Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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alterna le visite al nuovo Museo, nel quale sono conservati prevalentemente<br />
i reperti degli scavi di Knossos e di Phaistos, e le visite alla zona<br />
archeologica (a cinque chilometri), cioè al grandioso palazzo minoico,<br />
portato alla luce da poco più di un decennio grazie all'opera di sir Arthur<br />
Evans.<br />
Più che al Baedeker (le pagine relative alle antichità cretesi non recano<br />
segni) <strong>Pettazzoni</strong> si affida al recente volume di R.M. Burrows, The<br />
discoveries in Crete and their bearing on the history of ancient civilization,<br />
London, 1907, come appare da alcune citazioni di un apposito block-notes,<br />
nel quale annota osservazioni sugli edifici e soprattutto sugli oggetti esposti<br />
nel Museo (oggetti di cui traccia spesso il disegno): riempie una quarantina<br />
di fogli.<br />
<strong>Pettazzoni</strong> ha in programma anche la visita a Phaistos e Haghia Triada,<br />
dove ha lavorato (e continua a lavorare) la Missione archeologica italiana,<br />
cioè il prof. Halbherr con i suoi colleghi ed allievi L. Mariani, A. Taramelli,<br />
L. Savignoni, G. De Sanctis, L. Pernier e altri.<br />
È appena il caso di sottolineare la grande importanza, anche per gli<br />
aspetti religiosi, di queste recenti scoperte che rivelano una civiltà<br />
mediterranea preellenica; ma <strong>Pettazzoni</strong> a scavi veri e propri della nostra<br />
missione non può assistere, perché si stanno prendendo gli ultimi rilievi al<br />
palazzo di Phaistos e non si è ancora ricominciato a lavorare a Priniá.<br />
Il 24 giugno <strong>Pettazzoni</strong> rientra a Candia; dove è colto dalla febbre<br />
malarica; è quindi costretto a tornare ad Atene, dove comincia a lavorare<br />
specialmente al riordinamento delle sue note di viaggio.<br />
Durante la prima quindicina di luglio ritorna in Italia.<br />
Reduce dal viaggio in Grecia (luglio-agosto 1908)<br />
Quando, verso la metà del luglio 1908, <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> rientra a S.<br />
Giovanni in Persiceto, c'è una novità in famiglia: il padre Cesare, compiuti i<br />
65 anni il 4 marzo, ed avendone 35 di servizio, in data 29 aprile, «a termini<br />
dell'art. 2 del regolamento comunale per le pensioni» ha chiesto il<br />
collocamento a riposo; il consiglio comunale, con atto del 5 giugno, ha<br />
deliberato in materia e ha fissato per il portiere Cesare <strong>Pettazzoni</strong> «la<br />
pensione vitalizia di L. 693 annue corrispondente ai 35/40 dello stipendio<br />
goduto in L. 792»; così il già modesto reddito familiare subisce una notevole<br />
flessione, mentre occorrono sempre più soldi per i figli studenti: <strong>Raffaele</strong><br />
deve completare il suo viaggio all'estero, Giuseppe i suoi studi nel<br />
Conservatorio di Bologna.<br />
Appena tornato, <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> riprende i contatti personali con<br />
amici e docenti (durante l'assenza li ha mantenuti per via epistolare).<br />
A S. Giovanni in Persiceto riceve informazioni dettagliate sull'attività<br />
del comitato locale della «Dante Alighieri», di cui è ancora presidente, e<br />
sull'opera svolta dalla nuova amministrazione comunale socialista.<br />
Anche durante l'estate non viene meno nel Persicetano la polemica politica tra<br />
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