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sessione 2.3 - Ogs

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GNGTS 2009 SESSIONE <strong>2.3</strong><br />

RIVISITANDO GLI SPETTRI DI PROGETTO DELLE NTC08<br />

DOPO IL TERREMOTO DELL’AQUILA<br />

H. Crowley 1 , M. Stucchi 2 , C. Meletti 2 , G.M. Calvi 1 , F. Pacor 2<br />

1 European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering (EUCENTRE), Pavia<br />

2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sezione di Milano-Pavia<br />

Il terremoto del 6 aprile 2009 è sicuramente uno degli eventi per il quale si è avuto il maggior<br />

numero di registrazioni; questo ha fatto sì che sono diventate possibili molte analisi, anche molto<br />

particolareggiate, e tra queste il confronto tra gli spettri di risposta registrati e quelli previsti dalle<br />

recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (rilasciate nel 2008 e in vigore in via definitiva dal 1°<br />

luglio 2009, NTC08). Questo tipo di confronto è stato sicuramente suggerito dal fatto che in alcune<br />

stazioni in area epicentrale si siano superati i valori di PGA previsti dalla mappa di riferimento<br />

della pericolosità sismica (MPS04, Gruppo di Lavoro MPS, 2004) per il periodo di ritorno di 475<br />

anni. Viene quindi affrontato dapprima il problema se le registrazioni di un unico terremoto possono<br />

essere utilizzate per validare il modello di riferimento e se le eventuali differenze possano pertanto<br />

considerarsi significative. Viene poi analizzato il ruolo di alcuni elementi di input della valutazione<br />

della pericolosità sismica, in particolar modo le relazioni di attenuazione utilizzate, generalmente<br />

considerate poco affidabili per brevi distanze dalla faglia. Viene infine valutata la procedura<br />

adottata nella predisposizione di NTC08, che sembra aver privilegiato un migliore adattamento agli<br />

spettri a pericolosità uniforme rilasciati da INGV (http://esse1.mi.ingv.it) rispetto a considerazioni<br />

di cautela contenute sia negli stessi dati di pericolosità sismica che nella prassi corrente in molti paesi.<br />

La serie di confronti tra registrazioni accelerometriche e spettri di progetto previsti dalle NTC08<br />

che è stata condotta suggerisce diverse chiavi di lettura che verranno presentate e discusse.<br />

Bibliografia<br />

Gruppo di Lavoro MPS; 2004: Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall’Ordinanza PCM del 20 marzo 2003<br />

n.3274 All. 1. Rapporto conclusivo per il Dipartimento della Protezione Civile, INGV, Milano-Roma, aprile 2004, 65 pp. + 5<br />

allegati, http://zonesismiche.mi.ingv.it/.<br />

STRATEGIA PER LA STIMA DELLA SICUREZZA SISMICA<br />

DEGLI EDIFICI SCOLASTICI IN MURATURA<br />

N. Gattesco, R. Franceschinis, F. Zorzini<br />

Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana, Università di Trieste<br />

In Italia, molti degli edifici presenti nelle zone classificate di media e alta sismicità, che ospitano<br />

attività di tipo strategico o rilevante nei confronti della pubblica incolumità, non sono stati progettati<br />

con criteri antisismici per cui, spesso, risulta necessario procedere con interventi di rinforzo.<br />

Essendo elevato il numero di edifici da sottoporre alla valutazione e ad eventuale intervento di adeguamento,<br />

ed essendo limitate le risorse economiche che si rendono disponibili al momento, è<br />

necessario stabilire una scala di priorità in modo di procedere agli interventi iniziando dagli edifici<br />

con maggiori carenze in termini di resistenza all’eccitazione sismica. Il presente lavoro è stato sviluppato<br />

nell’ambito di un progetto per l’analisi degli scenari sismici riguardanti gli edifici scolastici<br />

della Regione Friuli Venezia Giulia (progetto ASSESS). Tale progetto prevede lo studio della<br />

situazione del patrimonio dell’edilizia scolastica regionale, costituito da circa 1000 scuole, al fine<br />

di compilare una scala di priorità di intervento per la mitigazione del rischio sismico. Oltre alla vulnerabilità<br />

intrinseca della struttura, la sicurezza dell’edificio può essere fortemente condizionata da<br />

altri fenomeni innescati dal terremoto quali la liquefazione del suolo di fondazione, l’attivazione di<br />

frane da versanti in prossimità e la pericolosità indotta da opere rilevanti critiche (dighe, serbatoi,<br />

impianti industriali di sostanze tossiche o esplosive, ecc.) che si trovano ad una distanza inferiore<br />

alla distanza di sicurezza. Questi fenomeni devono essere tenuti in debita considerazione nella defi-<br />

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