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Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni

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Ad Atene (gennaio-maggio 1908)<br />

Da Kerkyra col piroscafo di linea raggiunge le coste dell'Attica e il 15<br />

gennaio sbarca al Pireo.<br />

Quocumque ingredimur, in aliquant historiam pedem ponimus: con questa<br />

citazione di Cicerone il Baedeker comincia il capitolo sulla più famosa<br />

penisola greca; per la verità la città del Pireo non conserva monumenti<br />

antichi di particolare interesse (c'è un piccolo museo nel Gymnasion) e<br />

perciò <strong>Pettazzoni</strong> si affretta a raggiungere Atene (circa mezz'ora di treno).<br />

Probabilmente ha già prenotato dall'Italia un alloggio da metà gennaio a<br />

tutto maggio; va ad abitare in 'Odòs 'Anchésmou 46, nella casa degli<br />

archeologi che durante il congresso internazionale dell'aprile 1905 ha<br />

ospitato anche il grande Ulrich von Wilamowitz-Möllendorff; forse con<br />

riferimento alle spese di locazione <strong>Pettazzoni</strong> annota in un block-notes che i<br />

greci sono onesti in quanto rispettano la proprietà privata e disonesti nei<br />

contratti.<br />

Ad Atene resta stabilmente fino ai primi di marzo. In Grecia, nelle<br />

regioni più soggette all'influenza del mare l'inverno è mite e il cielo quasi<br />

sempre sereno; anche nel mese di gennaio, quando spira il vento del nord, il<br />

vorìas (l'antico Borea), il termometro scende raramente sotto lo zero; ma per<br />

compiere qualche viaggio è meglio aspettare marzo, quando si può far a<br />

meno del cappotto, quando cominciano a farsi molto rare le piogge.<br />

Tra marzo e maggio <strong>Pettazzoni</strong> andrà a visitare altre città greche<br />

facendo ritorno ad Atene, di solito, tra un viaggio e l'altro.<br />

Per le visite ad Atene e alle altre città egli, oltre al prezioso Baedeker,<br />

reca con sé un block-notes tascabile, nel quale annota quanto l'interessa: non<br />

solo notizie di carattere storico, archeologico, artistico, mitologico..., ma<br />

anche etnografico, riguardanti cioè gli usi e i costumi del popolo greco<br />

attuale.<br />

Già il 18 gennaio nota «il suono che accompagna quel gesto della mano<br />

che è il più offensivo pei Greci»: il suono è ná; il gesto consiste<br />

nell'allungare di scatto un braccio o le braccia con le palme aperte verso una<br />

persona. E come dire: «Va al diavolo! Va all'inferno!»<br />

Il pensiero di <strong>Pettazzoni</strong> corre alla «religione dattilica» cara al prof.<br />

Milani; e a questo gesto ritornerà col pensiero quando nel Museo di Sparta<br />

vedrà un'iscrizione accompagnata dal disegno di due mani deprecative.<br />

Il giorno successivo, il 19 gennaio, si festeggia l'Epifania (in Grecia,<br />

come in altri paesi di religione ortodossa, il Natale cade il 7 gennaio...).<br />

Come per Natale e Capodanno,<br />

vanno in giro per alberghi, trattorie, caffè, luoghi di ritrovo etc. dei fanciulli che cantano<br />

una cantilena alquanto monotona, il cui accompagnamento viene fatto con un treppiede e<br />

una chitarra.<br />

<strong>Pettazzoni</strong> ricorda certamente che anche nel Persicetano il 1° gennaio i ragazzi<br />

vanno di casa in casa ad augurare il «buon Capodanno!» e a ricevere, in cambio,<br />

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