Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore
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continua a farlo anche adesso. Come le popolazioni<br />
che hanno attraversato l’Europa al tempo<br />
dell’Impero Romano e anche dopo, che neppure<br />
le continue guerre sono riuscite alla fine a<br />
bloccare in un arco <strong>di</strong> tempo appena più grande,<br />
che hanno trovato altre strade carsiche o<br />
emerse per ripresentarsi con la loro inarrestabile<br />
spinta umana e riproduttiva, in questo<br />
continente che per far respirare la propria economia<br />
ha avuto bisogno <strong>di</strong> aprire le proprie<br />
frontiere interne ma che si illude <strong>di</strong> poter selezionare<br />
a suo piacimento le entrate, <strong>di</strong> non dover<br />
subire l’onda dei miserabili che si <strong>di</strong>rigono<br />
verso le sue zone più ricche, viste o immaginate<br />
luccicare da molto lontano all’interno dei loro<br />
tuguri dentro le scatole televisive che trasportano<br />
visioni e illusioni scatenando le spinte<br />
psichiche <strong>di</strong> queste misere popolazioni che si<br />
spostano da una parte e dall’altra come trasportate<br />
da un vento, da un uragano. Al tempo<br />
dei Romani si facevano continue guerre per ricacciarle<br />
fuori dai confini o per spezzare la loro<br />
spinta <strong>di</strong>rettamente in casa loro mentre se ne<br />
assimilava una parte. Sarebbero <strong>di</strong>sposti i nostri<br />
stupi<strong>di</strong> e gretti xenofobi, che aizzano le nostre<br />
popolazioni contro questi miserabili per<br />
conservare e accrescere il proprio potere, a cui<br />
piacciono le guerre soprattutto se a farle sono<br />
gli altri, a prendere le armi e a passare gran<br />
parte della propria vita a fare la guerra a questi<br />
nuovi barbari? Non credo. Bene, allora che si<br />
mettano il cuore in pace. Le migrazioni dei popoli<br />
non si fermano. Non si possono fermare<br />
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