Laboratorio di Fisica - Sei
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3b Materiale e strumenti<br />
Il materiale e gli strumenti <strong>di</strong> cui abbiamo bisogno sono:<br />
• guidovia a cuscino d’aria (1); • elettrocalamita (7);<br />
• carrello (2); • timer (8);<br />
• filo inestensibile (3); • compressore;<br />
• carrucola (4); • asta millimetrata;<br />
• portapesi e pesetti (5);<br />
• fotocellule (6);<br />
• <strong>di</strong>namometro.<br />
4 Contenuti teorici<br />
UNITÀ 10 • Il secondo principio della <strong>di</strong>namica 63<br />
L’enunciato del secondo principio della <strong>di</strong>namica è la base teorica <strong>di</strong> questa esperienza <strong>di</strong> laboratorio,<br />
per cui si tratta <strong>di</strong> mostrare come, a partire dalla conoscenza delle due grandezze forza e accelerazione<br />
già note, viene verificata la loro <strong>di</strong>retta proporzionalità e, quin<strong>di</strong>, viene definita in modo completo una<br />
nuova grandezza, cioè la massa, che conoscevamo soltanto da un punto <strong>di</strong> vista operativo.<br />
5 Descrizione della prova<br />
Questa volta fissiamo lo spazio Δs che il carrello percorre tra le due fotocellule. Ciò che invece mo<strong>di</strong>fichiamo<br />
<strong>di</strong> volta in volta è il numero dei pesetti, allo scopo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il valore della forza applicata. A<br />
questo punto, misurati gli intervalli <strong>di</strong> tempo impiegati a percorrere Δs, calcoliamo l’accelerazione con<br />
la formula ormai nota a = 2 ⋅ Δs/t 2 e, infine, il rapporto:<br />
F<br />
m = =...<br />
a<br />
Se tutto procede come dovrebbe, troveremo che il valore <strong>di</strong> tale rapporto (che è la massa del nostro sistema<br />
formato dal carrello e dai pesi), rimane pressoché costante.<br />
La prova è la seguente.<br />
Fase <strong>di</strong> preparazione<br />
Questa fase coincide con quella relativa alla prova sul moto rettilineo uniformemente accelerato (ve<strong>di</strong><br />
Scheda 10). Le <strong>di</strong>fferenze caratterizzanti sono due.<br />
• La <strong>di</strong>stanza tra le fotocellule viene scelta una volta per tutte. Non ti conviene metterle troppo vicine<br />
l’una all’altra, affinché la misurazione <strong>di</strong> a sia più atten<strong>di</strong>bile. Misuri perciò:<br />
Δs = s − s0 che scriverai fuori dalla tabella.<br />
(Per l’incertezza Δx(Δs), necessaria per la scrittura della misura <strong>di</strong> Δs, ve<strong>di</strong> l’help 1 della Scheda 9.)<br />
• Tramite il <strong>di</strong>namometro, misura la forza-peso del portapesi da solo, quin<strong>di</strong> con un pesetto, poi con due<br />
ecc., fino al numero massimo <strong>di</strong> pesetti che pensi <strong>di</strong> usare, riportando i dati con i corrispondenti errori<br />
<strong>di</strong> sensibilità nelle colonne 1 e 2 della<br />
tabella 1 <strong>di</strong> pagina seguente.<br />
• Prima <strong>di</strong> iniziare, <strong>di</strong>sporrai negli appositi<br />
sostegni del carrello tutti i pesetti previsti<br />
(fig. 2). Prelevandoli uno alla volta dal carrello<br />
e mettendoli nel portapesi, otterrai un<br />
aumento progressivo della forza applicata.<br />
Ricordati che non puoi prendere altri pesi<br />
dall’esterno, perché in questo caso verrebbe<br />
Figura 2<br />
meno il requisito fondamentale per il quale<br />
la massa del sistema stu<strong>di</strong>ato deve restare<br />
costante.<br />
S. Fabbri, M. Masini – Phoenomena, <strong>Laboratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> – © 2011, SEI Società E<strong>di</strong>trice Internazionale, Torino