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Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore

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ambino, gli chiedeva se era già riuscito a trovare<br />

per loro una casa a Pavia. Io mi ero accorto<br />

che Giovanni rispondeva in modo laconico,<br />

spazientito.<br />

“Ho persino litigato con un paio <strong>di</strong> persone”<br />

mi <strong>di</strong>ce “che sono arrivate a darmi del razzista<br />

perché facevo queste <strong>di</strong>stinzioni. Loro giustificano<br />

tutto con la povertà, la miseria, il bisogno,<br />

sembra che la cosa non gli faccia in fondo né<br />

caldo né freddo, che gli vada bene…”<br />

“Ma sì, perché l’hanno ficcata dentro un sistema<br />

<strong>di</strong> idee, che li mette al sicuro dall’orrore<br />

e dal male, che gli fa comodo, che alimenta la<br />

loro falsa coscienza. Sono degli scellerati anche<br />

loro, con tutte le loro coperture ideologiche e<br />

politiche, non si rendono conto che così facendo<br />

sono anche loro complici <strong>di</strong> questa profanazione<br />

e <strong>di</strong> questa carneficina. Scusa, Giovanni,<br />

ma io su queste cose non ragiono, non riesco<br />

ad accettare o a inventarmi delle relativizzazioni<br />

e delle giustificazioni. Riesco a capire lo<br />

sconfinamento nella piccola criminalità per chi<br />

vive dentro questo cerchio infinito <strong>di</strong> marginalità<br />

e <strong>di</strong> persecuzione, ma chi vende e fa strazio<br />

del corpo e della persona del proprio figlio<br />

bambino e lo dà in pasto a questi bravi e luri<strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni, magari <strong>di</strong> giorno anche loro razzisti e<br />

xenofobi come si conviene ma che poi <strong>di</strong> notte<br />

si aggirano attorno a questi ruderi subumani<br />

con il portafoglio pieno <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> e la lingua fuori,<br />

io questo non lo giustifico, non lo accetto.<br />

Neanche la povertà, la miseria me lo rende accettabile,<br />

perché anche tra i miserabili, sempre,<br />

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