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schede critiche<br />
MOTEL WOODSTOCK<br />
di Ang Lee<br />
Titolo originale: Taking Woodstock …Sceneggiatura:<br />
James Schamus dal libro di Elliot Tiber …Fotografia:<br />
Eric Gautier …Montaggio: Tim Squyres …Musiche:<br />
Danny Elfman …Interpreti: Demetri Martin, Dan<br />
Fogler, Liev Schreiber, Henry Goodman, Jonathan<br />
Groff, Imelda Staunton, Paul Dano, Mamie Gummer<br />
…Produzione: Focus Features …Distribuzione: Bim<br />
…Usa 20<strong>09</strong> …colore 120’<br />
WOODSTOCK come antidoto alla<br />
cupezza e come simbolo di<br />
liberazione sessuale nelle sue<br />
varianti, anche omosessuali. Così<br />
Ang Lee passa dai toni<br />
melodrammatici e disperati di film<br />
come Br<strong>ok</strong>eback Mountain e<br />
Lust, caution alla commedia<br />
generazionale e scanzonata con<br />
Motel Woodstock, dal libro<br />
autobiografico di Elliot Tiber che ha<br />
per sottotitolo A True Story of a<br />
Riot, a Concert, and a Life.<br />
Occasione perfetta il quarantennale<br />
di quella mitica “tre giorni di pace,<br />
amore e musica” che per l’eclettico<br />
regista taiwanese è lo spunto per<br />
raccontare “una notte fantastica,<br />
l’ultima notte prima della perdita<br />
dell’innocenza”.<br />
Lasciando sullo sfondo la musica,<br />
grande protagonista di quel mitico<br />
evento dell’agosto 1969 con nomi<br />
intervista Ang Lee<br />
Cosa l’affascinava del periodo in cui è<br />
ambientato Motel Woodstock?<br />
Per me il 1969 e Woodstock rappresentano il momento culmine di un<br />
periodo come gli anni Sessanta, che io considero l’ultima età<br />
dell’innocenza vissuta dalla nostra società. Dal punto di vista personale,<br />
poi, volevo cambiare qualcosa: negli ultimi tredici anni ho diretto sei<br />
film legati ad argomenti drammatici. Sentivo il bisogno di dedicarmi<br />
alla commedia e quando ho letto il libro scritto da Elliot Tiber ho<br />
sentito che era il film che volevo fare.<br />
Cosa rappresenta per lei il concerto di Woodstock?<br />
Ho saputo del concerto di Woodstock a Taiwan dalla televisione: ero<br />
molto giovane, seguivo la musica e avevo capito che erano successe<br />
molte cose divertenti in quei giorni. Nel corso del tempo, però, quel<br />
momento ha acquistato ai miei occhi un valore sempre più simbolico.<br />
Durante quel concerto è nata una nuova generazione che si è separata<br />
dal vecchio establishment, alla ricerca di una maniera migliore e più<br />
giusta di vivere con gli altri. A Woodstock si è<br />
celebrata una nuova era in cui le differenze di<br />
pelle, di credo e sociali hanno smesso di<br />
costituire delle barriere tra le persone. È stato un<br />
modo per iniziare a vivere in maniera pacifica<br />
con la Natura e con tutti gli esseri che ci<br />
circondano. Un evento vissuto dalle persone<br />
normali.<br />
suo produttore James Schamus, ha<br />
scelto di non usare né i filmati di<br />
repertorio né molti dei brani cult e<br />
persino il mitico palco si vede solo di<br />
sfuggita e in una distorsione<br />
lisergica. Così la colonna sonora del<br />
film, che comunque contiene 32<br />
brani d’epoca, ne esclude molti altri,<br />
anche per una questione di budget, e<br />
questo deluderà molti degli<br />
spettatori cinquantenni o più. Ma il<br />
consiglio è di concentrarsi sul resto, a<br />
partire dal cast variegato e azzeccato<br />
con tanti siparietti gustosi. Oltre ai<br />
già citati, segnaliamo Emile Hirsch<br />
(Into the wild) nel ruolo di un<br />
