30.01.2013 Views

atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

98<br />

tenso, quindi non supera di norma i 500-600 m di quota<br />

e può essere danneggiata da inverni particolarmente rigidi.<br />

In zone di bassa <strong>pianura</strong> della provincia di Parma<br />

sono state riscontrate densità di 8 nidi abitati per 30<br />

Km2 (0,26 cp/km2 ) e 9 nidi per 30 Km2 (0,3 cp/km2 ) vicino<br />

all’asta del Po. Sempre in provincia di Parma interessante<br />

la segnalazione di 4 casi di roost invernali formati<br />

da 8-15 individui (RAVASINI, 1995). Anche se la nidificazione<br />

avviene generalmente entro edifici, quali<br />

fienili o costruzioni abbandonate, nei centri abitati nidifica<br />

in misura molto inferiore rispetto all’Allocco e alla<br />

Civetta, preferendo le abitazioni poste nelle zone periferiche,<br />

più vicine alla campagna, dei paesi più piccoli<br />

(Caffi). In provincia di Brescia, fino al 1984, data<br />

dell’Atlante dei <strong>nidificanti</strong>, il Barbagianni risultava ben<br />

distribuito seppure non abbondante, in tutta le zone di<br />

<strong>pianura</strong> anche se in calo per le zone ad agricoltura intensiva.<br />

Nel 1993 la popolazione era indicata in diminuzione<br />

(BRICHETTI, 1994). Anche per la provincia di<br />

Cremona è considerato in considerevole calo numerico.<br />

In provincia di Mantova la popolazione, salvo probabili<br />

carenze di copertura, appare anch’essa in calo.<br />

Area di studio: i dati emersi dalla presente indagine denotano<br />

un calo nelle presenze, probabilmente dovuto ad<br />

una effettiva diminuzione della specie, non sono comunque<br />

da sottovalutare le difficoltà presentate dal suo<br />

censimento.<br />

Stefania Capelli<br />

Strigiformes Strigidae<br />

Assiolo<br />

Otus scops<br />

Specie politipica a distribuzione eurocentrasiaticomediterranea.<br />

Migratrice regolare e nidificante<br />

(“estiva”), svernante parziale.<br />

Lombardia: la presenza è molto limitata a poche zone<br />

tra i bacini lacustri del Benaco e del Sebino, dove si<br />

riproduce con poche coppie negli anfiteatri morenici<br />

che non superano generalmente i 500 m di quota; più<br />

P. Brichetti e A. Gargioni<br />

a sud-ovest un discreto numero di coppie nidifica sulle<br />

prime propaggini dell’Appennino nell’Oltrepò Pavese.<br />

In questo settore, uno studio fatto nel triennio<br />

1992-94, ha rilevato la riduzione del 32% della popolazione<br />

residente dei 37 territori occupati, probabilmente<br />

causato dall’industrializzazione ed espansione<br />

della coltivazione della vite (SACCHI et al., 1999). Occasionali<br />

altre nidificazioni sono registrate in versanti<br />

a carattere termofilo anche nelle principali vallate del<br />

comprensorio alpino (Valle Camonica e Valtellina).<br />

Per la provincia di Brescia sono stimate poche decine<br />

di coppie che si riproducono in uliveti e vigneti, intercalati<br />

da culture tradizionali in zone pedecollinari.<br />

Nel 1996 è stata accertata la nidificazione di una<br />

coppia a 1250 m sull’Alto Garda Bresciano (GARGIO-<br />

NI & PEDRALI, 1998), mentre per la <strong>pianura</strong> non si registrano<br />

segnalazioni, ritenendolo completamente<br />

scomparso da almeno un decennio. Nel 2001 in un<br />

monitoraggio faunistico fatto nel Parco delle colline<br />

di Collebeato, in 4,2 Km, sono state stimate 2-3 coppie<br />

<strong>nidificanti</strong> (BERTOLI, CAPELLI & LEO, com. pers.).<br />

Per la provincia di Cremona è segnalato solo come<br />

nidificante irregolare (ALLEGRI et al., 1995) e rilevato<br />

con regolarità solo fino agli anni ’80. Per la provincia<br />

di Mantova singole coppie nidificano sulle colline<br />

moreniche (Martignoni).<br />

Area di studio: questo rapace notturno, unico strigiforme<br />

europeo migratore a lungo raggio, svernante<br />

nelle aree tropicali africane tra il Sahara e l’ equatore,<br />

ha subito negli ultimi decenni un forte tracollo causato<br />

dal cambiamento delle attività agricole e quindi<br />

ambientali europee. Anche in questo lavoro emerge la<br />

rarefazione della specie, rispetto ai tempi storici, in un<br />

ambiente di <strong>pianura</strong> intensamente coltivato, che ha<br />

dato solo due segnalazioni per una probabile e una<br />

possibile nidificazione. Localmente i principali problemi<br />

per la specie sono la scomparsa dei filari alberati<br />

di contorno ai piccoli appezzamenti di coltivi,<br />

composti da Gelsi, Salici e Pioppi, essenze soggette a<br />

capitozzatura, che garantivano la presenza delle cavità<br />

idonee alla nidificazione. Ulteriore fattore limitante è<br />

l’utilizzo massiccio di diserbanti, fitofarmaci e concimi<br />

chimici, che incidono pesantemente sulla presenza<br />

di coleotteri, ortotteri e grossi lepidotteri notturni che<br />

compongono principalmente la dieta dell’Assiolo.<br />

L’area frequentata dalla coppia che probabilmente si è<br />

riprodotta nel 1997 nel comune di Verolavecchia<br />

(BS), è una tipica zona agricola attraversata da due<br />

grossi vasi irrigui contigui al fiume Strone, che differenziando<br />

l’ambiente coltivato, creano un minimo di<br />

diversità ambientale. Le coppie <strong>nidificanti</strong> nell’area

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!