La prima strategia - deverticalizzazione - fa sì che, per la casa produttrice, l'automobile non sia più un insieme dicomponenti, ma un insieme di sistemi di componenti complessi (per esempio, il sistema frenante, il sistema d<strong>it</strong>rasmissione) o insieme di moduli; in sostanza, il produttore di automobili non acquista più singole parti ma sistemidi componenti. La seconda strategia - razionalizzazione della rete di forn<strong>it</strong>ura - comporta una forte contrazione delnumero di forn<strong>it</strong>ori ed una riorganizzazione della supply chain secondo linee gerarchiche e tale da rendere piùintensi, privilegiati e "spessi" i rapporti con i forn<strong>it</strong>ori che producono sistemi (cosiddetti forn<strong>it</strong>ori di primo livello, ofirst tier supplier per usare l'espressione anglosassone).In linea di principio, tali strategie dovrebbero consentire a Fiat di ridurre i costi, in particolare quelli di struttura, direcuperare flessibil<strong>it</strong>à (anche nella gestione delle risorse umane) e di concentrarsi sulle fasi di ricerca e diprogettazione, a monte, e sulle attiv<strong>it</strong>à di distribuzione, vend<strong>it</strong>a e servizi post-vend<strong>it</strong>a a valle. Tuttavia Fiat nonriesce a tradurre in reali i potenziali vantaggi connessi a tale pol<strong>it</strong>iche ed anzi, rispetto ai suoi concorrenti,manifesta evidenti difficoltà nel rapportarsi al proprio network di forn<strong>it</strong>ura e commette una serie di errori:• gestisce la rete di forn<strong>it</strong>ura con minore efficienza rispetto ai suoi concorrenti. I cicli operativi (logistica, trasportie manutenzioni) e produttivi (stampaggio, verniciatura, ecc.) vengono frantumati in decine e decine di segmentivenduti all'esterno, appaltati a specialisti o forn<strong>it</strong>ori. Ma alla fine di tale processo, la compless<strong>it</strong>à aumenta,invece che diminuire e la Fiat perde il controllo della catena del valore (27);• nei confronti di alcune categorie di forn<strong>it</strong>ori di primo livello essa non conduce più il gioco come prima: la componentisticadell'elettronica, ad esempio, cost<strong>it</strong>uisce ora il cuore dei veicoli ed i relativi produttori acquisisconoun potere negoziale crescente nei confronti della Casa torinese;• mentre gli altri produttori di automobili si allontano dalla componentistica, la Fiat continua ad investirvi in misuracospicua con l'acquisizione delle aziende Renault, della Pico per la Comau, della Cofap e dell'illuminazionedalla Bosch per la Marelli, della Meridien per la Teksid. Come si preciserà tra breve, tali operazioni avvengonoin contante, senza alcun pagamento in azioni e comportano l'esborso di alcuni miliardi di Euro nel quinquennio1996-2001, ma non danno i frutti sperati: tutte le società della componentistica conseguono risultati cattivio, nei casi migliori, mediocri (28). Insomma, nei business plan presentati alla comun<strong>it</strong>à finanziaria si sonoprevisti flussi di cassa che non si sono mai realizzati.Per concludere in mer<strong>it</strong>o al primo aspetto,non possono non sottolinearsi le carenze dellastrategia di R&S: mentre le case concorrentiinvestono massicciamente in R&S per rinnovarei propri modelli, Fiat opta per una soluzionediametralmente opposta. Fatto 100 gliinvestimenti in R&S di Fiat-Alfa-Lancia neglianni '90, PSA ha invest<strong>it</strong>o 131 (con due marchi,Peugeot e C<strong>it</strong>roen), e Renault 151 (29).Il rapporto con il mercatoNon meno problematica è stata la gestionedegli aspetti di marketing strategico ed operativo.Le carenze e incertezze in questo campo(dalla concezione di prodotto al branding, daldesign-styling al posizionamento compet<strong>it</strong>ivo)hanno trovato es<strong>it</strong>o in clamorosi avvicendamentinel management di Fiat Auto, come nelcaso dell'estromissione nel 1988 di Ghidella,propugnatore di una strategia autocentrica edell'ampia autonomia del settore auto in Fiat,e in quello della fuoriusc<strong>it</strong>a dall'Alfa Romeodi Dè Silva nel 1999 (30).In particolare, dal punto di vista della pol<strong>it</strong>icadi gamma/prodotto, sin dai primi anniOttanta, Fiat Auto avrebbe dovuto promuovereun sistematico, anche se complesso,upgrading di gamma dei marchi Lancia edAlfa Romeo, quale risposta alla sfida compet<strong>it</strong>ivadelle case specialiste di gamma alta.27. Rosso (2003).28. Cfr. Bodo (2002).29. Cfr. Volpato (2002).30. Gallino (2003, pp. 83 e 86 nota 33). Approfondimenti in Volpato (2002, p. 63).16Speciale <strong>BIC</strong> <strong>Notes</strong> – 2006 – Focus