reduce dalla guerra del Vietnam che<br />
soffre di sindrome post-traumatica e<br />
soprattutto il simpatico Liev<br />
Schreiber, un ex militare en travesti,<br />
dalla muscolatura d’acciaio ma<br />
dalle movenze femminili, che<br />
vivacizza l’atmosfera del motel<br />
offrendo brownies alla marijuana ai<br />
genitori del protagonista (la scena è<br />
una delle più esilaranti). Altra scena<br />
notevole è quella in cui Elliot viene<br />
invitato a un festino a base di Lsd<br />
da una coppia di figli dei fiori<br />
all’interno di un pullmino arredato in<br />
perfetto stile freak.<br />
CRISTIANA PATERNÒ<br />
L’ultima età dell’innocenza<br />
Il concerto, l’emancipazione, la ricerca della felicità e i ricordi di un giovane<br />
taiwanese nella commedia “Motel Woodstock”, cambio di registro per l’autore<br />
32 VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />
come Joan Baez, Janis Joplin, i<br />
Grateful Dead, gli Who, Joe Cocker,<br />
Crosby, Stills, Nash & Young, il<br />
racconto si concentra<br />
sull’autobiografia di Elliot Tiber (è<br />
il comico televisivo Demetri<br />
Martin), rampollo di una buffa e<br />
scombinata famiglia di origine<br />
ebraica con un padre depresso e<br />
una madre arpia che, dopo essere<br />
scampata allo sterminio, intrattiene<br />
un rapporto maniacale col denaro<br />
(è una fantastica Imelda Staunton).<br />
Sommerso dalle ipoteche, il<br />
giovane Elliot ha un’idea<br />
estemporanea quanto brillante:<br />
fare dello scalcinato motel di<br />
famiglia il quartier generale per un<br />
happening che si rivelerà epocale<br />
(lui non può saperlo, ma noi<br />
spettatori sì) con mezzo milione di<br />
persone che arrivano da ogni<br />
angolo degli States, intasando la<br />
statale e consacrando la cultura<br />
hippie al rango di enorme e<br />
lucroso business.<br />
Immagini (in bianco e nero) e suoni<br />
fanno ormai parte<br />
dell’immaginario collettivo, anche<br />
grazie al documentario di Michael<br />
Wadleigh che vinse l’Oscar nel<br />
1971. Ma Ang Lee, d’accordo col<br />
E cosa ne è del sesso, droga e rock and roll…<br />
Ovviamente c’erano pure quelli: ma quello che mi interessava di più era<br />
comprendere quali semi fossero stati piantati per un pensiero e delle azioni<br />
da prendere più seriamente. Per me Woodstock è soprattutto un simbolo:<br />
un’icona imperfetta della nostra modernità cui, però, dobbiamo comunque<br />
molto.<br />
Anche in questo film affronta il tema dell’omosessualità.<br />
Sono interessato alle grandi storie e spesso coinvolgono questo tema che<br />
mi affascina molto. In Motel Woodstock si affronta l’argomento come<br />
inserito nel contesto di un orizzonte più grande. Da quando ho lasciato<br />
Taiwan, ormai molti anni fa, sono considerato uno straniero ovunque<br />
vada. Anche quando torno a quella che una volta era casa mia. Tale<br />
situazione mi ha portato ad una sorta di rifiuto delle <strong>def</strong>inizioni e delle<br />
categorie; se dovessi scegliere un tema principale, per me Motel<br />
Woodstock parla soprattutto di felicità e di un’epoca in cui si potevano<br />
fare e cambiare le cose.<br />
Woodstock era stata già raccontata da un<br />
famoso documentario. In che rapporto sta il suo<br />
film con quel lavoro?<br />
È stato una grande influenza: mi sarebbe piaciuto<br />
usare parti di quel film, ma alla fine abbiamo preferito<br />
sentirci più liberi. In compenso ho utilizzato una<br />
ventina delle canzoni registrate in quei giorni.<br />
MARCO SPAGNOLI