

4 : Tutto ciò avrebbe poi acquistato ben presto, sotto un altro profilo, una<br />

nlevanza ben preClsa. Se la cabbala cristiana, almeno nella sua fase genetica,<br />

tappresenta un aspetto o un momento deII'umanesimo, per il quale la verità _<br />

anche la verità <strong>del</strong>la fede - ha una dimensione tendenzialmente universale e può<br />

es e cercata - e . trovata . - anche in tnadizloni culturali diverse da queUa<br />

cnstlana, la ControrIforma rlaffermerà polemicamente che tale verità si identifica<br />

unicamente nell'insegnamento <strong>del</strong>la Chiesa. Il diverso clima, car.atterizzato dal<br />

formarsi di n ovi ordini religiosi, il cui attivismo mirava a garantire, senza<br />

badare a meZZI, la totale uniformità nella fede e nelle pratiche, non fu senza<br />

conseguenze per gli Ebrei.<br />

. L'opera di persuasione ricevette un impulso notevole. Con la bolla Cupient'.s<br />

zudaeos et alios infide/es <strong>del</strong> 21 marzo 1542, Paolo III regolò la posizione<br />

gIUrIdIca <strong>del</strong> neofita stabilendo privilegi ed obblighi: anche se soggetto alla<br />

<strong>22</strong> y. CASSUTO, Wer war der Orientalist Mithrida/es?, in Zeitschr. fur die Gesch. der<br />

I z :den zn n. utsch . land 5 (193)J Pp. 230-236; G. LEVI DELLA VIDA, Ricerche sulla formazzone<br />

el , pzu anttc fondo det manoscritti orientali <strong>del</strong>la Biblioteca Vaticana (Studi e Testi<br />

92), CItta <strong>del</strong> Vaticano 1939, pp. 92-97; F. SECRET, Qui était Flavius Mithridates?, in<br />

J 116 (1957) pp. 96-107; altre indicazioni bibliogr. in CH. WIRSZUBSKI, Sermo (cit.<br />

mfra, nota 23), pp. 129-132.<br />

23 FLAVIUS MITIIRIDATES, Sermo de passione Domini, edited with introduction and<br />

commentary by CH. WIRSZUBSKI, ]erusalem 1963, p. 11.<br />

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patda potestà, il converso conserva i suoi beni mobili ed immobili; se è povero<br />

ha diritto ad usufruire <strong>del</strong>la pubbliche elemosine; acquista ipso facto tutti i<br />

diritti di cittadinanza nel luogo Qve ha ricevuto il battesimo; deve, però, essere<br />

isttuito nella nuova fede prima e. dopo il battesimo; gli è praticamente fatto<br />

divieto di contl'la:rre matrimonio se non con persona originariamente cristiana;<br />

deve assolutamente astenersi dall'osservare ogni rito ebraico e i neofiti, « si... ad<br />

vomitum ... redi,re comperti sunt, contra eos, tamquam perfidos haereticos ...<br />

procedatur »24 Successivamente, con la bolla Illius, qui pro dominici gregis <strong>del</strong><br />

19 febbraio 1543, lo stesso pontefice istituì un ospizio o casa (hospitale) per i<br />

neofiti essendo accertato che « in dicta .Urbe nullus .. Iocus eustat, in quo ipsi<br />

iudaei et infi<strong>del</strong>es ex iudaica caecitate 'ad fidem Christi conversi, recipi possint ».<br />

Oltre a questo .ospizio per conversi di sesso maschile veniva disposta l'istituzione<br />

di un monastero per converse. Ospizio e monastero venivano affidati ad una<br />

arciconfraternita con un cardinale protettore. Nell'ospizio, i conversi ricevevano<br />

vitto, alloggio e vestiario per un anno, o più a lungo se necessario 25.<br />

Naturalmente l'ospitalità offerta daHa Casa dei neofiti non eDa, spesso, liberamente<br />

scelta e un documento, pubblicato di recente da Giuseppe Sermoneta, ci<br />

offre un'impressionante descrizione <strong>del</strong>le pressioni di 'Ogni genere, fisiche, non<br />

meno che psicologiche e motali, che venivano poste in atto per ottenere la<br />

conversione <strong>del</strong> maggior numero possibile di Ebrei ".<br />

Da questa Casa dei neofiti, va tenuto ben distinto il Collegio elei neofiti,<br />

Collegium ecclesiasticum Adolescentum Neophytorum, istituito nel 1577 con la<br />

bolla Vices Eius, licet immeriti <strong>del</strong> 1° settemhre da Gregorio XIII. Questa bolla<br />

che regola, come vedremo, ,anche la predicazione agli Ebrei, intende specificata<br />

mente provvedere all'educazione cristiana dei giovani conversi che doveva poter<br />

24 Bullarium Romanum, VI Augustae Taurinorum <strong>18</strong>60, pp. 336-337 (Cupientes) e<br />

353-358 (Illius). Sulla stato giuridico dei neofiti: Tractatus de Neophytis, auctore ANTONIO<br />

RICCIULLO, Romae 1vIDCXXII, in appendice (la numerazione <strong>del</strong>le pagine continua, 625 ss.)<br />

al Tractatus de iure persanarum extra Ecclesiae gremium existentium cui ... annexus est ...<br />

tractatus de Neophytis, Romae MDe'XXII. Sulla conservazione dei beni da parte dei convertiti,<br />

B. RODOCANACHI, Saint-Siège (inlra, nota 25) p. 293 ss.; A. BERTOLOTTI, Les<br />

]uifs à Rome aux XVI', XVII' et XVIII' siècles, in RE] 2 (<strong>18</strong>81) pp. 278·289: p. 281 ss.<br />

2 5 Illius, § 4, Bullarium Romanum VI, 355 b. Sulla Casa e sul Collegio dei neofiti:<br />

c.B. PIAZZA, Opere pie di Rama, Roma 1679, pp. <strong>22</strong>4-<strong>22</strong>7 (Collegio de ' neofiti); pp. 259-<br />

263 (Collegio de' catecumeni); E. RODOCANACHI, Le Saint-Siège et les Jui/s. Le Ghetta à<br />

Rome, Paris <strong>18</strong>91, pp. 293-306. Vedi nota seguente.<br />

26 J.B. SERMONETA, Tredici giorni nella casa dei Conversi dal diaria di una giavane<br />

ebrea <strong>del</strong> <strong>18</strong>" secalo, in Michael 2 (1972) pp. 261-315. Si veda anche: CH. DEJOB, Dacuments<br />

tirés des papiers du Cardinal Sirleta et quelques autres manuscrits de la Vaticane sur<br />

les Juils des Etats pontilicaux, in REJ 9 (<strong>18</strong>84) pp. 77-91; E. NATALI, Il Ghetta di<br />

Roma, I, Roma <strong>18</strong>87, pp. 233-266; C. ROTH, Farced Baptism in Italy. A contrihutian ta<br />

the Histary 01 Jewish Persecutia11, in JQR 27 (1936-37) pp. 117-136 (con notizie sulle case<br />

dei catecumeni di Venezia e di Ferrara); A. MILANO, L'impari lotta <strong>del</strong>la camunità di Roma<br />

contro la Casa dei catecumeni, in RMI 16 (1950) pp . 335-368 e 408-419; In., Battesimi<br />

di Ebrei a Roma dal Cinquecento all'Ottocento, in Scritti in memoria di Enzo Sereni, Milano<br />

- Gerusalemme 1970, pp. 101-167.<br />

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