Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
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ca <strong>di</strong> un po’ d’erba in mezzo alla neve, qualche<br />
gregge <strong>di</strong> pecore dal pelo lungo, piccoli villaggi<br />
<strong>di</strong> zingari dalle misere catapecchie dai tetti colorati.<br />
Davanti a una <strong>di</strong> queste hanno appena<br />
ammazzato il maiale. Povere chiesine ortodosse.<br />
Qualche vecchia che trasporta enormi carichi<br />
sulle spalle. Un gruppo <strong>di</strong> vacche lungo la<br />
strada, che ritornano a casa da sole tra le immense<br />
<strong>di</strong>stese <strong>di</strong> terra non coltivata. Sugli alberi<br />
stecchiti e ricoperti <strong>di</strong> neve ni<strong>di</strong> sempre più<br />
gran<strong>di</strong> allo scoperto, enormi matasse aggrovigliate,<br />
nere. Non ho mai visto dei ni<strong>di</strong> così<br />
grossi.<br />
Ogni tanto qualcuno butta lì una parola. Poi,<br />
da un certo punto in poi, nessuno parla più.<br />
Arriviamo in assoluto silenzio a Slatina. A uno<br />
dei primi incroci, due ragazzi chiedono l’elemosina<br />
agli occupanti delle macchine che si fermano<br />
al semaforo. Manovrandola per un braccio<br />
come un grande pupazzo, un ragazzo sposta<br />
qua e là una ragazza cieca. La posiziona <strong>di</strong><br />
fronte al finestrino <strong>di</strong> ogni macchina ferma, per<br />
farla vedere bene. È alta, magra, ha la faccia<br />
ossuta e i capelli crespi pettinati all’in<strong>di</strong>etro,<br />
non si capisce se sembra o se è senza occhi.<br />
“Quanto tempo sei rimasto là sotto?” domando<br />
il giorno dopo a Giovanni.<br />
“Saranno stati tre minuti al massimo.”<br />
“Impossibile. Saranno passati almeno <strong>di</strong>eci<br />
minuti. Non uscivi più da quel buco, mentre<br />
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