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schede critiche<br />
NORD<br />
di Rune Denstad Langlo<br />
Sceneggiatura: Erlend Loe …Fotografia: Philip Ogaard<br />
…Montaggio: Zaklina Stojevska …Musiche: Ola<br />
Kvernberg …Interpreti: Anders Baasmo Christiansen,<br />
Tommy Almenning, Marte Aunemo, Kyrre Hellum<br />
…Produzione: Motlys …Distribuzione: Sacher<br />
Film …Norvegia 20<strong>09</strong> …colore 78’<br />
ACCANTO a storie minime e<br />
stravaganti come Kitchen<br />
stories, ai personaggi strampalati<br />
dei film di Lukas Moodysson e ai<br />
toni sarcastici e crepuscolari di<br />
Kaurismaki, trova la sua perfetta<br />
collocazione anche Nord, un<br />
piccolo film norvegese che scivola<br />
con eleganza tra la commedia di<br />
toni e situazioni e la malinconia<br />
GENOVA<br />
di Michael Winterbottom<br />
Sceneggiatura: Laurence Coriat …Fotografia: Marcel<br />
Zyskind …Montaggio: Paul Monaghan …Musiche:<br />
Melissa Parmenter …Interpreti: Colin Firth, Catherine<br />
Keener, Hope Davis, Willa Holland, Perla Haney-<br />
Jardine …Produzione: Revolution Film, Aramid Ent.<br />
Fund, Moviola Film …Distribuzione: Officine Ubu<br />
…Inghilterra 2008 …colore 92’<br />
“HO DECISO che dovevo girare<br />
un film a Genova e solo in un<br />
secondo momento ho pensato a<br />
quale storia raccontare”. Sono<br />
parole del regista, un’affermazione<br />
sicuramente sincera perché è<br />
davvero difficile immaginare una<br />
diversa ambientazione per questo<br />
film. Il cuore della storia, che pure è<br />
una vicenda molto intima e privata,<br />
ruota infatti attorno a<br />
quell’inestricabile labirinto di vicoli<br />
dove è facile perdersi fisicamente e<br />
mentalmente, come appunto<br />
accade ai protagonisti del film, alla<br />
ricerca di un filo che li riconduca<br />
alla vita dopo essere stati oggetto<br />
di una improvvisa tragedia. In<br />
Genova, insomma, la città è un<br />
preciso ed affascinante luogo fisico,<br />
ma anche un’ambientazione<br />
simbolica, un percorso che conduce<br />
dalle tenebre verso la luce.<br />
In seguito alla tragica morte della<br />
moglie in un incidente stradale,<br />
anche per liberarsi dal peso di<br />
46 VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />
sgangherata del suo protagonista,<br />
Jomar, un ex campione di sci che,<br />
in seguito a un esaurimento<br />
nervoso e una depressione da cui<br />
non riesce a venir fuori, trova<br />
lavoro come addetto alle sciovie,<br />
lavoro che naturalmente svolge<br />
assai malvolentieri. Tra il<br />
rimpianto per la clinica in cui è<br />
stato ricoverato per mesi, il ricordo<br />
della moglie che l’ha lasciato e la<br />
noia di quel lavoro che lo spinge a<br />
bere, fumare e ciondolare tutto il<br />
giorno tra il letto e la poltrona,<br />
una notizia inaspettata lo spinge a<br />
uscire dall’apatia per affrontare<br />
un viaggio verso nord, centinaia di<br />
ricordi strazianti, Joe, docente<br />
universitario di Chicago, decide di<br />
trasferirsi insieme alle figlie,<br />
l’adolescente Kelly, 16 anni, e la<br />
piccola Mary, 10 anni, a Genova<br />
dove ha ottenuto un incarico.<br />
Il trasferimento sembra giovare a<br />
Joe e a Kelly che, bellissima, attira<br />
subito l’attenzione dei coetanei,<br />
mentre Mary, oppressa dai sensi di<br />
colpa, si ritiene responsabile del<br />
fatale incidente: è perseguitata da<br />
incubi notturni e ad un certo<br />
momento comincia a vedere la<br />
madre aggirarsi attorno a lei.<br />
Mentre Barbara, una vecchia amica<br />
di Joe, intuisce il malessere della<br />
bambina, padre e sorella non<br />
sembrano accorgersene. Finché un<br />
giorno, proprio per seguire la<br />
chilometri tra distese di neve e<br />
ghiaccio, in solitudine, fatta<br />
eccezione per alcuni incontri<br />
bizzarri che pian piano<br />
riappacificheranno Jomar con se<br />
stesso e con la vita.<br />
