Paola Antonelli 54 anni ARCHITETTO ALUMNA POLIMI ARCHITETTURA
IL DESIGN AL TEMPO DELLE EMOJI Dal <strong>Politecnico</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> al’incarico <strong>di</strong> senior curator del MoMA <strong>di</strong> New York. Fino alla Casa Bianca. Paola Antonelli si racconta <strong>di</strong> Lorenzo Palmeri foto: MoMA “Da qualche tempo mi intriga un possibile parallelismo tra il la fisica e il design: è uno dei futuri possibili” Sabato 18 ottobre scorso a cena alla Casa Bianca c’era Matteo Renzi: a tavola da Barack Obama e Michelle aveva scelto <strong>di</strong> portare due premi Oscar - Roberto Benigni e Paolo Sorrentino - un’icona dello stile italiano come Giorgio Armani e quattro donne simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. La campionessa olimpica Bebe Vio, Fabiola Gianotti, <strong>di</strong>rettrice del Cern, la sindaca <strong>di</strong> Lampedusa Giusi Nicolini, e proprio Paola Antonelli. Che <strong>di</strong> quel giorno <strong>di</strong>sse: “È un onore immenso”. Da 23 anni a New York, Paola è da tempo un’autorità nel mondo del design, e lo è <strong>di</strong>ventata anche per uno dei musei più importanti del mondo, il MoMA. Portatrice <strong>di</strong> idee brillanti e coraggiose <strong>di</strong> cui ho grande stima, per l’incontro con lei decido <strong>di</strong> non prepararmi troppo, per lasciare spazio a un <strong>di</strong>alogo libero. Per rompere il ghiaccio, decido <strong>di</strong> evocare la famigerata definizione <strong>di</strong> Design. Un tema che malgrado le apparenze è tutt’altro che banale, una domanda cui è impossibile rispondere, un interrogativo che nella quantità <strong>di</strong> tentativi mancati <strong>di</strong> risposta <strong>di</strong>ce molto, in filigrana, della natura <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>sciplina e della sua evoluzione nel tempo. Con Paola cominciamo bene, perché ci troviamo subito d’accordo: “Che cos’è il Design? Devo ammettere che non ho definizioni, me ne tengo ben <strong>di</strong>stante e, a <strong>di</strong>re il vero, mi sembra abbia poco senso cercarne” Qual è invece il tema che ti sta più a cuore in questo momento storico? Ce ne sono tanti, è <strong>di</strong>fficile sintetizzarli in pochi punti, però proviamoci: in generale <strong>di</strong>rei che mi spaventano molto la crescente <strong>di</strong>sparità economica e la scomparsa della cosiddetta classe me<strong>di</strong>a. Mi fa molta paura lo spostamento verso una politica <strong>di</strong> destra, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> un profondo malessere che, pur manifestandosi in modo <strong>di</strong>verso a seconda delle aree geografiche, sembra essere pervasivo. Mi preoccupa la <strong>di</strong>soccupazione giovanile, mi preoccupa il fatto che molte persone non abbiano il “senso del futuro”, non riescano a trovare una loro collocazione. Poi il razzismo, la <strong>di</strong>scriminazione sessuale, insomma, mettendo tutto insieme credo si stia vivendo un brutto momento <strong>di</strong> regressione del senso morale e <strong>di</strong> poco slancio verso il progresso. Sei pioniera <strong>di</strong> quella che potremmo definire una “design way of life”: quale ruolo cre<strong>di</strong> possa incarnare il design nel futuro del mondo? È un tema cui ho pensato molto. Di sicuro esistono molti tipi <strong>di</strong> Design, tra questi mi interessa particolarmente quello che si identifica in una sorta <strong>di</strong> “atteggiamento progettuale”, che non coincide con alcuna definizione - e non è il cosiddetto Design Thinking - in cui il progetto può essere <strong>di</strong> volta in volta un’infrastruttura, una se<strong>di</strong>a, un’interfaccia o persino una filosofia <strong>di</strong> vita. Da qualche tempo mi intriga un possibile parallelismo tra il campo della fisica e quello del Design, in fisica esiste una <strong>di</strong>stinzione tra teoria e applicazione e così credo sarà nel futuro del Design. Ci sono dei designer, per semplificare <strong>di</strong>ciamo “speculativi”, che per ora non trovano spazio nei 65 <strong>MAP</strong> <strong>Magazine</strong> <strong>Alumni</strong> Polimi