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ubriche Mondo d’essai<br />

a cura di MARTA PROIETTI<br />

LIONELLO CERRI<br />

30 ANNI DI ANTEO SPAZIOCINEMA<br />

La qualità paga: parola del fondatore della sala d’essai per antonomasia di Milano, alle<br />

Un cinema dove, oltre a vedere<br />

film di qualità, poter incontrare i registi, fare<br />

un corso di recitazione, assistere ad una<br />

mostra, ascoltare un concerto, ma anche<br />

mangiare insieme agli amici in un ristorante e<br />

passeggiare in una libreria. Parliamo del<br />

cinema Anteo di Milano che, proprio<br />

quest’anno, festeggia i suoi trent’anni di<br />

attività.<br />

Fondato nel 1979 da Lionello Cerri, insieme<br />

ad altri soci, l’Anteo è nato con l’obiettivo di<br />

creare uno spazio polivalente nel quale far<br />

convivere, accanto alla “classica” proiezione,<br />

molte altre attività: dai concerti ai corsi di<br />

cinema e teatro, dalle mostre agli incontri<br />

con i registi. “Eravamo spinti – spiega Cerri –<br />

dal desiderio di condividere un progetto: io e<br />

i miei soci non eravamo figli di esercenti, ma<br />

spettatori occasionali e il fatto che a Milano,<br />

in quegli stessi anni, avessero aperto dei<br />

teatri “alternativi”, realtà polivalenti come<br />

l’Elfo, il Portaromana e il Ciak, ci ha fatto<br />

pensare di aprire un luogo analogo, ma<br />

dedicato interamente al cinema. L’idea era<br />

quella di far capire allo spettatore tutto<br />

quello che c’è dietro al “prodotto finito film”,<br />

dandogli la possibilità di frequentare un<br />

corso di sceneggiatura, piuttosto che di regia<br />

o di storia del cinema. Creare così una sala a<br />

misura d’uomo per dare allo spettatore la<br />

possibilità di andare al cinema come se stesse<br />

andando a casa di amici. Questa è stata la<br />

logica che ci ha spinti a portare avanti il<br />

cinema in una certa maniera, dando forza al<br />

prodotto, ma allo stesso tempo curando il<br />

rapporto con il pubblico, attività che ritengo<br />

complementare alla proiezione”.<br />

Seguendo questa strada, negli anni l’Anteo è<br />

divenuto in Italia un vero e proprio “caso”<br />

che è stato anche oggetto di studio da parte<br />

di alcuni studenti universitari. Nato come<br />

monosala, nel ’97 l’Anteo è stato trasformato<br />

in multisala con la creazione di due nuove<br />

sale. Nello stesso anno è stata ampliata la<br />

52 VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />

libreria, che era già presente nel cinema, ed è<br />

stato aperto, sempre all’interno della<br />

struttura, un ristorante che si chiama Osteria<br />

del Cinema. Quattro anni fa è stata aggiunta<br />

una quarta sala di 50 posti. Ma oltre che nella<br />

struttura, è nel rapporto costruito con il<br />

pubblico il punto di forza dell’Anteo che,<br />

all’anno, raggiunge i 300 mila spettatori. “Le<br />

persone che frequentano il nostro cinema –<br />

dice Cerri – sono facilmente riconoscibili.<br />

Potrei farne l’identikit. Circa due anni fa uscì<br />

un articolo sul Corriere della Sera in cui Lina<br />

Sotis scriveva in modo positivo proprio<br />

questo: lo spettatore che va all’Anteo si<br />

riconosce, ovvero veste in modo simile e parla<br />

anche nello stesso modo. Ed è vero”.<br />

In trent’anni di attività, sono diversi i ricordi di<br />

Cerri legati ad iniziative che hanno riscontrato<br />

una grande partecipazione di pubblico. “Ad<br />

esempio – racconta – quando l’Anteo era<br />

ancora una monosala, riuscimmo a portare al<br />

cinema, in un solo giorno, 12 mila spettatori:<br />

si trattava del ’94 e facevamo una proiezione<br />

ogni 20 minuti di un corto, realizzato da più<br />

registi italiani, contro Berlusconi. Quindici<br />

anni fa invece abbiamo proposto una serata<br />

dedicata alla “porno archeologia”, curata da<br />

Farassino e Sanguineti, e la via di fronte al<br />

cinema era piena di gente che avrebbe voluto<br />

entrare in sala, ma che non è stato possibile<br />

accontentare. Sono diversi i ricordi di questo<br />

tipo, tanto che uno dei nostri problemi è stato<br />

che spesso è girata la voce di non venire<br />

all’Anteo, soprattutto in alcuni giorni della<br />

settimana, perché non si riusciva ad entrare”.<br />

Tra le attività collaterali che funzionano<br />

meglio all’Anteo, Cerri ne cita in particolare<br />

alcune, come le schede sui film “che<br />

realizziamo da quando abbiamo aperto, ma<br />

vanno molto bene anche gli incontri con i<br />

registi, sia nazionali sia internazionali, che<br />

organizziamo circa due volte al mese. Per<br />

realizzare tutto questo, con me – spiega – non<br />

lavorano solo operatori e maschere ma ci<br />

sono cinque persone in ufficio che si<br />

occupano non solo dell’Anteo, ma anche<br />

dell’Apollo di Milano e dei cinema di Monza.<br />

Queste persone hanno il compito di<br />

“organizzare” il pubblico: c’è chi si occupa<br />

delle scuole, chi delle rassegne, chi dell’ufficio<br />

stampa e via dicendo. La logica nasce dal<br />

concetto teatrale di organizzazione del<br />

pubblico”. Per quanto riguarda la<br />

promozione di queste iniziative, sono diversi i<br />

canali utilizzati. “Abbiamo una mailing list di<br />

migliaia di persone a cui mandiamo tutte le<br />

informazioni sulle nostre attività. Abbiamo<br />

poi un sito Internet che è molto frequentato<br />

e ci segue molto anche la stampa”.<br />

Malgrado ciò, anche l’Anteo negli ultimi anni<br />

ha dovuto affrontare i cambiamenti del<br />

mercato. “Il pubblico – dice Cerri – dall’inizio<br />

della nostra attività è cresciuto in modo<br />

costante, ma è chiaro che negli ultimi anni<br />

abbiamo anche noi fatto i conti con una<br />

realtà diversa. Una volta a Milano eravamo<br />

solo noi a programmare un certo tipo di film<br />

che invece adesso esce su più schermi, anche<br />

nei multiplex. È ovvio che il pubblico di questi<br />

film non può aumentare a dismisura e di<br />

conseguenza anche la nostra resa è<br />

diminuita”. Per Cerri in questo momento, in<br />

cui si registra un numero elevato di chiusure<br />

di sale di città, è proprio nelle attività<br />

collaterali e nella qualità del servizio che si fa<br />

la differenza: “offrire un servizio sempre più<br />

slow food contro quello fast food dei<br />

multiplex. È su questo che si vince o si perde<br />

la partita”.<br />

Tra i progetti per il futuro, c’è la partenza di<br />

una collaborazione “con un istituto<br />

universitario importante di Milano – dice<br />

Cerri che però preferisce ancora non svelarne<br />

il nome – che prevede vari corsi, dalla<br />

scrittura del film alla storia del cinema, che<br />

saranno aperti agli studenti, agli insegnati,<br />

ma anche al pubblico”.

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