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500 GIORNI INSIEME<br />

di Marc Webb<br />

Titolo originale: 500 days of Summer …Sceneggiatura:<br />

Scott Neustadter, Michael H. Weber …Fotografia:<br />

Eric Steelberg …Montaggio: Alan Edward Bell<br />

…Interpreti: Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel,<br />

Geoffrey Arend, Chloe Grace Moretz …Produzione:<br />

Fox Searchlight, Waterman Production …Distribuzione:<br />

20th Century Fox …Usa 20<strong>09</strong> …colore 96’<br />

“QUESTA È la storia di un<br />

ragazzo che incontra una ragazza.<br />

Ma vi avverto subito: non è una<br />

storia d’amore”. La voce narrante<br />

alquanto perentoria del<br />

protagonista istruisce lo spettatore<br />

su cosa non aspettarsi. E<br />

sagacemente lascia che lo stesso<br />

spettatore apra la bella sorpresa di<br />

DIAMOND 13<br />

di Gilles Béhat<br />

Titolo originale: Diamant 13 …Sceneggiatura: Gilles<br />

Béhat, Oliver Marchal, Hugues Pagan …Fotografia:<br />

Bernard Malaisy …Montaggio: Thierry Faber<br />

…Musiche: Frederic Vercheval …Interpreti: Gérard<br />

Depardieu, Oliver Marchal, Asia Argento, Aïssa Maïga<br />

…Produzione: MK2 …Distribuzione: Moviemax<br />

...Francia/Belgio/Lussemburgo 20<strong>09</strong> …colore 93’<br />

DIAMOND 13 è una pellicola di<br />

genere con molti padri nobili,<br />

manierata, efficace e violenta nella<br />

prima parte, squilibrata e<br />

sfilacciata nella seconda, in una<br />

cronaca crudele ed essenziale,<br />

senza presunzioni d’autore.<br />

Mat, poliziotto della sezione<br />

criminale della polizia di Parigi,<br />

500 giorni insieme, ovvero<br />

un’esilarante commedia. Complice<br />

la storia vera, pare, vissuta da uno<br />

dei due sceneggiatori, trasformata<br />

nel riuscito esordio “in<br />

lungo” del già<br />

videomaker Marc Webb.<br />

Tom (Joseph Gordon-<br />

Levitt) scrive biglietti<br />

augurali. Incontra<br />

Summer – tradotta in<br />

italiano con Sole – (Zooey<br />

Deschanel) e se ne<br />

innamora<br />

perdutamente.<br />

Ma la ragazza<br />

vive la<br />

scopre che un suo collega della<br />

squadra antidroga è coinvolto in<br />

un traffico di stupefacenti; l’uomo,<br />

deciso a rispettare il vincolo di<br />

amicizia, decide di mettere a<br />

rischio la sua carriera per cercare di<br />

salvarlo e di neutralizzare<br />

l’organizzazione criminale.<br />

Poliziesco duro e classico, scandito<br />

dalla pulsione per la vendetta e<br />

dal rispetto del codice etico dei<br />

comportamenti, Diamond 13,<br />

proiettato al Taormina FilmFest<br />

nella sezione Anteprime al Teatro<br />

Antico, rilegge e ricalca la struttura<br />

della letteratura poliziesca, di<br />

figure sconfitte alla deriva,<br />

relazione come un’amicizia,<br />

alimentando le pene d’amore del<br />

malcapitato per i fatidici 500<br />

giorni. Lo stillicidio amoroso al<br />

maschile è vissuto con un racconto<br />

in flashback in prima persona con<br />

tanto di “conta giorni” dal<br />

momento dell’incontro<br />

all’epilogo, naturalmente da non<br />

svelare. I due giovani,<br />

imperfettamente belli ma<br />

perfettamente interpretati, hanno<br />

diverse passioni in comune: dalla<br />

musica per gli Smiths alla pittura<br />

di Magritte, e vanno perfino<br />

all’Ikea giocando alla felice<br />

famiglia americana nell’era<br />

dell’iPod. Ma tutto questo non<br />

basta per alimentare l’amore, dice<br />

lei, confusamente ma a<br />

ripetizione. Webb,<br />

mostrando cinecultura<br />

e<br />

passione<br />

