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GNGTS 2009 SESSIONE <strong>2.3</strong><br />
sismiche in termini di accelerazione massima al suolo (Peak Ground Acceleration, PGA) che determinerebbero,<br />
rispettivamente, condizioni di incipiente collasso, di danno severo agli elementi strutturali<br />
e di danno limitato relativo essenzialmente alle parti non strutturali (DPC, 2005). Al fine di<br />
valutare il rischio cui è soggetta una struttura, tali accelerazioni, rappresentative delle prestazioni<br />
dell’edificio, sono state rapportate alle accelerazioni attese nel sito in cui è ubicato l’edificio considerando<br />
diverse probabilità di occorrenza, ossia terremoti con periodo di ritorno di 2475 anni per lo<br />
stato limite di collasso, di 475 anni per lo stato limite di danno severo (Stato Limite di salvaguardia<br />
della Vita, SLV, nelle attuali Norme Tecniche del 14 gennaio 2008) e, infine, di 95 anni per lo<br />
stato limite di danno limitato (PCM, 2004). Queste accelerazioni sono state ricavate dalle mappe di<br />
pericolosità proposte in (INGV, 2004) e inserite nelle NTC 2008. Si possono così calcolare i seguenti<br />
indicatori del rischio atteso: α u1 = (PGA CO )/(PGA 2% ) per il collasso, α u2 = (PGA DS )/(PGA 10% ) per il<br />
danno severo, e α E = (PGA DL )/(PGA 50% ) per il danno limitato. α u1 e α u2 vanno considerati indicatori<br />
di rischio riconducibili alla sicurezza delle strutture, mentre α E è un indicatore del rischio di inagibilità<br />
dell’opera. Come noto, valori prossimi o superiori all’unità caratterizzano casi in cui il livello<br />
di rischio è prossimo a quello richiesto dalle norme, mentre valori bassi, prossimi a zero, caratterizzano<br />
casi ad elevato rischio. Nella tabella 1 si riporta un quadro sintetico dei livelli di rischio<br />
sismico stimati per gli ospedali delle due province lucane, sia in termini di danno severo (α u2 ) che<br />
di danno limitato (α E ).<br />
Tab. 1 - Quadro sintetico dei livelli di rischio valutati per i diversi gruppi di edifici.<br />
Curve di rischio e strategie di intervento. Al fine di individuare le più efficaci strategie di<br />
intervento sull’intero campione di edifici in esame, in rapporto alle limitate disponibilità economiche,<br />
si è messa a punto una procedura per la costruzione di curve di rischio. Le curve di rischio sono<br />
relazioni che esprimono la variazione nel tempo del rischio sismico globale di un gruppo di edifici,<br />
in funzione, essenzialmente, del tipo di intervento di rafforzamento prescelto e del rapporto tra<br />
risorse economiche richieste e disponibili. Per la costruzione di tali curve è innanzitutto necessario<br />
definire un indice in grado di esprimere il rischio sismico globale di un campione di edifici. Con<br />
riferimento al rischio relativo alla sicurezza delle strutture, è stato considerato un opportuno valore<br />
medio⎺α tra quelli calcolati sui singoli edifici per l’indicatore di rischio α u2 valutato considerando<br />
che valori diversi dinon assumono la stessa rilevanza sociale (conseguenze attese sulle persone) ed<br />
economica (costo di intervento) per edifici con superficie diversa. Infatti, in assenza di dati più<br />
accurati è da ritenere che, maggiore è la superficie dell’edificio, più elevato sarà il numero di posti<br />
letto presenti nella struttura ospedaliera. Il valore medio convenzionale⎺α per ogni gruppo di edifici<br />
è stato calcolato con la seguente espressione:<br />
in cui la sommatoria è estesa a tutti gli edifici di un gruppo, α i è l’indicatore di rischio α u2 relativo<br />
all’edificio i-esimo e S i rappresenta la corrispondente superficie. In realtà i valori di α u2 , dunque di<br />
, sono inversamente proporzionali al livello di rischio in quanto, per come vengono calcolati, sono<br />
direttamente proporzionali alla resistenza sismica dell’edificio. Pertanto, come indice di rischio<br />
(globale) si può definire il complemento ad 1 di⎺α , ovvero:<br />
IR(t) = 1 –⎺α (2)<br />
(1)<br />
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