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Scuola di Dottorato di Ricerca in Parodontologia Sperimentale

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dalle pareti del sito ricevente che ne assicurano, <strong>in</strong>oltre, una stabilità<br />

ottimale.<br />

Microarchitettura<br />

Le caratteristiche ultrastrutturali dell’<strong>in</strong>nesto sembrano <strong>in</strong>fluenzare le fasi<br />

biologiche della guarigione degli <strong>in</strong>nesti non vascolarizzati.<br />

L’<strong>in</strong>nesto osseo midollare è rivascolarizzato completamente e più<br />

rapidamente rispetto all’osso corticale poiché la presenza <strong>di</strong> larghi spazi<br />

tra le trabecole ossee non oppone resistenza all’<strong>in</strong>s<strong>in</strong>uarsi dei vasi<br />

sanguigni neoformati. La graduale rivascolarizzazione degli <strong>in</strong>nesti<br />

spongiosi da parte dei vasi provenienti dal letto ricevente si completa<br />

normalmente nell’arco <strong>di</strong> alcune settimane e, già dopo le prime ore, il<br />

nutrimento delle cellule <strong>in</strong>nestate è garantito anche <strong>in</strong> profon<strong>di</strong>tà dal<br />

fenomeno della riperfusione. Contemporaneamente all’<strong>in</strong>vasione<br />

vascolare dell’<strong>in</strong>nesto arrivano cellule mesenchimali <strong>in</strong><strong>di</strong>fferenziate che<br />

ricoprono le trabecole ossee, si <strong>di</strong>fferenziano <strong>in</strong> osteoblasti e depositano<br />

uno strato osteoide attorno ad un nucleo centrale <strong>di</strong> osso necrotico. Le<br />

aree necrotiche <strong>in</strong>trappolate nel tessuto osseo neoformato vengono<br />

gradualmente riassorbite dall’attività osteoclastica e rimpiazzate<br />

anch’esse <strong>in</strong> modo completo da nuovo tessuto osseo.<br />

L’<strong>in</strong>nesto osseo corticale è rivascolarizzato più lentamente e alcune volte<br />

<strong>in</strong> modo <strong>in</strong>completo. La rivascolarizzazione è limitata dalla densa struttura<br />

lamellare e i vasi neoformati possono penetrare nell’<strong>in</strong>nesto soltanto<br />

attraverso i preesistenti canali <strong>di</strong> Volkmann e <strong>di</strong> Havers, dalla periferia<br />

dell’<strong>in</strong>nesto verso il suo <strong>in</strong>terno. Non si nota penetrazione <strong>di</strong> vasi durante<br />

la prima settimana e la completa rivascolarizzazione può richiedere anche<br />

<strong>di</strong>versi mesi o non completarsi mai. La riparazione dell’<strong>in</strong>nesto corticale<br />

<strong>in</strong>izia dall’attività osteoclastica con precoce riassorbimento dei sistemi<br />

haversiani periferici necrotici a cui segue il riassorbimento della corticale<br />

più <strong>in</strong>terna. Dove si è avuto riassorbimento osseo compaiono gli<br />

osteoblasti che depositano matrice osteoide. Nell’<strong>in</strong>nesto corticale, l’<strong>in</strong>izio<br />

della fase <strong>di</strong> apposizione avviene prima che l’osso necrotico sia stato<br />

completamente rimosso. Queste aree necrotiche circondate da un alone<br />

<strong>di</strong> riassorbimento e da osso periferico neoformato assumono l’aspetto <strong>di</strong><br />

sequestri ossei. L’<strong>in</strong>nesto corticale perde circa il 60% della normale<br />

resistenza per alcuni mesi dopo il suo posizionamento <strong>in</strong> quanto la<br />

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