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NEMICO PUBBLICO<br />
di Michael Mann<br />
Titolo originale: Public enemies …Sceneggiatura:<br />
Ronan Bennett, Ann Biderman, Michael Mann dal<br />
romanzo di Bryan Burrough …Fotografia: Dante Spinotti<br />
…Montaggio: Jeffrey Ford …Musiche: Elliot<br />
Goldenthal …Interpreti: Johnny Depp, Christian<br />
Bale, Marion Cotillard, James Russo, Billy Crudup<br />
…Produzione: Universal Pictures, Forward Pass,<br />
Misher Films …Distribuzione: Universal Pictures<br />
…Usa 20<strong>09</strong> …colore 140’<br />
LA BELLEZZA pittorica delle<br />
inquadrature e la fisicità diretta e<br />
potente delle azioni sono<br />
caratteristiche che<br />
contraddistinguono il cinema di<br />
Michael Mann, e Nemico<br />
pubblico non fa eccezione. La<br />
storia di John Dillinger, nemico<br />
pubblico n.1 dell’America degli<br />
anni Trenta, è qui raccontata senza<br />
enfasi e senza psicologismi. John<br />
Dillinger è un rapinatore di banche<br />
e Mann racconta semplicemente<br />
gli accadimenti dei mesi che vanno<br />
dalla spettacolare evasione alla<br />
morte di Dillinger. Gli avvenimenti,<br />
le ricostruzioni di Chicago, le<br />
riprese on location come nel caso<br />
della Crown Point Jail e della Little<br />
Bohemia Lodge, persino il modo di<br />
parlare di Dillinger, interpretato da<br />
un bravo e costantemente<br />
misurato Johnny Depp, rivelano<br />
un’imponente e meticolosa ricerca<br />
L’UOMO CHE FISSA LE CAPRE<br />
di Grant Heslov<br />
Titolo originale: The men who stare at goats …Sceneggiatura:<br />
Peter Straughan dal romanzo di Jon<br />
Ronson …Fotografia: Robert Elswit …Montaggio:<br />
Tatiana Riegel …Musiche: Rolfe Kent …Interpreti:<br />
George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges,<br />
Kevin Spacey …Produzione: Sm<strong>ok</strong>e House Pictures<br />
…Distribuzione: Medusa …Usa 20<strong>09</strong> …colore 90’<br />
UN GIORNALISTA disperato, un<br />
improbabile agente dotato di<br />
superpoteri, un’unità segreta<br />
dell’esercito americano<br />
specializzata nella ricerca<br />
paranormale sono gli insoliti<br />
protagonisti de L’uomo che fissa<br />
le capre, che segna l’esordio alla<br />
storica, e qui sta forse una delle<br />
peculiarità del film: Mann si è<br />
basato sui fatti. Sui documenti,<br />
sulle fotografie, sugli articoli di<br />
giornale, naturalmente sul<br />
romanzo di Bryan Burrough, ma<br />
non sull’immaginario<br />
gangsteristico del cinema classico<br />
hollywoodiano.<br />
La mise en scène è straordinaria:<br />
non si può non rimanere<br />
affascinati e travolti dal susseguirsi<br />
regia di Grant Heslov, da lungo<br />
tempo amico e collaboratore come<br />
sceneggiatore e coproduttore dei<br />
film di George Clooney. Ed è<br />
proprio l’attore americano al<br />
centro della trama di questa<br />
divertente e intelligente<br />
commedia dal tono comunque<br />
molto leggero, che prende in giro<br />
l’ossessione per l’utilizzo<br />
dell’energia psichica a fini militari.<br />
Interpellato da un reporter alla<br />
ricerca dello scoop della sua vita,<br />
l’uomo che finge di essere un<br />
tecnico, al lavoro per la<br />
ricostruzione dell’Iraq, conduce il<br />
di scoppi di violenza e azioni<br />
frenetiche, dall’iperrealismo di<br />
certe scene alternato a momenti di<br />
pura astrazione (la splendida<br />
fotografia di Spinotti e le<br />
possibilità date dal digitale<br />
potenziano il film in questo senso),<br />
dal fascino semplice di Dillinger, un<br />
ragazzo dell’Indiana che odia le<br />
banche, odia il sistema, odia la<br />
polizia. Ma attenzione: la simpatia<br />
è immediata, e non perché lui sia<br />
giornalista alla volta di uno<br />
