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Roma, giugno 1909 Un fatto: quando siamo adirati, ci scagliamo contro qualcuno impersonandolo, ingiuriandolo + la bestemmia quando siamo paurosi, lo stesso, quando siamo desiderosi, lo stesso. Dunque le passioni hanno un esito analogo = il rivolgersi ad un essere personificato. Ammettiamo pure che si tratti di survival (surv. dalla nostra psiche infantile). Ma questi riporteranno sì la questione all'infanzia d. umanità. Ma ad ogni modo la illustrano! E come! E la emozione che dà il sentim. religioso, ed è la medesima che dà la rappresentaz. mitica. La stampa dell'articolo Philoktetes-Hephaistos e il primo scambio epistolare con Benedetto Croce (giugno 1909) Abbiamo già detto, a suo luogo, dell'articolo Philoktetes-Hephaistos, già pronto nell'autunno 1908, che non ha trovato posto nell'Archiv für Religionswissenschaft. Nella primavera 1909 l'articolo viene pubblicato nella Rivista di filologia e d'istruzione classica di Torino, 37 (1909), 170-189. Appena riceve gli estratti, <strong>Pettazzoni</strong> ne fa pervenire una copia alla Biblioteca comunale di S. Giovanni in Persiceto; altre copie fa pervenire ai suoi maestri e ad altri studiosi. Poiché nella parte finale accenna alla fase «artistica» del mito, alle «espressioni individuali» del mito, alla «pura forma, in quanto espressione» e ritiene pertanto che l'articolo possa interessare l'autore dell'Estetica, che ha letto a suo tempo e ora sta rileggendo nella recente terza edizione, manda una copia dell'estratto a Benedetto Croce. Pochi giorni dopo <strong>Pettazzoni</strong> riceve una lettera del filosofo napoletano datata 20 giugno 1909: La ringrazio del Suo opuscolo, e mi sono rallegrato nel leggerlo, vedendo l'avviamento nuovo che Ella dà allo studio dei miti. Certamente il mito non è arte; perché vi si unisce sempre un elemento intellettivo (logico-storico); ma, consistendo appunto in un miscuglio di arte e di pensiero, è impossibile studiare i miti senza avere bene in mente il concetto dell'arte, e in ispecie, dell'arte come libertà. Ciò Ella ha visto benissimo... Come vedremo, <strong>Pettazzoni</strong> leggerà altre opere del Croce; nel 1924-1925 tra i due studiosi si accenderà una vivace polemica a proposito dell'insegnamento universitario della storia delle religioni, ma nel 1951 il filosofo napoletano non negherà la sua adesione alla Società italiana di storia delle religioni (48). Quello crociano è il primo giudizio positivo dopo quello di Richard Wünsch; quest'ultimo, che non ha potuto pubblicare l'articolo nella sua rivista quando <strong>Pettazzoni</strong> gli ha spedito il manoscritto nell'estate 1908, gli dedicherà una quindicina di righe nella sua rassegna Griechische und römische Religion 1906-1910, Archiv für Religionswissenschaft, 14 (1911), 517-602, e precisamente 576-577, riconoscendo nell'autore «einer belesen, scharfsinnigen Menschen» (un uomo erudito, acuto), il 217
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