MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #1
Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 1 - Primavera
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INNOVARE COMPORTA SEMPRE ERRORI: NON BISOGNA TEMERLI,<br />
MA ANALIZZARLI E CAPIRLI, PER TRASFORMARLI IN ESPERIENZA<br />
Gian Paolo Dallara, nato a Varano de’ Melegari il 16 novembre<br />
1936 è un ingegnere e impren<strong>di</strong>tore italiano. Fondatore dell’omonima<br />
casa automobilistica e progettista <strong>di</strong> supercar leggendarie,<br />
ha iniziato la sua carriera in Ferrari, proseguendo in<br />
Maserati e Lamborghini.<br />
Com’è nato il suo coinvolgimento nel progetto DynamiΣ<br />
A monte c’è il mio legame con il <strong>Politecnico</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> dove mi sono<br />
laureato in Ingegneria Aeronautica nel <strong>di</strong>cembre del 1959, quin<strong>di</strong> ho<br />
un legame <strong>di</strong> riconoscenza. Poi a Varano de’ Melegari si organizza da<br />
tempo una competizione <strong>di</strong> Formula SAE, e ho avuto occasione <strong>di</strong> incontrare<br />
questi ragazzi, non solo quelli del Poli: sono tutti magnifici<br />
per l’entusiasmo e la passione che mettono in quel che fanno. I ragazzi<br />
sono svegli: abbiamo avuto occasione <strong>di</strong> scambiarci delle idee, <strong>di</strong> lavorare<br />
insieme, da parte mia <strong>di</strong> capire e <strong>di</strong> apprezzare la loro passione.<br />
Lei non aveva neanche trent’anni quando ha progettato la Lamborghini Miura:<br />
in cosa sono più bravi i ragazzi <strong>di</strong> oggi rispetto alla vostra generazione?<br />
Noi eravamo più provinciali: non c’era la facilità <strong>di</strong> comunicazione che<br />
c’è adesso, ogni informazione era essenzialmente “modenese”, quin<strong>di</strong><br />
in ambito Ferrari e Maserati. Non c’era scambio <strong>di</strong> opinioni, si lavorava<br />
nell’ambito del proprio orticello. I ragazzi <strong>di</strong> oggi sono molto più aperti,<br />
è più facile conoscere, scambiare opinioni, confrontarsi e questo fa<br />
una grossa <strong>di</strong>fferenza. In comune c’è la preparazione solida che dà l’università<br />
italiana, una scuola che non ha niente da invi<strong>di</strong>are a nessuno<br />
in nessuna parte del mondo.<br />
La sua generazione ha progettato macchine leggendarie: dove imparavate<br />
le lezioni che i ragazzi <strong>di</strong> oggi imparano in SAE?<br />
Imparavamo in azienda, da maestri importanti. Io ho avuto come maestro<br />
il Prof. Chiti, che è stato anche assistente <strong>di</strong> Motori al <strong>Politecnico</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, lui è stato il mio primo maestro. Poi in Maserati l’ingegner<br />
Alfieri. C’era la passione <strong>di</strong> trasmettere le conoscenze, e c’è ancora,<br />
ma allora era anche più facile, perché eravamo in pochi: quando sono<br />
andato in Ferrari c’erano due nuovi ingegneri, eravamo io e Mauro Forghieri.<br />
Adesso in un’azienda piccola come la nostra ne arrivano 30/40<br />
all’anno. Al tempo era più facile, c’era meno concorrenza, e c’era anche<br />
il piacere <strong>di</strong> trasmettere queste informazioni.<br />
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