Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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etaient des autels»; <strong>Pettazzoni</strong> appone tre punti esclamativi), la Fullonica, la<br />
Casa del Chirurgo; uscito dalla Porta Ercolanense percorre la strada dei<br />
Sepolcri, lungo la quale si sofferma ad esaminare la nicchia sepolcrale<br />
dell'augustale Marco Cerrinio Restituto, la tomba del duumviro Aulo Veio in<br />
forma di sedile semicircolare, la tomba delle ghirlande, le tombe arcaiche<br />
osche, la tomba di Nevoleia Tiche (un bassorilievo attira l'attenzione di<br />
<strong>Pettazzoni</strong>: «mihi» annota a margine della p. 161 del Baedeker), la tomba<br />
del dodicenne N. Velasio Grato, «petite niche avec pierre tumulaire en<br />
forme de tête, spéciale à Pompéi» (così il Baedeker; <strong>Pettazzoni</strong> appone un<br />
punto esclamativo).<br />
Prima di riprendere il treno per il ritorno alla linea per il sud uno<br />
sguardo anche all'anfiteatro.<br />
Meriterebbe una visita anche Amalfi, nella cui cattedrale si trovano, tra<br />
l'altro, tre antichi sarcofagi; ma probabilmente <strong>Pettazzoni</strong> deve rinunciarvi<br />
per poter giungere il 22 o il 23 a Palermo.<br />
In Sicilia (seconda metà di ottobre 1907)<br />
... In questa nobilissima terra di Sicilia, dove non ero più<br />
tornato da quando la visitai or son molti anni, in qualità di allievo<br />
della Scuola Italiana di Archeologia, ed ebbi la ventura di<br />
soffermarmi alcuni giorni a Siracusa avendo per guida un venerato<br />
indimenticabile Maestro, il Senatore Paolo Orsi, nel quale l'amore<br />
per la sua patria d'origine ancora irredenta era pari all'affetto per la<br />
sua patria d'adozione... (R. <strong>Pettazzoni</strong>, dalle parole introduttive alla<br />
conferenza Forme e momenti della storia religiosa dell'umanità tenuta<br />
all'Università di Catania il 10 dicembre 1952).<br />
Con ogni probabilità <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> ha in programma di arrivare<br />
direttamente a Palermo per poi ritornare a Messina attraversando le zone<br />
meridionali ed orientali dell'isola.<br />
Giunto al capoluogo siciliano, dove si ferma quattro giorni, visita il<br />
Palazzo reale o dei Normanni soffermandosi nella Cappella Palatina ad<br />
osservare le ogive arabe e un'iscrizione in cufico (arabo antico); passando<br />
davanti alla Biblioteca comunale prende nota dell'orario di apertura al<br />
pubblico; poi una visita veloce a qualche chiesa e palazzo o monumento: la<br />
Martorana, S. Cataldo, S. Matteo, S. Antonio, S. Francesco d'Assisi, S.<br />
Maria di Porto Salvo, S. Maria della Catena, Porta Felice, Palazzo<br />
Chiaramonti, la chiesa del Convento della Gancia (dove nota un «portale a<br />
tutto tondo»), l'antico castello della Zisa...; uno sguardo ai monumenti di<br />
Crispi e di Garibaldi, e finalmente giunge al Museo nazionale.<br />
Attraversa il primo e il secondo cortile, dove tra l'altro osserva due<br />
piccoli bassorilievi greci, due statuette romane in porfido e in granito di stile<br />
egiziano (non è d'accordo sulla provenienza romana), «un esemplare ben<br />
conservato di tomba preellenica scavata nel tufo con due camerette ai lati del<br />
pozzo d'ingresso», la statua di una donna seduta tra due leoni (non è<br />
d'accordo con la descrizione del Baedeker); si sofferma più a<br />
lungo nella sala di Selinunte, nella quale esamina diverse<br />
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