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Italiano_6 - Rete Pari Opportunita

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SpagnaIl quadro normartivo generale in materia di politichedi sviluppo locale è configurato dalla Leggen. 7 dell’anno 1985 (Ley 7/1985 de Bases de RégimenLocal), nonché dalla legge n. 57 del 2003 inmateria di provvedimenti per la modernizzazionedelle amministrazioni locali (Ley 57/2003 de Medidaspara la Modernización del Gobierno Local),una legislazione che non determina chiaramentele competenze locali in materia di sviluppo localee che ha promosso lo sviluppo di una legislazionesettoriale sia a livello statale che autonomo.Ciò nonostante, va segnalato il disegno di leggein materia di amministrazione locale (Anteproyectode Ley Básica del Gobierno y la AdministraciónLocal), attualmente in fase di elaborazione,nella misura in cui riconosce ai comuni unaserie di competenze fra le quali, appunto, quellain materia di sviluppo economico locale.2. La Spagna e le politiche di sviluppolocale secondo una prospettiva di genereL’introduzione della prospettiva di genere nellestrategie di sviluppo locale è in Spagna piuttostorecente. Negli anni ottanta del XX secolo, glienti locali incominciarono a promuovere interventiin materia di sviluppo locale. Si è trattato di politichereattive incentrate sul mercato del lavoro checercavano di reagire alla crisi economica e ai deficitstrutturali che affliggevano i comuni. Contemporaneamente,furono realizzate le prime politichedi pari opportunità e di promozione delle donne,con la creazione dei primi servizi locali di assistenzae di dipartimenti dedicati alle donne in senoai comuni. In generale, i due processi si sono sviluppatiin parallelo, senza punti di convergenza.Negli anni novanta, le politiche di sviluppo locales’incentrarono maggiormente sulla promozione,conservando un taglio assistenziale. A livelloterritoriale, le azioni mirarono a promuovere laproduttività e la competitività del territorio e, gradualmente,si incominciò a definire interventi concreti,rivolti specificamente alle donne. É in questomomento che fanno la loro comparsa i primiProgrammi Locali per la <strong>Pari</strong>tà, simili a quelli applicatia livello statale e autonomo. Ed è sempre inquesto periodo che vengono promossi per la primavolta interventi di sviluppo territoriale secondouna prospettiva di genere.Alla fine del XX secolo le politiche di sviluppo localeacquistarono una dimensione e un approcciochiaramente strategici e gli interventi vennero studiatiin base al carattere strutturale del contestospecifico. Vennero dunque a consolidarsi le strutturee le politiche di parità locali, e presero il viale iniziative di sviluppo locale che contemplavanoil genere come tema trasversale. Nel periodopiù recente, bisogna riconoscere l’influenza decisivadegli orientamenti e dei programmi comunitari,nonché l’applicazione di programmi localisecondo una prospettiva di genere.In questo periodo, le politiche sociali e di coesionedell’Ue esercitano una notevole influenza sulgraduale rafforzamento delle politiche di sviluppolocale, permettendo così la creazione delle condizioniadatte all’inserimento della prospettiva digenere nelle strategie d’intervento. È altresì interessanteanalizzare in che modo si sono sviluppatii fondi strutturali in Spagna e, particolarmente,i progetti in materia di genere nel quadro dell’iniziativacomunitaria EQUAL 2002-2007, poiché daciò si evince lo sforzo fatto per eliminare la disparitàdi genere imprimendo alle politiche un orientamentopiù chiaro. Inoltre, tali iniziative hannopermesso la costituzione di partnership allargatee composite, costituite da attori (istituzioni, aziende,sindacati, Unione europea, ecc..) con il fine distabilire politiche di genere in ambito locale 15 .15 Del totale dei progetti in materia di genere, sviluppati in questo periodo in Spagna, è interessante il fatto che il 50% sia promosso dalle Comunità autonome, il 37% daglienti locali e circa il 6% da attori privati. Invece, analizzando gli attori che partecipano in questi progetti, emerge che il 72% è costituito dagli enti locali, il 56% dalle Cameredi Commercio, il 62% da aziende, il 58% da associazioni di donne, il 54 % da sindacati e, in misura minore, da enti di economia sociale (21%). Osserviamo che, sul totale deiprogetti, predominano le misure di sensibilizzazione (62%), formazione (64%), sostegno agli imprenditori (40%), inserimento lavorativo (40%), creazione di strutture e politichedi parità (33%) e ricerca (30%).125

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