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Le piante degli orti e dei giardini: prevenzione del rischio - Ispesl

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<strong>Le</strong> intossicazioni acute<br />

Moltissime sostanze contenute nelle <strong>piante</strong> sono in grado di svolgere un’attività biologica sull’organismo umano,<br />

con conseguenze benefiche (azione terapeutica) o dannose (azione tossica) in relazione alle caratteristiche<br />

ed alla quantità <strong>dei</strong> principi attivi presenti nelle diverse specie ed alle modalità di esposizione.<br />

Premessa alla trattazione <strong>del</strong>le intossicazioni acute da <strong>piante</strong> velenose è che la valutazione <strong>del</strong> grado di<br />

tossicità di una specie è estremamente difficile, sia perché il contenuto in principi attivi differisce nelle varie parti<br />

<strong>del</strong>la pianta ed è estremamente variabile in relazione allo stato di maturazione, alle condizioni microclimatiche<br />

ambientali, al tipo di coltivazione, sia perché l’attività può essere modificata dal trattamento fisico (ad es.: cottura,<br />

essiccazione, macerazione ecc.) effettuato dopo la raccolta.<br />

Inoltre, la maggior parte <strong>del</strong>le informazioni reperibili sulle <strong>piante</strong> velenose sono anedottiche o si riferiscono<br />

ad intossicazioni animali o sono estrapolate dall’azione farmacologica nota <strong>dei</strong> principi attivi estratti e studiati<br />

in laboratorio: solo per alcune specie sono riportati <strong>dei</strong> casi clinici umani ben documentati, con riconoscimento<br />

certo <strong>del</strong>la specie coinvolta; per tutti questi motivi le notizie sulla tossicità di una pianta possono essere scarse<br />

o addirittura discordanti tra loro a seconda <strong>del</strong>le fonti e i sintomi descritti possono non corrispondere ai reali<br />

effetti clinici <strong>del</strong>l’intossicazione acuta nell’uomo.<br />

<strong>Le</strong> tossine contenute nelle <strong>piante</strong> velenose possono svolgere la loro azione lesiva solo nella zona di contatto<br />

(specie ad azione locale), oppure, dopo assorbimento dalla via di esposizione (inalatoria, gastrointestinale,<br />

cutanea/mucosa), colpire in particolare uno o più organi specifici (specie ad azione sistemica) causando <strong>del</strong>le intossicazioni<br />

spesso molto gravi e potenzialmente mortali.<br />

<strong>Le</strong> specie ad azione locale causano principalmente sintomi irritativi nella zona di contatto: dolore, arrossamento,<br />

lacrimazione in caso di esposizione oculare; dolore, aumento <strong>del</strong>la salivazione, possibile gonfiore <strong>del</strong>la<br />

lingua e <strong>del</strong>la glottide, con conseguente difficoltà respiratoria, nel caso <strong>del</strong> cavo orofaringeo; vomito, dolori addominali,<br />

diarrea per azione sul tratto gastrointestinale. Nel caso di specie fototossiche, la reazione locale è scatenata<br />

dall’esposizione alla luce solare.<br />

I sintomi <strong>del</strong>le intossicazioni <strong>del</strong>le specie ad azione sistemica dipendono dall’organo principalmente colpito<br />

e dal tipo di tossina coinvolto:<br />

• Sistema nervoso centrale/Sistema nervoso periferico: alterazioni <strong>del</strong>lo stato di coscienza, coma, convulsioni/aumento<br />

o diminuzione <strong>del</strong>la frequenza cardiaca, <strong>del</strong>le secrezioni (saliva, sudore ecc.), <strong>del</strong> diametro<br />

pupillare, <strong>del</strong>la motilità intestinale.<br />

• Cuore: alterazioni <strong>del</strong> ritmo cardiaco e <strong>del</strong>la pressione arteriosa, arresto cardiaco.<br />

• Rene: dolore lombare, stanchezza, diminuzione o aumento <strong>del</strong>la diuresi, edemi, aumento <strong>del</strong>la pressione<br />

arteriosa.

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