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Le piante degli orti e dei giardini: prevenzione del rischio - Ispesl

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Presentazione<br />

Molte <strong>piante</strong>, a dosi opportune, possono esplicare una benefica attività nella cura <strong>del</strong>le malattie, ma molte<br />

possono risultare tossiche. Dietro la bellezza <strong>del</strong> narciso (Narcissus) si cela la narcisina, una sostanza velenosa<br />

che se ingerita può provocare nausea, vomito, crampi e diarrea, noto dall'antichità come fiore dal profumo inebriante<br />

e soporifero, secondo gli studiosi di etimologia, la radice di narciso è "narké" (sopore, stupore), la stessa<br />

di narcotico. E il narciso è solo una <strong>del</strong>le tante <strong>piante</strong> pericolose. Sulla base <strong>del</strong>le notizie, anche se frammentarie<br />

e incomplete, riportate in letteratura, il Dipartimento di Medicina <strong>del</strong> Lavoro, nell’ambito <strong>del</strong>l’Osservatorio<br />

Epidemiologico Nazionale sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di vita ha ritenuto utile approfondire<br />

la conoscenza di <strong>piante</strong> aventi caratteristiche venefiche. Già Paracelso, nella prima metà <strong>del</strong> XVI secolo, aveva<br />

intuito che ogni sostanza può essere un veleno e che nessuna sostanza è perfettamente innocua: soltanto la<br />

quantità ne determina la velenosità. Infatti, molte <strong>piante</strong> possono essere tossiche; quindi, prima di venirne a contatto<br />

ed ingerirle è opportuno conoscerle a fondo: possono risultare tossiche solo alcune parti <strong>del</strong>la pianta (ad<br />

esempio, la masticazione di un seme di ricino può risultare molto velenosa ma l’olio di ricino ha molte ottime proprietà).<br />

Dai dati <strong>dei</strong> casi di intossicazione accidentali registrati presso l’American Association of Poison Control<br />

Centers (AAPCC) si può desumere che i casi più frequenti di intossicazione sono dovuti all’ingestione di bacche<br />

o di foglie di <strong>piante</strong> ornamentali. Per la Food and Drug Administration il maggior numero di intossicazioni si annovera<br />

tra i bambini, i quali sono particolarmente attirati dal colore o dalla somiglianza con frutti o commestibili.<br />

Ma serie intossicazioni sono state anche causate dalla mancanza di un’adeguata preparazione o esperienza<br />

nella raccolta <strong>dei</strong> frutti, fiori o erbe spontanee per preparare marmellate, frittate ed insalate, utilizzando <strong>piante</strong><br />

non ben identificate. Inoltre, frequenti possono anche essere dermatiti da contatto ed eczemi, soprattutto per<br />

chi lavora nel settore florovivaistico. Sono state dunque raccolte notizie sia su alcune <strong>piante</strong> spontanee sia su<br />

<strong>piante</strong> decorative, a volte molto conosciute. Sicuramente, con questo lavoro il discorso non si esaurisce, ma l’intento<br />

è quello di fare luce su un argomento complesso i cui rischi, talora mortali, sono spesso sottovalutati.<br />

Questo lavoro, si colloca tra i “Quaderni tecnici per la salute e la sicurezza” per diffondere nel nostro Paese<br />

una adeguata cultura <strong>dei</strong> rischi presenti negli ambienti di vita e stimolare iniziative di <strong>prevenzione</strong>, fornendo<br />

corrette informazioni sulla natura <strong>del</strong> <strong>rischio</strong> e sulle azioni di tutela.<br />

Dott. Sergio Iavicoli<br />

Direttore <strong>del</strong> Dipartimento di Medicina <strong>del</strong> Lavoro <strong>del</strong>l’ISPESL

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