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sessione 2.3 - Ogs

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GNGTS 2009 SESSIONE <strong>2.3</strong><br />

the building). In any case, the potential effects of geo-morphologic scenarios could be taking into<br />

account in the risk assessment in order to consider the different priority of investigation.<br />

Acknowledgements. This work develops in the ASSESS project, financed by the Civil Defense Department of<br />

Friuli Venezia Giulia Region (Italy)<br />

References<br />

Di Cecca M., Grimaz S.; 2008, accepted: The new Friuli earthquake Damage database (Fr.E.D.). Boll. Geof. Teor. Appl.<br />

Eurocode 8; 1998 – EN 1998: Design of structures for earthquake resistance.<br />

Gruppo di Lavoro, 2004: Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall’ordinanza PCM del 20 marzo 2003. All. 1.<br />

Rapporto conclusivo per il Dipartimento di Protezione Civile. INGV, Milano-Roma, aprile 2004, 65 pp + 5 appendici.<br />

Grimaz S., 2009, accepted: Seismic site effects estimation from Probit analysis of the data of the 1976 Friuli earthquake (NE Italy).<br />

Boll. Geof. Teor. Appl.<br />

Grimaz S., Malisan P., Barazza F., Del Pin E.; 2009: Potenziale influenza degli effetti di sito nelle stime di rischio sismico a livello<br />

territoriale. XIII convegno ANIDIS, Bologna.<br />

Grünthal G.; 1998. “European Macroseismic scale 1998”. Chaiers du Centre Europèèn de Géodynamique et de Séismologie,<br />

Volume 15, Luxembourg. 15<br />

Lagomarsino S., Giovinazzi, S.; 2006: Macroseismic and mechanical models for the vulnerability and damage assessment of<br />

current buildings. Bull. Earthquake Eng., 4, 415-443.<br />

Malisan P., Grimaz S., Barazza F.; 2009: Prime valutazioni sul rischio sismico delle scuole del Friuli Venezia Giulia a partire dai<br />

dati dell’Anagrafe degli edifici scolastici. XIII convegno ANIDIS, Bologna.<br />

ASSESS, 2009: Relazione congiunta attività fase I. Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, Università di<br />

Trieste, Università di Udine.<br />

LE AZIONI SISMICHE PREVISTE NELLE NTC 2008:<br />

ANALISI E CONFRONTI CON PRECEDENTI NORME SISMICHE<br />

V. Manfredi, A. Masi<br />

Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata, Università degli studi della Basilicata, Potenza<br />

Introduzione. La classificazione sismica di un territorio, dunque la definizione delle azioni con<br />

cui devono essere progettate le costruzioni, è uno strumento fondamentale per la mitigazione del<br />

rischio sismico. In Italia la prima classificazione fu proposta dopo il disastroso terremoto di Reggio<br />

Calabria e Messina nel 1908. Successivamente, purtroppo sempre e solo a seguito di eventi verificatisi<br />

nei decenni successivi, si arrivò fino al 1980 ad individuare a rischio quasi il 25% del territorio<br />

nazionale. Negli ultimi decenni, in particolare dopo i terremoti del 1980 in Campania-Basilicata<br />

e del 2002 in Molise, gli studi di pericolosità sismica effettuati hanno portato a classificare quasi<br />

il 70% del territorio nazionale, ed inoltre con la OPCM 3274 del 2003, anche alle aree precedentemente<br />

non classificate è stato attribuito un valore, seppur minimo, del parametro di pericolosità<br />

adottato per la progettazione. Negli anni la classificazione sismica italiana è stata effettuata individuando<br />

diversi intervalli di valori di intensità attesi e attribuendo all’intero territorio dei diversi<br />

comuni il valore di intensità dell’estremo superiore dell’intervallo di appartenenza stimato. Chiaramente<br />

tale procedura comporta in genere una sovrastima delle azioni sismiche assunte convenzionalmente<br />

rispetto ai valori desunti localmente dagli studi di pericolosità. Ciò vale sia per il progetto<br />

delle nuove costruzioni che per la valutazione e l’eventuale adeguamento di quelle esistenti prive<br />

di protezione sismica. Se per le nuove costruzioni questa sovrastima non determina significativi<br />

extra-costi, per le costruzioni esistenti ciò può comportare il ricorso a interventi di rafforzamento<br />

sensibilmente più onerosi. Tali interventi, in particolare per le costruzioni ricadenti in aree con livelli<br />

di pericolosità reali medio-bassi potrebbero essere molto limitati o addirittura evitati contando sul<br />

surplus di capacità resistente di cui le strutture sono a volte dotate rispetto ai carichi gravitazionali<br />

e che può essere reso disponibile nei confronti delle azioni sismiche (Masi et al., 2008). Attualmente<br />

sono stati introdotti nelle recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008, D.M.<br />

14.01.2008) i risultati di nuovi studi sulla pericolosità (INGV 2004) che permettono la definizione<br />

delle azioni sismiche con riferimento ad una scala continua di valori di scuotimento funzione delle<br />

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