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MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #1

Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 1 - Primavera

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paradossalmente <strong>di</strong>menticata, come<br />

la Galleria<br />

In Galleria c’erano tanti posti terribili.<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> alcuni degli ambienti<br />

“sotto” era molto degradata, c’erano i<br />

buchi nelle solette, i lavori per trasformarli<br />

sono stati ingenti. Posti malandatissimi.<br />

La passerella sopra la Galleria Vittorio<br />

Emanuele è un esempio unico in Italia.<br />

In Italia non ci sono passaggi sui tetti,<br />

mentre all’estero mi <strong>di</strong>cono che ci sono<br />

posti dove si può camminare sopra le<br />

case per tutta la città. È abbastanza un<br />

unicum, infatti speriamo <strong>di</strong> allungare la<br />

passerella, magari lungo piazza Duomo,<br />

o fino alla terrazza verso piazza Scala:<br />

ne parleremo col sindaco.<br />

Lei è nato a <strong>Milano</strong> e cresciuto in Porta<br />

Vittoria: come ha visto cambiare <strong>Milano</strong><br />

negli ultimi 15/20 anni?<br />

Devo <strong>di</strong>re molto in meglio. L’abbandono<br />

dell’area Garibal<strong>di</strong>-Repubblica era<br />

un buco impresentabile in una città, e<br />

mi ricordava una storia mia da bambino.<br />

Mio papà, che era laureato in Architettura<br />

- ma non ha mai esercitato - mi<br />

portava sulla canna della bicicletta a<br />

vedere la demolizione della stazione<br />

Garibal<strong>di</strong>, quella vecchia. Sarà stato il<br />

1953, forse il 1954. E mi <strong>di</strong>ceva: “Ve<strong>di</strong>, qui<br />

verrà il Centro Direzionale, con i grattacieli<br />

come a New York dove abitano<br />

gli zii”. E me lo ricorderò sempre, l’ho<br />

visto realizzato nel 2010: ma l’idea c’era<br />

già dal piano regolatore del 1953. Una<br />

storia travagliatissima. Anch’io ero stato<br />

invitato a un concorso per quell’area,<br />

non ho vinto: ma il progetto che ha<br />

vinto va bene, è un pezzo bellissimo <strong>di</strong><br />

città. Molto meglio <strong>di</strong> CityLife.<br />

A <strong>Milano</strong> negli anni del boom si costruivano<br />

e<strong>di</strong>fici leggendari - Torre Pirelli,<br />

Torre Servizi Tecnici Comunali, Galfa.. -<br />

poi è come se ci si fosse fermati.<br />

Intanto non c’era più il boom. Poi c’è<br />

stato un momento, con il piano del<br />

1980, in cui sono cambiate le con<strong>di</strong>zioni<br />

per realizzare. Sono state fatte più<br />

case in periferia che in centro, era più<br />

complicato, forse impossibile costruire<br />

grattacieli, e forse non c’erano neanche<br />

gli investitori interessati. C’era ancora<br />

una parte della città che apparteneva<br />

al settore secondario, non era terziario<br />

avanzato come ora, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> uffici.<br />

E questo ha avuto un riscontro anche<br />

urbano visibile. Nel frattempo c’è anche<br />

un altro fatto: noi allora eravamo<br />

1.850.000 e ora siamo scesi a 1.300.000,<br />

la città è totalmente cambiata anche<br />

come esigenze degli abitanti. Perdere<br />

500mila abitanti in 25 anni è come<br />

togliere due città da <strong>Milano</strong>. E non abbiamo<br />

compensato con altri fenomeni<br />

<strong>di</strong> immigrazione, abbiamo compensato<br />

con il pendolarismo.<br />

Abbiamo parlato della <strong>Milano</strong> <strong>di</strong> ieri. E<br />

la <strong>Milano</strong> <strong>di</strong> domani?<br />

Dovremmo dare degli oneri al Comune<br />

per demolire le zone abbandonate, le<br />

esigenze abitative cambieranno ra<strong>di</strong>calmente.<br />

L’ISTAT prevede che in Italia<br />

nel 2080 saremo 40 milioni invece <strong>di</strong> 60<br />

milioni. E questo malgrado l’immigrazione:<br />

perché ovunque, da 0 a 30 anni<br />

abbiamo classi <strong>di</strong> abitanti che sono la<br />

metà delle classi che abbiamo tra i 30 e<br />

gli 80. Ovunque il calo sarà progressivo<br />

e rapido. In tutti i comuni dove lavoro,<br />

faccio il conto che nei prossimi 10 anni<br />

ci sarà tra il 5% e il 10% della popolazione<br />

in meno.<br />

Si è costruito troppo?<br />

Oggi abbiamo 1,6 vani a persona, e nel<br />

1975 ne avevamo 0,8: abbiamo raddoppiato<br />

i vani e <strong>di</strong>minuito gli abitanti, c’è<br />

un’eccedenza. Lavoro in 15 comuni, dalla<br />

Puglia a qui, e tutti i comuni hanno<br />

perso almeno una o due classi delle<br />

elementari: non ci sono più gli alunni.<br />

Non è una crisi <strong>di</strong> oggi, è un fenomeno<br />

cominciato 30 anni fa. Tra cinquant’anni<br />

sarà necessario demolire i palazzi<br />

abbandonati, è impossibile immaginare<br />

quanto sarà l’invenduto, l’abbandonato,<br />

il <strong>di</strong>smesso, del residenziale da<br />

qui a 30, 40, 50 anni.<br />

Una volta che si abbatte cosa si farà?<br />

Spazi ver<strong>di</strong>. Non avremo bisogno <strong>di</strong> residenze.<br />

Ci sarà meno bisogno <strong>di</strong> tirare su palazzi:<br />

quin<strong>di</strong> l’architettura finisce?<br />

No, cambia. Ci si applicherà a ristruttu-<br />

70<br />

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