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Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni

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Consiglio direttivo della Scuola italiana d'Archeologia» dal presidente Luigi<br />

Ceci e dal segretario Dante Vaglieri, e vistato dal rettore Alberto Tonelli.<br />

«Io rischiai, come tutti sanno, io rischiai di diventar archeologo, ma il<br />

rischio non sarebbe stato mio, anzi dell'archeologia»; così dirà <strong>Pettazzoni</strong> nel<br />

discorso del 3 febbraio 1959 durante una manifestazione in suo onore; ma<br />

anche in altre occasioni egli ricorderà scherzando il rischio «di diventar<br />

archeologo»...<br />

Probabilmente approfitta del viaggio a Roma per recarsi alla Loggia<br />

massonica Rienzi dovendo apporre una firma sul documento che certifica la<br />

sua promozione al grado di Compagno (l'atto, datato «il g. XXV del m. I<br />

dell'A.000909 di V.L.», sarà registrato al Grande Oriente d'Italia il 28 marzo<br />

1909).<br />

1 primi lavori scientifici a stampa (febbraio 1909)<br />

Abbiamo seguito, di passo in passo, il lungo iter della tesi di laurea di<br />

<strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> dal manoscritto del 1905 alle ultime bozze riviste a<br />

Monaco di Baviera alla fine dell'agosto 1908.<br />

Nei primi giorni del febbraio 1909 <strong>Pettazzoni</strong> riceve alcuni esemplari a<br />

stampa del suo lavoro Le origini dei Kabiri nelle isole del Mar Tracio,<br />

estratti dagli Atti della R. Accademia dei Lincei, anno CCCIII (1906), e<br />

precisamente dalle Memorie della classe di scienze morali, storiche e<br />

filologiche, serie quinta, vol. XII (Ferie accademiche 1908), 635-740; questo<br />

volume esce con molto ritardo rispetto all'anno nominale e, forse in via<br />

eccezionale, comprende la memoria di <strong>Pettazzoni</strong>, presentata nel 1906, ma<br />

approvata nel 1907 e accolta definitivamente nelle ferie accademiche 1908;<br />

nella copertina degli estratti sono indicati l'anno CCCV (1908), quello<br />

effettivo di stampa (1909) e il numero del fascicolo (VHI); sono in tutto 110<br />

pagine in 4°: un grosso lavoro; ne riportiamo l'indice, in modo che si possa<br />

confrontare con quello del manoscritto originario (non ci sono differenze<br />

degne di nota).<br />

Nella seconda metà di febbraio, troppo tardi per poterne allegare copia<br />

alla domanda di concorso, <strong>Pettazzoni</strong> riceve gli estratti di un altro lavoro:<br />

Una rappresentazione romana dei Kabiri di Samotracia, Ausonia, 3 (1908),<br />

79-90; anche questo terzo volume del periodico pubblicato dalla Società<br />

italiana di archeologia e di storia dell'arte esce in ritardo rispetto all'anno<br />

nominale (39).<br />

Come appare anche da alcuni appunti, <strong>Pettazzoni</strong> continuerà a seguire gli<br />

studi sui Kabiri: per esempio, già tra il 1909 e il 1910 intesta una busta<br />

«Cabiri (Maltesi)» e più tardi, probabilmente dopo il 1914, preparerà una<br />

cartella con la scritta «per i Cabiri»; quarant'anni dopo, quando uscirà il<br />

grosso volume di B. Hemberg, Die Kabiren, Upsala, 1950, ne affiderà la<br />

recensione per la sua rivista ad Angelo Brelich; successivamente riassumerà<br />

alcune pagine di M. Mayrofer sull'indiano Kubera, messo in relazione con<br />

Kábeiros, Beiträge zur Namenforschung, Heidelberg, 1950-1951...<br />

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