In realtà, nel 1987 l'ingegner Ghidellaannuncia l'intenzione di realizzare un polodel lusso tram<strong>it</strong>e la cost<strong>it</strong>uzione della societàAlfa-Lancia Industriale, per sferrare un attaccofrontale a marchi quali Mercedes e BMW.Ma alle idee non seguono i fatti. Anzichévalorizzare marchi molto apprezzati all'estero,quali appunto Lancia ed Alfa Romeo, sicommette l'errore di "fiatizzarli"; soprattuttoper la casa di Arese si finisce con l'appiattirel'immagine del proprio marchio suquello della casa torinese, depauperandone ilvalore.Fiat avrebbe potuto, invece, concepire treprecisi profili di marchi avvalendosi dell'esperienzae della conoscenza di carrozzieri qualiPininfarina, Bertone, Giugiaro e Zagato. Macosì non accade. Si arriva alla prima metà deglianni Novanta e Fiat procede sulla via dello sviluppostilistico totalmente interno dei tremarchi: viene sminu<strong>it</strong>a l'importanza del confrontocon le proposte stilistiche dei carrozzieriesterni; il top management si arroga ildir<strong>it</strong>to di rimettere in discussione qualunqueidea, fino all'ultimo momento, e ciò, oltre acreare ansia nei responsabili dello stile e dell'engineering,allunga considerevolmente lacatena decisionale. Mentre, lo ricordiamo,pressoché tutte le case concorrenti sono concentratesulla riduzione del ciclo di v<strong>it</strong>a delprodotto e rinnovano velocemente i loromodelli, in Fiat si verifica un rallentamentodel rinnovo nei tre marchi (31), con l'aggravanteche lo stile dei nuovi modelli, ormai orfanodell'apporto degli stilisti esterni più qualificati,ha profondamente deluso le aspettative,trasformando quello che era un punto di forzadei marchi del Gruppo <strong>it</strong>aliano in un fattoredi debolezza (32).Inoltre, nonostante l'evidente perd<strong>it</strong>a dicompet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à, segnalata tra l'altro dalla continuaero-sione della quota di mercato, il topmanagement ha trascurato gli studi circa lapercezione dei mar-chi del gruppo da partedella domanda, in quanto r<strong>it</strong>enuti privi di util<strong>it</strong>àed onerosi. Ciò, evidentemente, non hagiovato al fatturato.Tutto questo ovviamente non tarda ad esseremesso a fuoco dagli indicatori aziendali.Un esempio per tutti: la quota complessivadelle vend<strong>it</strong>e di Fiat Auto nel mercato domesticoè passata dal 51,92% del 1990 al 45,27%del 1995 e al 35,20% del 2000 per poi continuarea scendere.Dal punto di vista distributivo non ha certamentegiovato la riorganizzazione della retecom-merciale intrapresa sul finire degli anniNovanta. Fiat Auto chiude le succursali (puntidi vend<strong>it</strong>a al consumo direttamente controllatedalla casa automobilistica) e riduce il numerodi concessionarie lasciando zone scoperte eprestando il fianco ad un'ulteriore aggressionecommerciale sub<strong>it</strong>a nell'arena compet<strong>it</strong>iva.Anche tale opzione strategica non tarda a darei suoi frutti: dopo pochissimi anni, vale a direnel 2001, la rete commerciale subisce un ridimensionamentodel 19%; molte delle concessionarieeliminate spesso acquistano mandatiproprio dalle case concorrenti nei segmenti A(super util<strong>it</strong>arie e compatte c<strong>it</strong>tadine), B (util<strong>it</strong>arie),C (medie, in genere a due volumi). Ilpresidio terr<strong>it</strong>oriale è seriamente compromessoe con esso anche la quota di mercato complessivache continua a manifestare un trendnegativo.La gestione della finanzaCon riferimento alla gestione della finanza,emerge anz<strong>it</strong>utto la finanziarizzazione delGruppo Fiat, che riflette il condizionamentooperato dalla proprietà e dal managementdegli anni Novanta.In quest'amb<strong>it</strong>o, un altro perno del cambiamentomosso da buone intenzioni, ma noncoronato da altrettanto successo, è quellorelativo all'introduzione dell'EVA (EconomicValue Added o valore economico aggiunto).Quest'ultimo è l'approccio più diffuso per lamisurazione e l'utilizzo del concetto di redd<strong>it</strong>oeconomico. Esso è stato ideato e reso31. Garibaldo (2002).32. Cfr. Volpato (2003, p. 29).Speciale <strong>BIC</strong> <strong>Notes</strong> – 2006 – Focus17
