Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
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tempo e da cui sono nate le nostre civiltà. Le risposte<br />
che danno alle loro paure, ai loro terrori<br />
sono, oltre che inaccettabili e o<strong>di</strong>ose, stupide,<br />
miopi, sbagliate. Eppure rivelano una percezione<br />
<strong>primo</strong>r<strong>di</strong>ale che coglie un aspetto intimo<br />
che altri si rifiutano o non sono in grado <strong>di</strong> cogliere:<br />
che non si tratta <strong>di</strong> semplici spostamenti<br />
<strong>di</strong> piccoli gruppi trascinati qua e là dal mercato<br />
del lavoro ma <strong>di</strong> vere e proprie migrazioni, delle<br />
prime avvisaglie <strong>di</strong> migrazioni infinitamente<br />
più gran<strong>di</strong> che avverranno con ogni probabilità<br />
nel futuro come conseguenza degli incorreggibili<br />
meccanismi economici e politici umani e<br />
dei probabili <strong>di</strong>sastri naturali che ci aspettano.<br />
E credono che i loro stupi<strong>di</strong>, miopi ostracismi li<br />
metteranno al sicuro da tutto questo. E poi c’è<br />
chi, altrettanto stupidamente, ne fa un feticcio<br />
positivo e una caricatura <strong>di</strong> segno opposto: gli<br />
zingari felici, con la loro libertà e i loro stracci<br />
colorati, le loro musiche, i loro balli e le loro feste,<br />
con il loro rifiuto dei nostri modelli economici<br />
e sociali <strong>di</strong> vita, il regno anarchico della<br />
libertà. Ne fanno la versione moderna del buon<br />
selvaggio, sono sempre in cerca <strong>di</strong> una causa<br />
che li faccia sentire bene, nel giusto, dopo che<br />
altre cause sono miseramente fallite. Sono tutti<br />
e due soltanto mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi per <strong>di</strong>sinnescare<br />
l’in<strong>di</strong>geribilità <strong>di</strong> questo popolo incomprensibile<br />
e inestirpabile. Un popolo che conserva costumi<br />
e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere che vanno per conto<br />
proprio rispetto a quelli degli altri popoli, ai<br />
popoli gagé in mezzo ai quali si trovano a vivere,<br />
nei confronti dei quali mantengono il più<br />
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