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32550 La Pianura 02/05 - Camera di Commercio di Ferrara

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CULTURA 97<br />

ni erano stati <strong>di</strong>sposti all’esterno del<br />

campo.<br />

Ad un mese dalla fine della guerra la<br />

Regia Marina aveva a <strong>di</strong>sposizione,<br />

<strong>di</strong>stanti pochi chilometri l’una dall’altra,<br />

due <strong>di</strong>verse strutture aeroportuali: l’aeroscalo<br />

<strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’aeroporto <strong>di</strong> Poggio<br />

Renatico. Quello che sembrava essere<br />

un doppione in realtà rappresentava un<br />

<strong>di</strong>verso modo <strong>di</strong> concepire la guerra<br />

aerea. <strong>La</strong> stazione per aeronavi <strong>di</strong><br />

<strong>Ferrara</strong>, inaugurata nel 1913, era costituita<br />

da due enormi hangar con i relativi<br />

supporti logistici. Lenti, poco manovrabili,<br />

particolarmente vulnerabili, <strong>di</strong><br />

scarsa efficacia bellica, i <strong>di</strong>rigibili erano<br />

l’espressione delle teorie ottocentesche<br />

che sfruttavano più il terrore per l’immensa<br />

mole dell’aeronave che la reale<br />

capacità offensiva. Il campo <strong>di</strong> Poggio<br />

Renatico, invece, con hangar bassi e<br />

numerosi e con una pista d’atterraggio<br />

adatta per aeroplani da caccia, da trasporto<br />

e da bombardamento, rappresentava<br />

il nuovo concetto <strong>di</strong> guerra<br />

aerea basato sulle velocità, sulla rapi<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> manovra, sulla precisione e su una<br />

maggiore potenza <strong>di</strong>struttiva.<br />

Al comando del Ten. Col. Armando<br />

Armani l’aeroporto <strong>di</strong>venne operativo.<br />

Provenienti dall’aeroporto <strong>di</strong> Ghe<strong>di</strong>,<br />

dopo un volo <strong>di</strong> un’ora e cinquanta<br />

minuti, il 25 settembre 1918 i primi due<br />

Caproni della 181 a squadriglia, l’aeroplano<br />

n. 5374 (piloti il ten. Soli ed il serg.<br />

Nozzoli) ed il n. 5369 (piloti il cap.<br />

Sbrana ed il serg. Bossi), atterrarono nel<br />

campo. Seguirono nei giorni successivi<br />

l’aeroplano n. 15664 ed il n. 5379,<br />

quin<strong>di</strong> tutto il resto della squadriglia.<br />

All’inizio la massa aerea <strong>di</strong> Poggio<br />

Renatico era costituita da quattro squadriglie<br />

<strong>di</strong> Caproni da bombardamento:<br />

due <strong>di</strong> triplani, la 181 a e la 182 a , e due<br />

<strong>di</strong> biplani, la 2<strong>02</strong> a e la 203 a . A queste,<br />

negli ultimi giorni <strong>di</strong> guerra, si era<br />

aggiunta un’altra squadriglia <strong>di</strong> triplani, la<br />

15 a , mentre altre tre erano in via <strong>di</strong><br />

costituzione.<br />

Dopo un mese <strong>di</strong> addestramento, il 26<br />

ottobre, venne effettuata la prima missione<br />

bellica. Tre aeroplani della 181<br />

bombardarono la stazione ferroviaria <strong>di</strong><br />

Conegliano. Le azioni proseguirono il 28<br />

sulla stazione <strong>di</strong> Motta <strong>di</strong> Livenza ed il<br />

30 sulle truppe che percorrevano la<br />

strada Sacile-Pordenone. Terminarono il<br />

2 novembre con le missioni su <strong>La</strong>tisana<br />

e Porto Sant’Andrea.<br />

L’aeroporto <strong>di</strong> Poggio Renatico era stato<br />

costruito, primo ed unico in Italia, in<br />

modo che potessero operare insieme<br />

piloti italiani, francesi, inglesi ed americani.<br />

Scrive un militare: “Siamo giunti in posizione,<br />

una vera campagna e pianura<br />

<strong>di</strong>stante 7 Km. da <strong>Ferrara</strong> e paesi vicini,<br />

abbiamo il compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere gli hangar<br />

americani, inglesi, francesi qui esistenti,<br />

vera vita eremitica ma relativamente<br />

sicura”.<br />

In realtà, oltre agli italiani, si è potuta<br />

accertare solo la presenza <strong>di</strong> piloti inglesi<br />

e americani; dei francesi nessuna<br />

traccia. Da un documento del 29 ottobre<br />

in cui il ten. Col. Armani comunica<br />

alla 5 a Sezione Panettieri con forni<br />

Weiss, ubicata a Porotto, il nome, il<br />

grado e la squadriglia <strong>di</strong> appartenenza<br />

dei piloti che usufruivano dei servizi <strong>di</strong><br />

mensa, si è potuta constatare l’effettiva<br />

consistenza dei piloti presenti al campo:<br />

su cinquanta piloti metà era composta<br />

da italiani e l’altra metà da inglesi e<br />

americani.<br />

Addestrati a Taranto- Pizzone, presso il<br />

reparto della Royal Naval Air Service<br />

denominato “Caproni Flight” con triplani<br />

Ca4, gli inglesi erano in forza alla 181 a<br />

squadriglia. Gli americani, invece, che<br />

avevano affinato la propria tecnica <strong>di</strong><br />

volo nell’8° Centro Istruzione <strong>di</strong> Foggia<br />

con i biplani da bombardamento Ca5,<br />

appartenevano alle squadriglie 2<strong>02</strong> a e<br />

203 a .<br />

Finita la guerra iniziarono i conge<strong>di</strong> dei<br />

piloti e lo scioglimento delle squadriglie.<br />

Malgrado gli sforzi del comandante<br />

Armani per tenere in efficienza l’aeroporto,<br />

il Comando Aviatori archiviava<br />

qualsiasi richiesta <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> ricambio<br />

e <strong>di</strong> nuovo personale. Nel 1919, a<br />

seguito degli incidenti mortali al ten.<br />

Gattini, al caporale Grassi ed al maresciallo<br />

Sambataro, l’attività aviatoria<br />

venne definitivamente compromessa.<br />

Poggio Renatico (<strong>Ferrara</strong>), 1940.<br />

Aeroplano S.81 in volo.

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