Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
A Pompei (ottobre 1907)<br />
Prima di riprendere il viaggio verso il sud <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong><br />
compirebbe volentieri una puntata a Pozzuoli, la greca Dikearkía, poi<br />
Puteoli romana, nella quale, grazie all'attività commerciale con l'Egitto e<br />
l'Oriente, fiorirono i culti di questi lontani paesi; ma deve accontentarsi della<br />
descrizione del Baedeker e da Napoli si reca direttamente a Pompei, dove<br />
non può, «con rammarico, trattenersi più di tre giorni».<br />
A Pompei studia la topografia della città e i vari tipi di case; rintraccia «i<br />
4 stili di decorazione parietale fissati dal Mau»; studia il tipo di tempio<br />
italico e 'prende «nota speciale degli edifizi con abside, o in genere con<br />
pianta a linee curve»; grazie al dr. Spano può visitare anche «la parte nuova<br />
degli scavi, e gli ottimi restauri alla Casa delle Nozze d'Argento».<br />
Visita il tempio di Apollo; la sua attenzione si rivolge in particolare alle<br />
sei statue che formano tre coppie: Mercurio e Maia (?), in marmo, Apollo e<br />
Diana, in bronzo, Venere ed Ermafrodito, in marmo; davanti al tempio di<br />
Jupiter esamina i due archi di trionfo e più avanti nel Macellum (mercato dei<br />
commestibili) un larario «comme l'indiquent les deux serpents peints à côté»<br />
(così il Baedeker, ma <strong>Pettazzoni</strong> appone due punti esclamativi); entra nella<br />
cosiddetta Curia (probabilmente è un sacrario dei Lari pubblici) e<br />
nell'edificio di Eumachia; uscendo dalla porta posteriore sulla via<br />
dell'Abbondanza nota la fontana con un busto della Concordia Augusta (e<br />
non dell'Abbondanza, come si crede) e a sud del Foro i tre grandi saloni<br />
decorati di marmi (forse destinati agli uffici amministrativi); raggiunge la<br />
piazza detta, per la forma, Foro Triangolare, dove gli interessa in particolare<br />
vedere i resti di un tempio dorico del VI sec. a.C; compiuta una breve visita<br />
al grande teatro («scoperto») e al piccolo teatro («coperto» in origine), si<br />
sofferma ad osservare il preteso tempio di Esculapio (è invece di Jupiter<br />
Meilichios) e l'importante tempio di Iside; tornato in via dell'Abbondanza,<br />
passa davanti alle grandi Terme Stabiane, imbocca il Vicolo del Lupanare e<br />
visita la casa di Sirico («Salve lucru»[m] legge sulla soglia; all'interno<br />
osserva le pitture mitologiche delle pareti); più avanti c'è il lupanare di<br />
Africarius e Victor (ma probabilmente non ha l'autorizzazione speciale per<br />
entrare); percorre un po' di strada per vedere alcune case: la cosiddetta Casa<br />
della Regina Margherita (l'annota a p. 153 del Baedeker che non la registra),<br />
la Casa delle Nozze d'Argento, recentemente restaurata, la Casa del Torello,<br />
la Casa del banchiere L. Cecilio Giocondo (si sofferma all'interno ad<br />
esaminare soprattutto il basamento di un larario con rilievi di notevole<br />
importanza topografica rappresentando il lato nord del Foro di Pompei, il<br />
tempio di Giove, la Porta del Vesuvio...), la Casa degli Amorini dorati, la<br />
Casa dei Vettii (tra le pitture di argomento mitologico nota «Vulcano con<br />
pileos bianco»), la grande Casa del Fauno, della quale nota i due atrii (uno di<br />
tipo tuscanico), la Casa del Poeta tragico («cave canem» è scritto nel<br />
mosaico dell'ingresso); giunto alla <strong>Strada</strong> di Mercurio ne osserva all'ingresso<br />
l'arco di trionfo, si ferma a visitare la Casa dell'Ancora (il giardino è cinto da<br />
un criptoportico «avec nombreuses niches dans lesquelles<br />
138