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intervista Marco Filiberti<br />
Piera degli Esposti<br />
Il crepuscolo degli uomini<br />
Appena presentato a Venezia, “Il compleanno” è un melodramma alla Douglas Sirk:<br />
due coppie, una villa e una presenza che turba gli equilibri…<br />
Dopo Poco più di un anno fa<br />
nel 2002, Marco Filiberti torna alla regia con Il<br />
compleanno, melò all star – da Alessandro<br />
Gassman a Piera degli Esposti passando per<br />
Michela Cescon, Maria de Medeiros, Massimo<br />
Poggio e Christo Jivkov – già passato al<br />
Controcampo Italiano della 66^Mostra di<br />
Venezia. È la storia di due coppie di amici,<br />
Matteo e Francesca e Diego e Shary, che<br />
passano l’estate in una casa sulla spiaggia, tra<br />
crisi e momenti di tensione, finché arriva<br />
David, il figlio di Diego e Shary, che travolgerà<br />
tutti...<br />
Produttivamente, che Compleanno è?<br />
Ho due produttrici francesi per una società<br />
italiana, la ZenZero. Non posso disattendere<br />
le mie radici, combatto nel mio terreno, ma la<br />
mia estraneità al sistema è fortissima e<br />
continuerà ad esserlo: Il compleanno è stato<br />
realizzato senza Rai né Medusa.<br />
Rai e Medusa: fanno bene al nostro<br />
cinema?<br />
Quella tra cinema e televisione è una<br />
connection perniciosa: un peccato mortale,<br />
che mina autenticità e libertà degli autori. È<br />
la tendenza all’omologazione, strategica,<br />
calcolata, che fa parte della volontà di<br />
assopimento del senso critico generale: non<br />
un individuo dalle scelte deliberate e<br />
soggettive, ma un compratore come vuole il<br />
capitalismo iperselvaggio.<br />
Che vorresti passasse con questo film?<br />
Ho un desiderio tormentato e ineludibile,<br />
spero collettivo: il superamento della<br />
contemporanea descrittività, mediata<br />
dall’implosione del linguaggio televisivo. Nel<br />
mio libro che accompagna il film, Il melò<br />
ritrovato, sostengo che c’è stato un tempo<br />
degli dei, uno del dio unico, e uno degli<br />
uomini, che oggi sta tramontando, sostituito<br />
dalla tecnologia. Cerco di registrare il<br />
crepuscolo degli uomini, sperando di dare<br />
18 VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />
Massimo Poggio, Maria de Medeiros, Alessandro Gassman e Michela Cescon<br />
luce e senso nella riorganizzazione delle<br />
forme, perché non finisca tutto in un centro<br />
commerciale il sabato pomeriggio.<br />
E la forma scelta è il melò.<br />
Parto da due percorsi che confluiscono.<br />
Innanzitutto, identifico il legame del gesto<br />
artistico cinematografico con l’eziologia<br />
melodrammatica; poi, c’è il mio percorso<br />
personale: non potrei fare altro, affino il<br />
linguaggio in termini contemporanei,<br />
lavorando in sottrazione rispetto<br />
all’ineludibile modello di Douglas Sirk.<br />
Veniamo al film…<br />
Si apre su una scena d’opera in teatro con<br />
Tristano e Isotta: una mediazione per far<br />
accedere il pubblico. Ma, per dirla con<br />
Thomas Mann, la nobiltà dello spirito non<br />
appartiene a nessuno dei personaggi, sta nel<br />
metatesto, in quell’altrove a cui i caratteri<br />
non arrivano. Tanto è vero che il film finisce<br />
malissimo, non solo per la tragedia ma perché<br />
questa non serve: David scatena una reazione,<br />
stigmatizzando lo strato di non autenticità<br />
che riveste queste persone, in una società<br />
improntata al capitalismo e svuotata di<br />
identità.<br />
E gli attori?<br />
Massimo Poggio ha il ruolo principale: il suo<br />
personaggio ha la consapevolezza più alta, è<br />
l’unico intellettuale, gli altri appartengono al<br />
milieu borghese, ma senza cultura. Il suo<br />
Matteo, orfano come Tristano, si è fatto<br />
da solo ed è molto attaccato alla<br />
sua professione di<br />
psicanalista, ma si<br />
sfascia: è disarmante.<br />
La moglie,<br />
Francesca, ha il<br />
volto di Maria de<br />
Medeiros.<br />
Potrebbe essere<br />
una Desdemona<br />
dei giorni nostri, una bambina senza età, con<br />
gli occhioni spalancati sull’abisso. Accanto a<br />
lei, Michela Cescon, utilizzata sempre in modo<br />
mortificante: qui è bellissima, bionda,<br />
irriconoscibile, una novella Lana Turner.<br />
La sua Shari è accoppiata ad Alessandro<br />
Gassman…<br />
Un eterno ragazzo, Diego, che gioca<br />
sull’appeal e l’inconsistenza, in un tira e molla<br />
con la compagna. Diego voleva fare l’attore<br />
ed è finito nello studio del padre: è simpatico,<br />
figo e senza posizione nel mondo. Ma in un<br />
gruppo corroso dall’ansia ha un ruolo di<br />
bilanciamento: non si accorgerà di nulla, solo<br />
che la vacanza sta andando in malora.<br />
Poi c’è il fratello minore di Shari,<br />
Leonard.<br />
Christo Jivkov, ovvero la nobiltà offesa dalla<br />
violenza del mondo: un solitario, con la croce<br />
sulle spalle. È l’unico a presentire la tragedia,<br />
ma i suoi mezzi non possono fare breccia<br />
nella società attuale.<br />
Un Compleanno nichilista?<br />
No, perché la ricerca dell’altrove permea<br />
ogni singolo fotogramma. La risoluzione c’è,<br />
ma non è qui: i personaggi non ci possono<br />
arrivare, forse gli spettatori. È un film sulle<br />
verità nascoste, e nella verità una risposta<br />
c’è sempre.<br />
FEDERICO PONTIGGIA