Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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Al «risultato d'intuizione» seguono la discussione e la dimostrazione, gli<br />
argomenti per la datazione (intorno al 100 d.Cr.), riscontri con altre<br />
rappresentazioni cabiriche, considerazioni su «la differenza capitale tra culto<br />
e mito»...<br />
<strong>Pettazzoni</strong> fa pervenire il manoscritto al prof. Lucio Mariani per la rivista<br />
Ausonia; il contributo verrà pubblicato nel primo fascicolo dell'anno III<br />
(1908), ma in ritardo rispetto alla data nominale, all'inizio del 1909, col titolo<br />
Una rappresentazione romana dei Kabiri di Samotracia.<br />
Ha già pronto il manoscritto dell'articolo Philoktetes-Hephaistos:<br />
abbiamo ricordato, a proposito degli studi da lui compiuti nei primi mesi del<br />
1906, la somiglianza tra i due miti; da allora <strong>Pettazzoni</strong> ha continuato la<br />
ricerca e a Berlino, ai primi del settembre 1908, completa il lavoro<br />
sostenendo<br />
1) che Philoktetes ed Hephaistos siano in ultima analisi espressioni diverse di una<br />
medesima divinità (anellenica);<br />
2) che dal nome di Philoktetes venga qualche lume ad illustrare la natura di tale divinità<br />
originaria.<br />
Con ogni probabilità è proprio questo manoscritto ch'egli manda a<br />
Albrecht Dieterich, del quale ha letto o almeno consultato il volume Mutter<br />
Erde, Leipzig, 1905, sui miti e i riti primitivi e classici relativi al concetto<br />
della terra come madre; il professore tedesco, docente di storia delle<br />
religioni a Heidelberg, dal 1904 ha assunto con l'Achelis la condirezione<br />
dell'Archiv für Religionswissenschaft (ma è morto nel maggio 1908); il<br />
manoscritto «dopo giri di ogni sorta» giunge alla fine di settembre nelle<br />
mani di Richard Wünsch che ha preso il posto del collega defunto: il lavoro<br />
è apprezzato, ma al momento non c'è posto per esso nell'Archiv e viene<br />
restituito; <strong>Pettazzoni</strong> riuscirà a vederlo stampato soltanto nell'estate 1909 nel<br />
2° fascicolo di quell'anno della Rivista di filologia e d'istruzione classica<br />
(Torino).<br />
Il prof. Richard Wünsch avrà ancora rapporti con <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong>:<br />
come vedremo, sarà lui a segnalare nell'annata 14 (1911) dell'Archiv alcune<br />
delle prime pubblicazioni pettazzoniane; lo incontrerà al congresso<br />
internazionale di Leida nel 1912 e nel 1913 pubblicherà nella rivista la<br />
comunicazione presentata da <strong>Pettazzoni</strong> al congresso citato; i rapporti<br />
saranno interrotti dalla Grande Guerra (Wünch cadrà il 17 maggio 1915 alla<br />
testa del suo battaglione nella Polonia russa) (30).<br />
Già nella tesi di laurea (1905) <strong>Pettazzoni</strong> ha affrontato (e combattuto)<br />
l'ipotesi «pelasgica» sulle origini dei Kabiri anche in relazione all'iscrizione<br />
di Kaminia (Lemnos), scoperta nel 1886; già allora ha studiato questa<br />
iscrizione «etruscoide» ed ha formulato una «ipotesi etnica sulla popolazione<br />
delle isole thracie in base alle loro condizioni religiose».<br />
Ora affronta di nuovo l'argomento partendo dal nome di una divinità che<br />
compare tre volte nell'epigrafe (*Zerona).<br />
Dallo studio dei fatti religiosi egli giunge ad un'ipotesi paletnologica («la<br />
pertinenza dei Lemmi preellenici al gruppo etnico traco-frigio»); tende a<br />
dimostrare<br />
1) che fino a quando l'iscrizione di Kaminia non sia, se non decifrata, almeno classificata<br />
linguisticamente, nulla ci autorizza a vedervi un monumento e un documento della<br />
popolazione lemnia preellenica; 2) che, ciò non ostante, l'iscrizione stessa fornisce dati che<br />
valgono a stabilire sufficientemente la posizione etnica dei primitivi abitatori di Lemnos.<br />
In rapporto all'iscrizione anellenica riassume il suo pensiero in questa formula:<br />
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