Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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Roma, giugno 1909<br />
Un fatto:<br />
quando siamo adirati, ci scagliamo contro qualcuno impersonandolo, ingiuriandolo<br />
+ la bestemmia<br />
quando siamo paurosi, lo stesso, quando siamo desiderosi, lo stesso. Dunque le passioni<br />
hanno un esito analogo = il rivolgersi ad un essere personificato.<br />
Ammettiamo pure che si tratti di survival (surv. dalla nostra psiche infantile). Ma<br />
questi riporteranno sì la questione all'infanzia d. umanità. Ma ad ogni modo la illustrano! E<br />
come! E la emozione che dà il sentim. religioso, ed è la medesima che dà la rappresentaz.<br />
mitica.<br />
La stampa dell'articolo Philoktetes-Hephaistos<br />
e il primo scambio epistolare con Benedetto Croce (giugno 1909)<br />
Abbiamo già detto, a suo luogo, dell'articolo Philoktetes-Hephaistos, già<br />
pronto nell'autunno 1908, che non ha trovato posto nell'Archiv für<br />
Religionswissenschaft.<br />
Nella primavera 1909 l'articolo viene pubblicato nella Rivista di filologia<br />
e d'istruzione classica di Torino, 37 (1909), 170-189.<br />
Appena riceve gli estratti, <strong>Pettazzoni</strong> ne fa pervenire una copia alla<br />
Biblioteca comunale di S. Giovanni in Persiceto; altre copie fa pervenire ai<br />
suoi maestri e ad altri studiosi.<br />
Poiché nella parte finale accenna alla fase «artistica» del mito, alle<br />
«espressioni individuali» del mito, alla «pura forma, in quanto espressione»<br />
e ritiene pertanto che l'articolo possa interessare l'autore dell'Estetica, che ha<br />
letto a suo tempo e ora sta rileggendo nella recente terza edizione, manda<br />
una copia dell'estratto a Benedetto Croce.<br />
Pochi giorni dopo <strong>Pettazzoni</strong> riceve una lettera del filosofo napoletano<br />
datata 20 giugno 1909:<br />
La ringrazio del Suo opuscolo, e mi sono rallegrato nel leggerlo, vedendo l'avviamento<br />
nuovo che Ella dà allo studio dei miti. Certamente il mito non è arte; perché vi si unisce<br />
sempre un elemento intellettivo (logico-storico); ma, consistendo appunto in un miscuglio<br />
di arte e di pensiero, è impossibile studiare i miti senza avere bene in mente il concetto<br />
dell'arte, e in ispecie, dell'arte come libertà. Ciò Ella ha visto benissimo...<br />
Come vedremo, <strong>Pettazzoni</strong> leggerà altre opere del Croce; nel 1924-1925<br />
tra i due studiosi si accenderà una vivace polemica a proposito<br />
dell'insegnamento universitario della storia delle religioni, ma nel 1951 il<br />
filosofo napoletano non negherà la sua adesione alla Società italiana di storia<br />
delle religioni (48).<br />
Quello crociano è il primo giudizio positivo dopo quello di Richard<br />
Wünsch; quest'ultimo, che non ha potuto pubblicare l'articolo nella sua<br />
rivista quando <strong>Pettazzoni</strong> gli ha spedito il manoscritto nell'estate 1908, gli<br />
dedicherà una quindicina di righe nella sua rassegna Griechische und römische<br />
Religion 1906-1910, Archiv für Religionswissenschaft, 14 (1911),<br />
517-602, e precisamente 576-577, riconoscendo nell'autore «einer<br />
belesen, scharfsinnigen Menschen» (un uomo erudito, acuto), il<br />
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