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Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 1 - Primavera

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“I satelliti, a 600/800<br />

km dalla Terra,<br />

hanno un punto <strong>di</strong><br />

vista privilegiato, con<br />

una sola immagine<br />

prendono tutto il<br />

Canale <strong>di</strong> Sicilia”<br />

quello che sta accadendo come<br />

potrei fare? Dovrei puntellare il<br />

Me<strong>di</strong>terraneo <strong>di</strong> pattugliatori, con<br />

un ingente impegno economico, <strong>di</strong><br />

uomini e <strong>di</strong> mezzi. I satelliti invece,<br />

essendo a 600-800 km dalla Terra,<br />

hanno un punto <strong>di</strong> vista privilegiato,<br />

globale, e in una sola immagine<br />

possono raffigurare tutto il Canale<br />

<strong>di</strong> Sicilia. Maggiore è l’area coperta,<br />

minore sarà la risoluzione: ma<br />

noi abbiamo stu<strong>di</strong>ato anche questo<br />

trade off, e abbiamo visto che<br />

con i satelliti italiani dotati <strong>di</strong> radar<br />

possiamo vedere le barche dei migranti<br />

acquisendo delle “strisciate”<br />

<strong>di</strong> 80 km <strong>di</strong> mare”.<br />

Una volta passato sopra il tratto<br />

<strong>di</strong> mare da monitorare, il satellite<br />

trasmette le immagini nell’or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> 30 minuti / un’ora, a seconda del<br />

posizionamento delle stazioni <strong>di</strong><br />

terra. Allo stato attuale sono decine<br />

i satelliti su cui si potrebbe fare<br />

affidamento per il progetto Space<br />

Shepherd: “Stiamo parlando <strong>di</strong> un<br />

problema europeo: quin<strong>di</strong> dobbiamo<br />

restringere la scelta sui satelliti<br />

europei, che sono gestiti o dell’E-<br />

SA o dalle singole agenzie spaziali.<br />

Negli anni passati il primo e più importante<br />

scoglio che abbiamo incontrato<br />

è stato - malgrado esistano<br />

programmi come il Copernicus,<br />

proprio per lo scambio <strong>di</strong> informazioni<br />

- mettere a sistema tutte queste<br />

informazioni esistenti e far <strong>di</strong>alogare<br />

tutte le istituzioni coinvolte<br />

in un’emergenza complessa come<br />

quella dei migranti nel Me<strong>di</strong>terraneo”.<br />

Al momento Space Shepherd<br />

è portato avanti internamente al<br />

<strong>Politecnico</strong>, per esempio con tesi<br />

<strong>di</strong> laurea, ma non c’è personale<br />

de<strong>di</strong>cato che in questo momento<br />

ci lavora <strong>di</strong>rettamente. “Nel <strong>di</strong>cembre<br />

del 2015 si è chiuso il progetto<br />

PoliSocial, ma per tutto il 2016 abbiamo<br />

continuato a lavorarci - conclude<br />

Francesco Topputo. “L’ultimo<br />

studente si è laureato sul progetto<br />

a Natale dell’anno scorso. In<br />

questo momento l’allocazione del<br />

nostro tempo su Space Shepherd<br />

è bassa, avremmo bisogno <strong>di</strong> un<br />

sostegno economico. Se c’è qualcuno<br />

che ha voglia <strong>di</strong> crederci, ci<br />

sono le professionalità, le competenze<br />

e i risultati, e sono sotto gli<br />

occhi <strong>di</strong> tutti. Per rimettere in moto<br />

Space Shepherd servirebbe un po’<br />

<strong>di</strong> “benzina”, qualcuno che decida<br />

<strong>di</strong> supportare economicamente il<br />

progetto”.

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