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Zingari di merda Antonio Moresco - Il primo amore

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nel torbido, della sicura e red<strong>di</strong>tizia scuola della<br />

cattiveria e dell’inimicizia tra i gruppi umani.<br />

L’Europa, i suoi aggregati umani che hanno<br />

raggiunto dopo due devastanti guerre mon<strong>di</strong>ali<br />

un certo benessere economico si sono inventati<br />

la favola che si può fermare il tempo e quella<br />

cosa che abbiamo chiamato storia, che si possono<br />

mettere i paletti attorno al proprio cortile<br />

in modo che non passi più nessuno, che i miserabili<br />

si possono tenere fuori all’infinito o si<br />

possono rendere utili alle moderne economie<br />

orizzontali scatenate attirandoli come una<br />

massa <strong>di</strong> nuovi schiavi con bassi salari resi<br />

possibili dagli squilibri economici e monetari.<br />

Ma guai se si rendono troppo visibili in casa<br />

nostra, se ci impongono <strong>di</strong> nuovo la vista delle<br />

loro eterne facce da poveri, se dobbiamo sentire<br />

<strong>di</strong> nuovo il loro fetore. Eppure l’Europa non<br />

è niente se non è anche questa forza e questa<br />

<strong>di</strong>sperazione. Tutte queste masse umane che si<br />

spostano dalle zone più povere dell’Europa,<br />

dalle sue derive economiche e politiche e dalle<br />

sue rivoluzioni tra<strong>di</strong>te, come si sono sempre<br />

spostate in passato -e come hanno fatto solo<br />

qualche secolo fa anche uomini e donne della<br />

mia stessa famiglia- tutta questa spinta irresistibile<br />

allo spostamento dei corpi trascinati da<br />

un’illusione <strong>di</strong> ricchezza e salvezza, attraverso<br />

centinaia, migliaia, milioni <strong>di</strong> anni, come testimoniano<br />

gli stessi co<strong>di</strong>ci genetici <strong>di</strong>sseminati<br />

e duplicati miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> volte nei nostri corpi. È<br />

così che la nostra specie ha continuato a colonizzare<br />

e a infestare il mondo. E che ancora<br />

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