You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
GNGTS 2009 SESSIONE <strong>2.3</strong><br />
ma valutazione, di due fattori: la classe demografica e la classe di danneggiamento attribuita ai<br />
comuni lucani in seguito al sisma Irpinia-Basilicata del 23 novembre 1980. Per quanto riguarda il<br />
secondo fattore, tenuto conto delle modalità di attribuzione dei finanziamenti a seguito del sisma<br />
del 1980, si è ritenuto che il dato sullo stato di danneggiamento dei centri abitati possa essere utilizzato,<br />
in prima approssimazione ed in assenza di informazioni più specifiche e dettagliate, come<br />
un indicatore dei finanziamenti ricevuti e dunque della entità degli interventi di adeguamento effettuati<br />
nei diversi comuni. In tal senso va rilevato che l’opera di rafforzamento del patrimonio edilizio<br />
privato della Basilicata è conseguente a diversi eventi sismici verificatisi negli ultimi decenni<br />
ma la quota più rilevante è certamente derivata dal sisma irpino-lucano del 1980. Sono attualmente<br />
in corso di svolgimento, in collaborazione con la Regione Basilicata, una serie di attività per definire<br />
in modo dettagliato entità e caratteristiche degli interventi di rafforzamento sismico effettuati<br />
in tutti i comuni lucani. Infine, le distribuzioni di vulnerabilità ricavate dall’analisi del database di<br />
rilievo per ciascuna tipologia strutturale sono state estese alle medesime tipologie definite dall’analisi<br />
del DB_ISTAT per tutti i 131 considerando, come elemento di confronto, i raggruppamenti dei<br />
comuni effettuati sulla base dei criteri di demografia e danneggiamento post-sisma.<br />
Alcuni risultati. In Fig. 1 sono mostrate le mappe di vulnerabilità sismica della regione Basilicata.<br />
L’analisi dei risultati mostra che la maggior parte dei comuni situati in corrispondenza del<br />
dominio appenninico presenta edifici in classe ad alta vulnerabilità (classe A), con percentuale compresa<br />
tra il 20 ed il 40%, con un numero significativo di comuni in cui questo valore supera l’estremo<br />
superiore. Una buona percentuale di classe D (edifici antisismici) si riscontra principalmente nei<br />
comuni maggiormente colpiti dal sisma del 1980, a seguito dei diffusi interventi di adeguamento o<br />
ricostruzione effettuati con i finanziamenti della Legge 219 del maggio 1981. A partire dalle classi<br />
di vulnerabilità può essere stimato il danneggiamento atteso a seguito di eventi sismici e, conseguentemente,<br />
stimati gli effetti sugli edifici (inagibilità) e sulle persone coinvolte. In Fig. 2-a e Fig.<br />
2-b si riportano due esempi di mappe di rischio per i 131 comuni della Basilicata, relative al valore<br />
annuo atteso degli edifici inagibili e crollati stimato, per i dati relativi alla vulnerabilità, con la<br />
procedura descritta nel presente lavoro. Le mappe ottenute sono state confrontate, per la regione<br />
Basilicata, sia con quelle nazionali prodotte dal DPC nel 2001 che con l’aggiornamento redatto nel<br />
2008. Al fine di poter valutare quanto la metodologia per stimare la vulnerabilità messa a punto nel<br />
presente lavoro si discosti da una valutazione fatta basandosi sul solo dato ISTAT si è ritenuto utile,<br />
per la stima degli indici di rischio, applicare la stessa metodologia e la stessa pericolosità sismica<br />
considerate in Lucantoni et al. (2001) per la redazione delle mappe nazionali di rischio sismico.<br />
Fig. 2 - Mappa di rischio in termini di valore annuo atteso (in percentuale): a) di edifici inagibili i b) crollati per<br />
comune.<br />
485