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32550 La Pianura 02/05 - Camera di Commercio di Ferrara

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ECONOMIA 93<br />

stra per accontentare i copparesi e non<br />

la destra che doveva essere sovvenzionata<br />

dai ferraresi.<br />

Nel 1918, in pieno conflitto mon<strong>di</strong>ale, la<br />

Deputazione Provinciale organizzò a<br />

<strong>Ferrara</strong> un convegno per promuovere l’istituzione<br />

<strong>di</strong> un Consorzio per realizzare<br />

il canale Boicelli. All’incontro, al quale<br />

partecipò il cav. prof. Umberto Ferrari<br />

segretario della <strong>Camera</strong>, non si affrontò<br />

il problema dei costi che non potevano<br />

più essere quelli in<strong>di</strong>cati da Giovanni<br />

Boicelli nel 1914. Si decise <strong>di</strong> sostenere<br />

la variante all progetto ideata dall’ing.<br />

Cristofori, che prevedeva la possibilità <strong>di</strong><br />

abbinare la comunicazione fluviale con<br />

il sorgere della zona industriale. Nel<br />

1919 il Consorzio con apposita legge si<br />

trasformò in Azienda Portuale e la<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong>, comproprietaria<br />

<strong>di</strong> 2/8 della darsena, avendo provveduto<br />

con Comune e Provincia al necessario<br />

finanziamento per allacciare la darsena<br />

con la stazione, entrò a far parte del<br />

Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione con due<br />

suoi rappresentanti: il conte ing. Antonio<br />

Mazza e il cav. Socrate Reali. Il 15<br />

<strong>di</strong>cembre 1926 il Commissario Straor<strong>di</strong>nario<br />

della <strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong><br />

precisò che: [ ...] premesso che la<br />

Società <strong>di</strong> Navigazione Interna con<br />

sede a Venezia (nel 1919 nella stessa<br />

città si era costituita l’U.N.I.I.) ha ottenuto<br />

dal Governo la facoltà <strong>di</strong> attuare le<br />

conche <strong>di</strong> Pontelagoscuro e tutti i lavori<br />

occorrenti per rendere in piena efficienza<br />

alcune linee navigabili tra cui<br />

anche la rete dei canali ferraresi e <strong>di</strong><br />

esercitare per un cinquantennio tutti i<br />

servizi fluviali, delle banchine, scali,<br />

magazzini, raccor<strong>di</strong> ferroviari, il <strong>di</strong>rettivo<br />

del Consorzio Portuario <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> ha<br />

deciso unanimemente che la in<strong>di</strong>cata<br />

società assuma l’esecuzione della darsena<br />

<strong>di</strong> S. Paolo, porti a termine i lavori<br />

prefissati dal Consorzio, salvo restando<br />

il pieno e assoluto <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà<br />

del Consorzio sugli stabili, binari e<br />

altro.<br />

Nel 1937 si istituì la zona industriale ferrarese<br />

lungo tutto il canale Boicelli, fra la<br />

biconca <strong>di</strong> Pontelagoscuro (un‘opera<br />

fino allora mai realizzata in Italia e in<br />

grado <strong>di</strong> accogliere natanti <strong>di</strong> 600 tonnellate)<br />

e la darsena fluviale <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>.<br />

Da quel momento si intuì che la prosperità<br />

<strong>di</strong> molte industrie sarebbe derivata<br />

dal <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> approdo dei natanti<br />

alle banchine delle fabbriche. Un concetto<br />

confermato nel piano <strong>di</strong> sviluppo<br />

1975-78 della Monte<strong>di</strong>son, dove si<br />

chiedeva”[...] il completamento della<br />

parte sud dell’Idrovia Padana (Pontelagoscuro,<br />

Valle Lepri, Porto Garibal<strong>di</strong>) il<br />

cui utilizzo, consentendo <strong>di</strong> accorciare <strong>di</strong><br />

80 Km. il percorso dei natanti e contemporaneamente<br />

collegando <strong>Ferrara</strong><br />

con la Lombar<strong>di</strong>a e il Porto <strong>di</strong> Ravenna,<br />

avrebbe ridotto i costi <strong>di</strong> trasporto incidenti<br />

sulle materie prime destinate alla<br />

Monte<strong>di</strong>son, l’unico stabilimento petrolchimico<br />

a non avere uno sbocco sul<br />

mare”.<br />

Il tentativo <strong>di</strong> ridare nuova vita allo<br />

sbocco a sud dell’idrovia padana risaliva<br />

al 1920 quando una commissione <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni accompagnati dall’ing. Bonnet<br />

era stata ricevuta dalla <strong>Camera</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Commercio</strong> per far presente lo stato <strong>di</strong><br />

abbandono <strong>di</strong> Porto Garibal<strong>di</strong> (ex<br />

Magnavacca) e la necessità <strong>di</strong> richiamare<br />

l’attenzione delle Autorità Governative<br />

per i lavori <strong>di</strong> sistemazione. Nel molo<br />

le lunghe palafitte <strong>di</strong> cemento armato,<br />

invece <strong>di</strong> essere conficcate sul terreno<br />

erano state linearmente appoggiate alla<br />

vecchia costruzione, su cui erano stati<br />

innalzati due muraglioni. Il terreno in<br />

seguito aveva ceduto, le palafitte si spostavano<br />

<strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là, i muraglioni quasi<br />

sospesi nel vuoto si sbloccavano e l’acqua<br />

continuava l’opera <strong>di</strong> erosione.<br />

Quando il porto era sufficientemente<br />

navigabile entravano circa 800 barche al<br />

giorno <strong>di</strong> grosso tonnellaggio, nel 1920<br />

si erano ridotte a cinquanta. Dopo una<br />

animata <strong>di</strong>scussione, il Presidente della<br />

<strong>Camera</strong> <strong>di</strong> <strong>Commercio</strong> mise all’or<strong>di</strong>ne<br />

del giorno la richiesta che si avviassero i<br />

lavori <strong>di</strong> ampliamento già stabiliti con<br />

D.M 25 aprile 1908 , e si deliberò <strong>di</strong><br />

incaricare la Presidenza <strong>di</strong> svolgere<br />

opportuni interventi associandosi all’azione<br />

dei Comitati e <strong>di</strong> altri Enti Pubblici<br />

per il raggiungimento del tanto propugnato<br />

Ente Autonomo per Porto<br />

Garibal<strong>di</strong>.<br />

Nel 1954-55, in base al piano regolatore<br />

dei porti nazionali, Porto Garibal<strong>di</strong>,<br />

naturale prosecuzione del canale<br />

Pallotta, dovette adeguarsi alle nuove<br />

esigenze per accogliere i natanti dello<br />

standard internazionale <strong>di</strong> 1350 tonn.<br />

provenienti dal canale Migliarino<br />

Ostellato progettato dall’ing. Giovanni<br />

Maciga nel 1919. Nel 1958 si decise <strong>di</strong><br />

migliorare lo sbocco a mare e <strong>di</strong> costituire<br />

a <strong>Ferrara</strong> una società per azioni<br />

denominata Zona Industriale <strong>di</strong> Porto<br />

Garibal<strong>di</strong>, che ricevette un contributo <strong>di</strong><br />

100 milioni per gli stu<strong>di</strong> relativi ad una<br />

grande zona che avrebbe dovuto gravitare<br />

su un grande porto da realizzarsi tra<br />

Porto Garibal<strong>di</strong> e il Reno. Un altro pro-

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