per la<br />

musica,<br />

perdute dentro una metropoli<br />

notturna e degradata, attraversata<br />

da colori iperrealisti. Béhat,<br />

attratto istintivamente dagli eroi<br />

solitari, silenziosi, emarginati e<br />

dimenticati, è stato sempre<br />

sedotto dalle colpe dei personaggi,<br />

dalle zone grigie ed oscure, deciso<br />

a rappresentare l’interscambio dei<br />

ruoli, esasperando la disperazione<br />

e l’isolamento. Qui affronta un<br />

racconto popolare con un verismo<br />

costruito sulla percezione del<br />

tradimento e sulla perdita della<br />

speranza. È un mondo criminale e<br />

razionale, già narrato nel violento<br />

esordio Rue Barbare, che citava<br />

un’idea tradizionale e<br />

appassionata di western urbano<br />

cercando di riprodurre le difficoltà<br />

di uomini senza futuro, in fuga da<br />

lutti e disperazioni, prigionieri e<br />

vittime del dovere, nel rispetto<br />

della legge e dei codici. Diamond<br />

13 deve molto al pessimismo sulla<br />

condizione umana di Melville e<br />

Verneuil (Il poliziotto della<br />

brigata criminale, Polvere<br />

d’angelo), esempi atipici ed<br />

inconsueti di gialli esistenziali con<br />

al centro poliziotti anarchici, senza<br />

motivazioni decisive, intrappolati<br />

dal lavoro e da un’idea personale<br />

di giustizia. Il film, che si smarrisce<br />

schede critiche<br />

infarcisce con bravura il suo film di<br />

citazioni colte (Il laureato,<br />

Truffaut), di canzoni sfiziose<br />

(addirittura un hit di Carla Bruni)<br />

strizzando l’occhio al musical e di<br />

un montaggio interessante, dallo<br />

slow motion alle accelerazioni,<br />

dallo split screen all’animazione.<br />

La direzione del romanticismo<br />

melodrammatico subisce<br />

un’interessante inversione di rotta<br />

perché qui non siamo di fronte al<br />

semplice tentativo di conquista<br />

dell’uomo sulla donna, bensì alla<br />

riduzione del primo a preda di un<br />

sogno d’amore, più che del<br />

sentimento per una persona,<br />

mentre l’oggetto in questione si<br />

comporta esattamente secondo il<br />

cliché tipico del maschio. E allora<br />

si intuisce che il film lavora con<br />

intelligenza sul processo di<br />

maturazione dell’essere<br />

umano, portandolo dalla<br />

percezione del proprio punto<br />

di vista come assoluto alla<br />

presa di coscienza di quanto è<br />

reale. 500 giorni insieme<br />

è stato presentato con<br />

successo al Sundance e<br />

sonoramente<br />

applaudito in Piazza<br />

Grande a Locarno.<br />

ANNA MARIA PASETTI<br />

nella risoluzione dell’enigma, resta<br />

costruito su invenzioni ed<br />

intuizioni descrittive, con una<br />

vocazione essenziale e cinefila,<br />

diretta a ricalcare i modelli amati e<br />

studiati con una visione<br />

struggente e nostalgica, emotiva e<br />

retrospettiva, nel tentativo di<br />

contaminare la sintesi spietata e<br />

romantica del fumetto con la<br />

forma ed il linguaggio del thriller:<br />

senza appesantimenti ed analisi<br />

psicologiche ma con la forza e<br />

l’energia dell’azione, perfetta nel<br />

sintetizzare i contrasti tra periferie<br />

squallide e pericolose e quartieri di<br />

lusso. Il regista, di solida<br />

formazione televisiva, lavora con<br />

la semplicità e la concretezza di un<br />

artigiano, concentrandosi sul<br />

distacco e sul vuoto,<br />

sull’impotenza e l’ambiguità.<br />

DOMENICO BARONE<br />

VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />

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