Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
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compiendo questo nuovo tratto del loro inconcepibile<br />
viaggio nel cuore stesso del nostro paese<br />
e sotto i nostri occhi.<br />
Sul se<strong>di</strong>le davanti Giovanni sta chiedendo a<br />
Dumitru se alla fine resterà in Italia.<br />
“No” gli risponde “una volta che avrò sistemato<br />
tutti i miei figli, io ritornerò in Romania.”<br />
“Perché?”<br />
“La terra chiama” risponde soltanto.<br />
Rimaniamo in silenzio. Guar<strong>di</strong>amo fuori.<br />
Giovanni giocherella un po’ con una placca calamitata<br />
attaccata al cruscotto.<br />
“Che cazzo è?” domanda a Dumitru.<br />
“Deodorante.”<br />
“E perché ce l’hai messo?”<br />
“Perché non volevo che pensassi che la mia<br />
macchina puzza <strong>di</strong> zingaro.”<br />
Continuiamo a correre. Ma evidentemente<br />
non facciamo abbastanza attenzione ai cartelli<br />
perché sbagliamo strada, stiamo andando senza<br />
saperlo verso la Bulgaria. Anche in queste<br />
zone è passata la guerra. Le facce che intrave<strong>di</strong>amo<br />
dentro le rare macchine che passano<br />
sembrano dure. Gli zingari serbi sono più cattivi<br />
degli altri, ci <strong>di</strong>ce Dumitru. Lui preferisce<br />
non averci a che fare. Ci parla anche un po’ <strong>di</strong><br />
Ceauşescu. Lui aveva vent’anni quando è caduto.<br />
“È cambiato qualcosa per gli zingari, tra il<br />
prima e il dopo?”<br />
“No, non è cambiato niente.”<br />
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