sgangherato viaggio, guidato –<br />
come dice di essere – da una<br />
visione notturna del suo ex capo<br />
guru, interpretato da un Jeff<br />
Bridges alla sua migliore<br />
interpretazione dai tempi de Il<br />
Grande Lebowski. Tra flashback<br />
e momenti insoliti che fanno<br />
ironicamente il verso a tanto<br />
cinema legato al mondo degli<br />
agenti segreti, L’uomo che fissa<br />
le capre brilla per una<br />
sceneggiatura intrigante, tratta<br />
dal libro dello scrittore e<br />
giornalista gallese Jon Ronson, che<br />
esplora la strana storia di un<br />
gruppo di soldati chiamati in<br />
codice “I Jedi” per le loro<br />
avanzatissime capacità psichiche.<br />
Al di là dell’evidente, forse perfino<br />
facile umorismo<br />
metacinematografico in cui il<br />
giornalista che deve scrivere degli<br />
Jedi è anche l’Obi Wan Kenobi<br />
della seconda trilogia di Guerre<br />
Stellari, L’uomo che fissa le<br />
capre mette ancora una volta in<br />
luce il talento di Clooney nel<br />
campo della commedia sofisticata.<br />
Circondato da interpreti<br />
decisamente alla sua altezza, come<br />
Ewan McGregor e Kevin Spacey,<br />
Clooney e gli altri sono impegnati<br />
schede critiche<br />
John Dillinger, ma perché le banche<br />
erano quelle che avevano gettato il<br />
paese nella Grande Depressione e<br />
rubato i risparmi della gente, e il<br />
sistema va di conseguenza, quindi<br />
le antipatie di Dillinger sono quelle<br />
del pubblico americano. Quanto<br />
alla polizia, il sogno di J. Edgar<br />
Hoover era quello di catturare il<br />
nemico pubblico per eccellenza per<br />
trasformare il suo Bureau nel<br />
Federal Bureau of Investigation,<br />
mentre il suo agente di punta,<br />
Melvin Purvis (un bravissimo<br />
Christian Bale) è circondato da<br />
colleghi inetti che non sanno<br />
maneggiare le armi e anzi, quando<br />
sparano, uccidono cittadini<br />
innocenti. Di conseguenza, Mann<br />
non ha bisogno di ricorrere a<br />
espedienti narrativi per ornare di<br />
fascino Dillinger e le sue azioni. Ne<br />
racconta squarci e attimi privati con<br />
la fidanzata Billie Frechette, ma<br />
senza dilungarsi mai. I fatti, Mann<br />
racconta splendidamente i fatti:<br />
John Dillinger è morto ammazzato<br />
su un marciapiede all’uscita del<br />
cinema, tradito dalla leggendaria<br />
“lady in red”, che indossava in<br />
realtà una camicetta bianca e una<br />
gonna arancione…<br />
CHIARA BARBO<br />
a restituire allo spettatore il senso<br />
di una storia dove non si capisce<br />
mai se quello che accade è frutto<br />
di stupidità, del caso oppure di<br />
poteri tanto inspiegabili quanto<br />
complessi nella loro<br />
fenomenologia.<br />
Sullo sfondo di un Iraq più<br />
“appaltato” che occupato,<br />
L’uomo che fissa le capre è un<br />
film originale che, con qualche<br />
venatura demenziale, si trasforma<br />
in una satira antimilitarista senza<br />
troppe pretese, ma anche<br />
abbastanza riuscita. Le capre<br />
evocate dal titolo sono le<br />
testimoni involontarie di una serie<br />
di esperimenti in cui i superpoteri<br />
vengono usati talora per liberare<br />
un generale della Nato detenuto<br />
dalle italiane Brigate Rosse (il<br />
film non lo dice, ma si tratta della<br />
liberazione del generale Dozier),<br />
altre volte per canalizzare lo<br />
scontro di ego tra i vari membri<br />
di questa unità di elite, nata<br />
durante la guerra del Vietnam e<br />
la cui storia, in una maniera o<br />
nell’altra, arriva fino ai giorni<br />
nostri. Un film piacevole dove la<br />
parodia porta a momenti<br />
inaspettati di comicità.<br />
MARCO SPAGNOLI<br />
VIVILCINEMA settembreottobre<strong>09</strong><br />
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