Nord è un road movie sulla<br />
snowmobile, un “road movie<br />
fuoripista” come lo <strong>def</strong>inisce lo<br />
stesso autore; una commedia<br />
minimale che trascina il<br />
protagonista fuori dal suo<br />
malessere per farlo incontrare e<br />
scontrare con situazioni assurde e<br />
personaggi stravaganti e assoluti<br />
nella loro umanità: bambine<br />
solitarie, gare di snowboard,<br />
improbabili soldati che sbucano<br />
dal nulla e vecchi scontrosi intenti<br />
a pescare nel ghiaccio conducono<br />
il protagonista, nella sua<br />
ricerca della vita, verso<br />
un finale sobrio e<br />
asciutto che ben<br />
completa la<br />
stravaganza<br />
misurata e sottile<br />
di questa<br />
malinconica<br />
commedia<br />
umana.<br />
I meriti<br />
del<br />
film<br />
madre che ha visto camminare<br />
davanti a lei, Mary si inoltre in una<br />
città sempre più ostile e pericolosa…<br />
La trama potrebbe far pensare ad<br />
un mystery segnato da presenze<br />
soprannaturali e destinato ad una<br />
tragica conclusione ed invece<br />
Genova racconta semplicemente,<br />
con accenti intimi e dolorosi,<br />
l’elaborazione di un lutto da parte<br />
di tre persone private del loro<br />
affetto più caro.<br />
Genova, premio per la regia lo<br />
scorso anno a San Sebastian, è un<br />
film di atmosfere e di silenzi, dove i<br />
dialoghi sono rarefatti e il racconto<br />
è affidato principalmente alla<br />
suggestione delle immagini, dei<br />
colori, dei suoni. In maniera niente<br />
affatto casuale, la mamma morta<br />
sono molti: il regista Rune Denstad<br />
Langlo, che qui impiega<br />
splendidamente anche la sua<br />
esperienza di documentarista,<br />
riesce a mantenere in costante<br />
equilibrio la commedia pur non<br />
tralasciando momenti di dramma,<br />
utilizzando bene gli scenari<br />
nordici, protagonisti del film<br />
insieme al bravo Anders Baasmo<br />
Christiansen, una presenza<br />
fondamentale nei vari segmenti<br />
del film, sempre provvisorio nel<br />
suo incedere incerto, tra la<br />
chiusura in se stesso e lo stupore di<br />
fronte agli incontri imprevisti che<br />
quel pezzetto di vita gli riserva,<br />
sempre umanissimo. E lo<br />
sceneggiatore Erlend Loe scrive<br />
con delicatezza personaggio e<br />
momenti narrativi, senza<br />
risparmiare ironia e sarcasmo<br />
graffiante a Jomar Henriksen e<br />
anche al pubblico. Nord è<br />
stato presento nella sezione<br />
Panorama alla scorsa<br />
edizione del Festival di<br />
Berlino, vincendo il<br />
premio Fipresci della<br />
stampa<br />
internazionale<br />
come miglior<br />
film.<br />
CHIARA BARBO<br />
era un’insegnante di pianoforte ed<br />
anche le sue figlie prendono lezioni<br />
di musica. Il film funziona molto<br />
bene nella parte domestica e<br />
familiare, illustrando con sapienza e<br />
profondità i rapporti che legano il<br />
padre alle figlie e le figlie fra loro.<br />
Kelly è la tipica adolescente alla<br />
scoperta delle prime vere emozioni,<br />
una ragazza che vorrebbe bruciare<br />
le tappe e comincia a mostrare una<br />
crescente insofferenza per regole<br />
ed orari. Alle sue continue e<br />
provocatorie sfide non sfugge<br />
neppure la sorella più piccola,<br />
ovviamente incapace di<br />
comprendere le ragioni di tanta<br />
improvvisa ostilità. Funziona invece<br />
molto meno il contorno, il coro dei<br />
ragazzi italiani che corteggiano<br />
Kelly e tutto il gruppo degli<br />
studenti di Joe, altrettante<br />
macchiette. In particolare<br />
l’accennata e un po’ ridicola storia<br />
d’amore fra Joe e la studentessa<br />
Rosa è uno degli elementi deboli<br />
del film. Insomma ciò che convince<br />
meno è il côtè di presenze italiane,<br />
ma la cosa non sorprende più di<br />
tanto: perché un regista inglese<br />
dovrebbe conoscerci così bene e<br />
raccontarci in maniera davvero<br />
convincente?<br />
FRANCO MONTINI