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32550 La Pianura 02/05 - Camera di Commercio di Ferrara

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26<br />

getti prioritari per i trasporti, invitando i<br />

Paesi interessati ad accelerare le procedure<br />

amministrative e legislative riguardanti<br />

tali progetti. Successivamente, il<br />

23 luglio 1996, il Parlamento ed il<br />

Consiglio europeo hanno adottato la<br />

decisione n. 1692/96/CE, sugli orientamenti<br />

della comunità per lo sviluppo<br />

della rete transeuropea <strong>di</strong> trasporto,<br />

confermando il cosiddetto “elenco <strong>di</strong><br />

Essen” con l’in<strong>di</strong>cazione dei 14 progetti<br />

specifici. Elenco che per l’Italia comprende,<br />

al punto 5, l’asse ferroviario ad<br />

alta velocità Lione-Torino-Trieste e, al<br />

punto 10, l’aeroporto della Malpensa.<br />

Ad oggi solo tre <strong>di</strong> questi progetti - e fra<br />

questi l’aeroporto della Malpensa - risultano<br />

terminati, mentre altri sei restano<br />

tuttora in costruzione e con previsione<br />

<strong>di</strong> completamento al 20<strong>05</strong>; quanto ai<br />

progetti restanti, l’iniziale ipotesi <strong>di</strong> realizzazione<br />

entro il 2010 sta subendo<br />

notevoli ritar<strong>di</strong>. Ad esempio, nel caso <strong>di</strong><br />

valichi alpini che presuppongono la<br />

costruzione <strong>di</strong> tunnel <strong>di</strong> notevole lunghezza,<br />

come è per la tratta Lione-Torino<br />

del Corridoio n. 5, che accumula ritar<strong>di</strong><br />

a causa <strong>di</strong> incertezze tecniche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />

nel raccogliere i capitali necessari<br />

alla realizzazione.<br />

<strong>La</strong> proposta del Corridoio Adriatico.<br />

In ogni caso, il limitato numero <strong>di</strong> progetti<br />

considerati nell’ “elenco <strong>di</strong> Essen”<br />

ha portato da tempo a una serie <strong>di</strong> proposte,<br />

per integrarlo con altre <strong>di</strong>rettrici<br />

da considerarsi <strong>di</strong> rilievo comunitario;<br />

attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici<br />

infrastrutturali che potenzialmente presentino<br />

i requisiti necessari per poter<br />

beneficiare dei fon<strong>di</strong> comunitari, destinabili<br />

anche al loro approfon<strong>di</strong>mento<br />

progettuale.<br />

Con tale intento, il 25 ottobre 1995, i<br />

presidenti delle sette Regioni adriatiche<br />

sottoscrissero un’intesa “allo scopo <strong>di</strong><br />

promuovere la realizzazione del<br />

Corridoio Adriatico”. Una <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong><br />

interesse comune per Friuli-Venezia<br />

Giulia, Veneto, Emilia-Romagna,<br />

Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, che si<br />

impegnavano a sviluppare “iniziative<br />

unitarie presso gli organi dell’Unione<br />

Europea per sostenere la fondatezza <strong>di</strong><br />

tale progetto nel contesto della rete<br />

transeuropea dei trasporti”. <strong>La</strong> proposta<br />

delle Regioni adriatiche fu valutata favorevolmente<br />

dal Parlamento europeo,<br />

con una risoluzione che ha permesso <strong>di</strong><br />

finanziare lo “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità del<br />

sistema multimodale dei trasporti del<br />

Corridoio Adriatico”, con metà del costo<br />

ECONOMIA<br />

della ricerca a carico della Commissione<br />

europea.<br />

Tale stu<strong>di</strong>o, completato nel giugno<br />

1998, ha messo in rilievo la funzione<br />

della <strong>di</strong>rettrice adriatica quale possibile<br />

elemento fondamentale della rete<br />

transeuropea, <strong>di</strong>segnando uno schema<br />

<strong>di</strong> corridoio intermodale che si sviluppa<br />

lungo il versante orientale della penisola<br />

e proponendo in particolare – attraverso<br />

i porti <strong>di</strong> Taranto, Brin<strong>di</strong>si, Bari,<br />

Pescara, Ancona, Ravenna, Venezia,<br />

Trieste e le loro connessioni con l’entroterra<br />

– l’utilizzazione della modalità<br />

marittima per fare dell’Adriatico una via<br />

privilegiata fra i Paesi del bacino me<strong>di</strong>terraneo<br />

e l’Europa continentale. Con<br />

imme<strong>di</strong>ate implicazioni per quanto concerne,<br />

ad esempio, l’esigenza della<br />

Grecia <strong>di</strong> avere – quale area periferica<br />

dell’Unione – migliori collegamenti con<br />

gli ambiti transalpini, proprio attraverso<br />

una più efficiente dorsale adriatica.<br />

Nonostante gli apprezzamenti tecnici<br />

che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità ha ricevuto sin<br />

dal momento della sua presentazione<br />

alla Commissione, nessuna successiva<br />

decisione è stata formalmente presa in<br />

ambito comunitario a favore del<br />

Corridoio Adriatico, i cui contenuti intermodali<br />

sono pienamente coerenti con<br />

gli in<strong>di</strong>rizzi della politica comunitaria dei<br />

trasporti. Come vengono, peraltro, confermati<br />

dal Libro Bianco adottato il 12<br />

settembre 2001 dalla Commissione<br />

europea e con una prefazione del commissario<br />

ai trasporti Loyola de Palacio,<br />

che sottolinea come “l’Europa deve<br />

assolutamente compiere una svolta<br />

nella politica dei trasporti. E’ giunto il<br />

momento <strong>di</strong> fissare per la politica dei<br />

trasporti nuove ambizioni: riequilibrare<br />

in chiave sostenibile la ripartizione<br />

modale e sviluppare l’intermodalità, lottare<br />

con decisione contro la congestione<br />

e porre la sicurezza e la qualità dei<br />

servizi al centro dell’azione, pur mantenendo<br />

il <strong>di</strong>ritto alla mobilità”.<br />

In particolare, tale Libro Bianco esamina<br />

lo stato <strong>di</strong> attuazione dei 14 progetti<br />

approvati dal Consiglio europeo <strong>di</strong><br />

Essen e sottolinea che “si avverte l’esigenza<br />

<strong>di</strong> avviare o <strong>di</strong> adeguare dei progetti<br />

prioritari, per arrivare entro il 2004<br />

a una ra<strong>di</strong>cale revisione degli orientamenti<br />

della rete transeuropea e con<br />

l’intenzione <strong>di</strong> portare al 20% la quota<br />

massima del contributo comunitario”,<br />

rispetto all’attuale limite del 10% in<br />

favore delle infrastrutture <strong>di</strong> carattere<br />

sovranazionale.

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