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Le piante degli orti e dei giardini: prevenzione del rischio - Ispesl

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• Fegato: stanchezza, nausea, diminuzione <strong>del</strong>l’appetito, colorazione gialla <strong>del</strong>le sclere e <strong>del</strong>la cute, colorazione<br />

scura <strong>del</strong>le urine, emorragie.<br />

• Sangue e sistema emopoietico: anemia, alterazioni <strong>del</strong>la composizione <strong>del</strong> sangue, emorragie.<br />

Circostanze di esposizione<br />

Dai rapp<strong>orti</strong> di attività <strong>dei</strong> Centri Antiveleni, si osserva che la maggior parte <strong>del</strong>le esposizioni a <strong>piante</strong> velenose<br />

sono accidentali e coinvolgono principalmente i bambini tra 1 e 4 anni, età nella quale sono attratti da<br />

qualsiasi cosa possa essere rapidamente presa e portata alla bocca.<br />

<strong>Le</strong> intossicazioni più gravi, però, coinvolgono generalmente gli adulti e sono dovute all’uso di <strong>piante</strong> selvatiche<br />

a scopo alimentare o di automedicazione: in molti casi vengono scambiate con specie velenose al momento<br />

<strong>del</strong>la raccolta, in altri vengono utilizzate in modo improprio <strong>del</strong>le specie considerate benefiche o medicinali.<br />

Altre modalità di esposizione sono l’uso a scopo voluttuario <strong>del</strong>le specie ad azione stimolante o allucinogena<br />

da parte <strong>degli</strong> adolescenti e, più raramente, l’uso intenzionale <strong>del</strong>le specie velenose a scopo suicidario o criminale.<br />

Trattamento<br />

17<br />

In caso di esposizione ad una pianta potenzialmente velenosa, il trattamento dipende dalle caratteristiche<br />

<strong>del</strong>la specie coinvolta, dall’età e dai sintomi presentati dal paziente, dalla via e dalle circostanze di esposizione,<br />

dal tempo trascorso dall’esposizione stessa.<br />

Immediatamente dopo l’esposizione l’intervento mira all’allontanamento <strong>del</strong>la sostanza potenzialmente<br />

tossica dalla via di contatto (decontaminazione) ed alla <strong>prevenzione</strong> <strong>del</strong>l’assorbimento: il trattamento sarà tanto<br />

più efficace quanto più sarà precoce e corretto. Un intervento scorretto o ritardato risulterà inefficace; un intervento<br />

inappropriato (ad esempio: provocare il vomito o somministrare latte o rimedi “casalinghi”) potrebbe risultare<br />

addirittura più pericoloso <strong>del</strong>l’esposizione alla sostanza tossica stessa, causando inutilmente <strong>dei</strong> danni al<br />

paziente.<br />

<strong>Le</strong> manovre di “primo soccorso” che possono essere effettuate al di fuori <strong>del</strong>l’Ospedale sono poche e semplici:<br />

– in caso di contatto oculare: lavare abbondantemente con soluzione fisiologica o acqua fresca; non applicare<br />

colliri; se sono presenti sintomi irritativi persistenti (dolore, arrossamento, lacrimazione) sottoporsi<br />

ad una visita oculistica;<br />

– in caso di contatto cutaneo: lavare abbondantemente con acqua fresca e sapone neutro, non applicare<br />

pomate;<br />

– in caso di ingestione: togliere <strong>del</strong>icatamente eventuali residui dalla bocca; non indurre il vomito; non

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