Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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Il 9 giugno compie la traversata del Bosforo e «per la prima e forse<br />
l'ultima volta» tocca il suolo dell'Asia: visita Scutari, dove beve il miglior<br />
caffè della sua vita e lo paga «soltanto dieci para, vale a dire un soldo».<br />
Da un museo all'altro di Costantinopoli (giugno 1908)<br />
Costantinopoli è ricca di materiali archeologici provenienti dal vasto<br />
territorio del vecchio impero ottomano (oltre che dalla Turchia, dalla<br />
Mesopotamia, dall'Egitto, dall'Arabia, dalla costa siro-palestinese, dall'area<br />
ionia, dalla Grecia e da altre regioni della penisola balcanica); essi sono<br />
conservati prevalentemente nel Nuovo Museo e nel Tschinili Kiosk.<br />
In quest'ultimo, dove sono rimaste soltanto le raccolte di antichità<br />
turche, <strong>Pettazzoni</strong> nota, tra l'altro,<br />
delle tavole di legno con cima lavorata a intaglio secondo il noto disegno arabo con<br />
dipintevi sopra varie iscrizioni e vari ornamenti decorativi; esse portano tutte in basso, a<br />
sinistra la pianta inferiore di un piede, di prospetto, con le dita in alto.<br />
Le collezioni classica e protostorica sono già collocate nella nuova ala<br />
del Nuovo Museo; questa nuova ala è ancora chiusa al pubblico e <strong>Pettazzoni</strong><br />
ottiene la concessione di visitarla grazie al cortese intervento di «Sua<br />
Eccellenza Alid Bey, fratello di S.E. Hamdi Bey».<br />
Può così vedere, tra l'altro, un pezzo proveniente da Thasos (VI sec.<br />
a.C), cioè «il famoso rilievo arcaico di Herakles inginocchiato, di profilo<br />
verso destra, in atto di scagliare un dardo, vestito della pelle di leone...»,<br />
altri materiali provenienti da Tralles, Pergamo (l'Hermes Propylaios), da<br />
Gaza, da Troia...<br />
Gli ricorda i sarcofagi di Klazomene un pezzo proveniente da Cyzicos,<br />
cioè «il frammento di una stele sepolcrale arcaica: cocchiere montato su<br />
carro (ruota a 6 raggi, timone terminante in una testa di grifo) con la frusta e<br />
le redini».<br />
A proposito di una grande testa maschile, probabilmente di uno dei<br />
cosiddetti «Apollines» (forse da Rhodi), <strong>Pettazzoni</strong> dissente dal Baedeker<br />
che la giudica «ein Prachtstück altionischer Kunst des VI Jahr. vor Chr.»;<br />
egli la giudicherebbe «piuttosto arte cipriota».<br />
Attirano ancora la particolare attenzione di <strong>Pettazzoni</strong> la stele sepolcrale<br />
di Doryläum (Frigia) scolpita da ambo le parti (anche questa confronta con i<br />
sarcofagi di Klazomene), la statua di una divinità femminile seduta (Isis?)<br />
da Baalbek, la Caryatide di Tralleis (scavi Hamdi Bey), la testa (o busto)<br />
colossale di Gaia («Mihi, a) perché è un busto, b) perché è vera arte<br />
religiosa»)...<br />
Nel Nuovo Museo vede i sarcofagi di Klazomene, visita la sala del<br />
«sarcofago di Alessandro» (ma non è di Alessandro Magno!), dove attira in<br />
particolare la sua attenzione il rilievo votivo n. 74 («è un thymicterion cui<br />
sia avvolto un serpente?»); il sarcofago proviene dalla necropoli di<br />
Sidone, come anche il sarcofago delle «Piangenti»; da Creta proviene<br />
un sarcofago con rappresentazione (frammentaria) di scene del culto<br />
isiaco; <strong>Pettazzoni</strong> prende nota anche di antichità palmirene, hi-<br />
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