- Page 1: BIC NotesQuaderno trimestrale su cr
- Page 4 and 5: Regione LazioRivista trimestraleann
- Page 6 and 7: sia capace di orientare le imprese
- Page 9 and 10: FocusL'involuzione del settore auto
- Page 11 and 12: IntroduzioneIn considerazione del c
- Page 13 and 14: Cenni sull'evoluzione storica della
- Page 15 and 16: nuovi prodotti, l'obsolescenza dell
- Page 17: percezioni dei consumatori sono anc
- Page 22 and 23: asset e del capitale investito nett
- Page 24 and 25: • rete dei distributori, oggetto
- Page 26 and 27: Le caratteristiche predette lascian
- Page 28 and 29: Il progetto di riqualificazione e r
- Page 30 and 31: Motivi della necessità di un inter
- Page 32 and 33: ese superiori proprio dal ricorso a
- Page 34 and 35: Legge Regionale 51/96 - Interventi
- Page 36 and 37: agevolazioni per spese di ricerca (
- Page 38 and 39: tali situazioni, elevato è il risc
- Page 40 and 41: conseguenza, si è proceduto all'es
- Page 42: FonteCCIAA Torino (2004)From concep
- Page 45 and 46: Versanti principali di rilevazione
- Page 47 and 48: cristallizzarsi, se non a degradare
- Page 49 and 50: ne non è la crescita, ma la soprav
- Page 51 and 52: 11. Occupati (subordinati eparasubo
- Page 53 and 54: Sezione 2 - Competenze di marketing
- Page 55 and 56: Sezione 7 - Riconversione7.1) Sono
- Page 57 and 58: 4.4 Principali risultati dell'indag
- Page 59 and 60: ni generali predette è il profilo
- Page 61 and 62: ancora inferiori hanno innescato un
- Page 63: Impresa o unitàaziendalerispondent
- Page 66 and 67: di aderire a ipotesi di riconversio
- Page 68 and 69:
emergenti (92), lo spin off accadem
- Page 70:
È dunque comprensibile come le imp
- Page 73 and 74:
tosto elevata (4=alto) e la media s
- Page 75 and 76:
Tabella 19 - Eccellenze tecnologich
- Page 77 and 78:
Tabella 21 - Matrice componenti pri
- Page 79 and 80:
comunque resta la prevalente. Stavo
- Page 81 and 82:
Tabella 25 - Capacità di modificar
- Page 83 and 84:
NMediaModaDeviazione standardVarian
- Page 85 and 86:
NMediaModaDeviazione standardVarian
- Page 87 and 88:
NMediaModaDeviazione standardVarian
- Page 89 and 90:
mento della domanda. Al contrario,
- Page 91 and 92:
Risposte alle domande sullecompeten
- Page 93 and 94:
imprese dimostra uno scarso uso deg
- Page 95 and 96:
La domanda 3.6 pone in luce una con
- Page 97 and 98:
Con riguardo alla domanda 4.1 sul t
- Page 99 and 100:
NMediaModaDeviazione standardVarian
- Page 101 and 102:
Numero di risposte ammesso123Mancan
- Page 103 and 104:
NMediaModaDeviazione standardVarian
- Page 105 and 106:
Tabella 55 - Opportunità di adotta
- Page 107 and 108:
Numero di risposte ammesso12345Manc
- Page 109 and 110:
Tabella 57 - Politiche di recupero
- Page 111 and 112:
• il reperimento di manodopera co
- Page 113 and 114:
5. Opzioni di valorizzazioneimprend
- Page 115 and 116:
5.3 Evidenze empiriche sui settori
- Page 117 and 118:
Il rapporto di Sviluppo Lazio dedic
- Page 119 and 120:
Tabella 64 - Produzione e mercato n
- Page 121 and 122:
lunga data, in luoghi caratterizzat
- Page 123 and 124:
ne e refiting, 43 circoli nautici,
- Page 125 and 126:
Opportunità e vincoli per l’indu
- Page 128 and 129:
Tabella 70 - Ricorso specifica impr
- Page 130 and 131:
fornitori. Se si considera che sono
- Page 132 and 133:
Il panel di imprese nautiche contat
- Page 134 and 135:
Tabella 75 - Bisogni avvertiti dall
- Page 136 and 137:
Riferimenti per un collegamento tra
- Page 138 and 139:
del Lazio a destinare particolari i
- Page 140 and 141:
Soluzioni finanziarie varate in Pie
- Page 142 and 143:
7. Conclusioni7.1 Evoluzione della
- Page 144 and 145:
se del Frusinate-Cassinate dalle im
- Page 146 and 147:
L'orientamento delle imprese dell'i
- Page 148 and 149:
Ipotesi di riposizionamento erivita
- Page 150 and 151:
Society, n. 2.• Schein E.H. (1990
- Page 152 and 153:
• Volpato G. (2002), Una crisi ch
- Page 154:
Dalla Regione Piemonte un progetto