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Alessandro di Robilant<br />
intervista<br />
FILMOGRAFIA - Il nodo alla cravatta (1981), Anche lei fumava il sigaro (1985), Il giudice ragazzino<br />
(1993), I fetentoni (1999), Per sempre (2003), L’uomo della carità (2006), Marpiccolo (20<strong>09</strong>)<br />
Percorso obbligato<br />
Tra criminalità e angeli custodi si dipana la storia del giovane Tiziano, inchiodato<br />
nel quartiere ghetto che si affaccia sul “Marpiccolo” di Taranto<br />
La struttura narrativa è quella<br />
del romanzo di formazione, ma il nuovo film<br />
di Alessandro di Robilant, Marpiccolo, è<br />
anche il ritratto di una città, Taranto, umiliata<br />
ed offesa. Al centro del racconto Tiziano, 17<br />
anni, abitante del quartiere Paolo VI, un<br />
labirinto di cemento sorto negli anni ’70 per<br />
svuotare la città vecchia e “deportare” in<br />
periferia gli abitanti più poveri e le fasce<br />
sociali a rischio. “Se nasci nel quartiere Paolo<br />
VI – commenta di Robilant – davanti a te si<br />
aprono solo tre prospettive: saltuari contratti<br />
trimestrali nella Nettezza Urbana; un posto<br />
fisso all’Ilva, con conseguente condanna ad<br />
una vita breve; oppure una rapida carriera<br />
nella criminalità. In questa situazione, è<br />
logico che i ragazzi più svegli e più capaci<br />
scelgano la terza strada. Ed è appunto ciò che<br />
nel film accade al protagonista che, anche<br />
per saldare i debiti contratti dal padre, si<br />
mette al servizio del boss del quartiere. Il film<br />
racconta la lenta ma inarrestabile caduta di<br />
Tiziano nel gorgo della criminalità, fino ad un<br />
tentato omicidio che non riesce e che<br />
conduce Tiziano dietro le sbarre. A salvare<br />
Tiziano da un destino che sembra segnato,<br />
comune alla maggior parte dei suoi amici e<br />
conoscenti, intervengono – prosegue il<br />
regista – tre angeli custodi che gli<br />
prospettano la possibilità di un’esistenza<br />
diversa: dapprima un’insegnante che lo<br />
spinge alla lettura e che cerca di dimostrargli<br />
come affrancarsi dall’ignoranza sia l’unica<br />
possibilità per uscire da un’esistenza priva di<br />
futuro; poi un educatore incontrato in<br />
carcere, infine la fidanzata, una giovane<br />
cameriera che combatte per ottenere ciò che<br />
dovrebbe essere offerto a tutti: una vita<br />
normale”.<br />
Dove hai tratto l’ispirazione per questo<br />
film?<br />
30 VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />
Giulio Bernanek e Selenia Orzella<br />
È nata da un libro di Andrea Cotti, privo di<br />
una precisa collocazione geografica,<br />
intitolato Stupido. Dopo che avevo già<br />
avviato il lavoro di sceneggiatura, mi è<br />
capitato di passare per Taranto e mi sono<br />
reso conto che era la città perfetta per<br />
ambientare la storia sullo schermo. Così il<br />
copione è stato in buona parte riscritto, per<br />
armonizzarlo con la location scelta. Taranto è<br />
una città controversa, dove bellezza e<br />
mostruosità convivono una accanto all’altra.<br />
La parte vecchia, che ha origini greche, è<br />
molto suggestiva, ma sulla città incombe<br />
come un mostro lo stabilimento dell’Ilva, una<br />
fabbrica che produce lavoro e morte per gli<br />
scarichi di diossina che provocano malattie,<br />
anche genetiche. Il quartiere Paolo VI è<br />
abitato esclusivamente da donne e bambini:<br />
non ci sono uomini, non ci sono vecchi. L’Ilva<br />
divide in due la città, che si affaccia, come<br />
un’isola, su due mari. Il mare piccolo, che dà<br />
il titolo al mio film, è appunto quella distesa<br />
d’acqua su cui si affaccia il quartiere Paolo VI.<br />
Il film è stato interamente girato dal<br />
vero: non dev’essere stato facile entrare<br />
con una troupe in un quartiere, diciamo<br />
così, a rischio.<br />
La preparazione del film è durata molti mesi<br />
e le riprese si sono svolte successivamente alla<br />
nascita del rapporto di conoscenza e di<br />
reciproca fiducia che si è instaurato con gli<br />
abitanti del Paolo VI, favorito dall’intervento<br />
di un educatore di Taranto, molto noto in<br />
città: Giovanni Guarino. Poi, come accade<br />
sempre, superata la diffidenza gli abitanti si<br />
sono rivelati persone affidabilissime. Tutti ci<br />
hanno aperto le porte delle loro case e<br />
durante le riprese abbiamo potuto contare su<br />
una assoluta disponibilità. La cosa che<br />
personalmente più mi ha colpito è stato<br />
constatare come queste persone, che pure<br />
soffrono di molti problemi, siano legate fra<br />
loro da forti vincoli di solidarietà e<br />
possiedano una vitalità, una combattività,<br />
un’allegria incredibili. Le donne in particolare<br />
sono molto forti, molto determinate. Tutta<br />
questa energia ho cercato di trasferirla nel<br />
mio film, il cui tono è tutt’altro che dolente.<br />
Il cast di Marpiccolo accosta nomi noti e<br />
attori del tutto sconosciuti. Come sono<br />
stati scelti gli interpreti?<br />
Il problema più complicato è stato quello di<br />
trovare gli attori per i ruoli di Tiziano e della<br />
fidanzata. Volevamo degli interpreti che<br />
fossero pugliesi, meglio ancora se tarantini;<br />
per questo abbiamo fatto migliaia di provini,<br />
partendo dalle scuole. I presidi di solito ci<br />
spedivano gli alunni più meritevoli, i “bravi<br />
ragazzi”; noi invece avevamo bisogno di<br />
qualcuno che fosse anche un po’<br />
“mascalzone”. Un preside ha capito e ci ha<br />
proposto Giulio Bernanek, figlio di giostrai,<br />
papà serbo e mamma di origini spagnole, un<br />
ragazzo nato e cresciuto proprio nel<br />
quartiere Paolo VI, dall’intelligenza spiccata,<br />
dotato di grande gestualità; insomma<br />
perfetto per il ruolo di Tiziano. La fidanzata è<br />
invece Selenia Orzella, una ballerina che, per<br />
studiare danza, a 12 anni da Taranto si era<br />
trasferita a Roma; una ragazza molto<br />
concreta e determinata, proprio come il<br />
personaggio. Anche Michele Riondino, scelto<br />
per il ruolo del boss, è curiosamente di<br />
Taranto e sono comunque pugliesi anche<br />
Anna Ferruzzo e Nicola Rignanese, scelti per<br />
la parte dei genitori di Tiziano. Infine, a<br />
completare il cast, ci sono due attori che non<br />
sono pugliesi ma che apprezzo moltissimo:<br />
Valentina Carnelutti e Giorgio Colangeli, i<br />
due adulti angeli custodi di Tiziano.<br />
FRANCO MONTINI