Makinglife N.6 2023
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
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makinglife | dicembre <strong>2023</strong><br />
Lo stress negli ambienti di lavoro può<br />
essere alla base di cali significativi in<br />
termini di rendimento e di soddisfazione<br />
professionale e tensioni nei team,<br />
nonché di problemi di salute psicologica<br />
e fisica dei dipendenti. Ciò si traduce in<br />
un rimaneggiamento della produttività<br />
aziendale e nella penalizzazione del<br />
benessere delle persone coinvolte.<br />
Comprendere quali sono i meccanismi<br />
alla base di questi fenomeni rende<br />
possibile, da parte delle direzioni<br />
Risorse umane (Human resources, HR),<br />
la realizzazione di un intervento precoce<br />
finalizzato alla prevenzione delle perdite<br />
economiche derivanti e alla protezione<br />
della salute individuale.<br />
L’UOMO, ANIMALE<br />
NATURALMENTE<br />
RELAZIONALE<br />
Com’è noto, le neuroscienze pongono al<br />
centro del dibattito sul funzionamento<br />
del cervello la prospettiva sociale<br />
dell’uomo. Corroborato anche dalla<br />
scoperta dei neuroni specchio, il<br />
concetto di Homo sapiens come<br />
animale naturalmente relazionale<br />
concentra un’importanza cruciale nelle<br />
divisioni che in azienda si occupano di<br />
relazioni umane.<br />
La natura sociale dell’uomo ci<br />
impedisce di immaginarci come<br />
individui singoli, imponendo di<br />
considerare la reciprocità che ci<br />
connette agli altri esseri umani.<br />
Nondimeno, la nostra capacità di<br />
intessere relazioni più o meno virtuose<br />
dipende anche dal contesto socioculturale<br />
in cui siamo cresciuti.<br />
Tuttavia, l’uomo non è l’unico<br />
animale a possedere i neuroni<br />
specchio, elementi che la scienza ha<br />
dimostrato essere presenti anche nelle<br />
scimmie, ad esempio. Cosa, allora, ci<br />
contraddistingue dagli altri animali?<br />
Come consentono di affermare le<br />
neuroscienze, è la capacità non tanto<br />
di allacciare ma di sospendere le<br />
relazioni e porci su un piano differente.<br />
L’uomo è l’unico essere vivente che<br />
può sentirsi solo anche all’interno di un<br />
nutrito gruppo di simili, l’unico in grado<br />
di sperimentare e comprendere la<br />
differenza fra “solitario” e “solo”.<br />
IL CONFLITTO<br />
NON È EVITABILE<br />
Il conflitto interpersonale è definito<br />
come un fattore di stress sociale che<br />
misura il disaccordo fra le parti.<br />
Stante la definizione, risulta impossibile<br />
pensare di eliminarlo e illogico<br />
immaginare di prevenirlo. Il punto,<br />
infatti, non è evitare di porsi in quella<br />
prospettiva, ma imparare a coglierne<br />
i primi segnali e a viverli come un<br />
campanello d’allarme che impone un<br />
innalzamento dei livelli di attenzione.<br />
Il conflitto negli ambienti di lavoro deve<br />
essere opportunamente gestito per<br />
evitare le conseguenze potenzialmente<br />
nefaste sui singoli e sull’azienda. Le<br />
dinamiche aziendali devono essere<br />
orientate a salvaguardare il benessere<br />
e la produttività del team, a prevenire<br />
ripercussioni sull’immagine che<br />
possono determinare un danno alla<br />
reputation e, in ultima analisi, un<br />
aumento della difficoltà ad attrarre<br />
talenti e una penalizzazione dei rapporti<br />
con gli stakeholder.<br />
DINAMICHE VARIABILI<br />
Il conflitto che nasce all’interno di<br />
un’azienda rientra nelle dinamiche<br />
intra-gruppo, rappresentate nella loro<br />
globalità dall’insieme delle interazioni<br />
e relazioni fra colleghi. Ha origine da<br />
disaccordi e differenze di vedute fra<br />
elementi che appartengono alla stessa<br />
organizzazione in termini di obiettivi,<br />
funzioni e ripartizione e gestione delle<br />
attività lavorative. Talvolta può essere<br />
scatenato o favorito dalla mancanza<br />
di una corretta comunicazione e<br />
quindi da problemi di comprensione<br />
e malintesi che generano uno stato di<br />
insoddisfazione. Comunque si manifesti,<br />
se non vengono presi provvedimenti<br />
specifici porta al deterioramento<br />
dell’ambiente di lavoro, che assume<br />
caratteristiche di ostilità.<br />
Il clima di tensione che si è venuto a<br />
stabilire spinge il singolo individuo a<br />
mettersi sulle difensive negli scambi<br />
con i colleghi, atteggiamento che<br />
peggiora la situazione ed esaspera il<br />
conflitto.<br />
Gli effetti negativi così subentrati<br />
possono portare allo sviluppo di<br />
comportamenti aggressivi, sentimenti<br />
di autosvalutazione, difficoltà di<br />
concentrazione, irritabilità e a sintomi<br />
fisici quali emicrania, insonnia, difficoltà<br />
di digestione. Tali sintomi psicologici,<br />
fisici e comportamentali inquadrano nel<br />
loro complesso il cosiddetto disturbo<br />
da stress lavoro correlato, il quale a sua<br />
volta può sfociare nel burnout.<br />
Il malessere che caratterizza lo<br />
stato di conflittualità rende difficile<br />
la percezione oggettiva dei fatti<br />
come tali e, per contro, ne promuove<br />
l’interpretazione soggettiva sulla base<br />
di impressioni e sentimenti. I problemi<br />
non vengono così identificati e analizzati<br />
per ciò che sono effettivamente ma<br />
per le emozioni che suscitano: nei<br />
membri del gruppo di lavoro si fa<br />
strada la convinzione che il dialogo<br />
sia infruttuoso e frustrante (“a cosa<br />
servono queste riunioni?”), il team si<br />
polarizza su due fronti contrapposti e il<br />
dialogo si interrompe.<br />
Con la soggettività dell’approccio, sono<br />
le emozioni ad avere il ruolo dirimente:<br />
ciò rende complessa la gestione di<br />
questi fenomeni, perché ne amplifica<br />
il livello di variabilità interpersonale.<br />
Lo stress personale e lavorativo viene<br />
vissuto in maniera molto differente a<br />
livello individuale, dal momento che<br />
l’esperienza che ciascuno ne registra è<br />
funzione delle emozioni generate.<br />
Si avvia così un circolo vizioso che<br />
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