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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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capitare che qualche coppia si fermi a nidificare in<br />

parchi e giardini di <strong>pianura</strong>, privilegiando, per l’ubicazione<br />

del nido, piante di conifere, anche ornamentali,<br />

ovvero le essenze più frequentate dalla specie nei<br />

mesi invernali, durante i quali frequenta abitualmente<br />

le zone di <strong>pianura</strong>. Le ultime due invasioni si sono<br />

avute nel 1995 e nel 2000, anno in cui, alla stazione<br />

di ina<strong>nella</strong>mento del Passo della Berga, sono state<br />

ina<strong>nella</strong>te in 20 giorni, tra la fine di Settembre e Ottobre,<br />

1411 Cince more (AA. VV., 2000).<br />

Area di studio: nel periodo relativo all’indagine sono<br />

state accertate due sole nidificazioni: in un parco patrizio<br />

con conifere ornamentali a Padernello di Borgo<br />

S. Giacomo e nel Bosco dell’Uccellanda a Villagana<br />

(BS) (CAFFI, 2002), in seguito all’invasione invernale<br />

avvenuta nel 1995-96. Un’altra segnalazione di nidificazione<br />

certa in <strong>pianura</strong> risale al 1991, in un giardino<br />

con conifere nel Comune di Torbole Casaglia (BS)<br />

(BERTOLI com. pers.).<br />

Stefania Capelli<br />

Bibliografia: AA. VV., 2000. Progetto Alpi Resoconto<br />

sull’attività di campo 2000, INFS. Museo Tridentino<br />

di Scienze Naturali.<br />

Passeriformes Paridae<br />

Cinciallegra<br />

Parus major<br />

Specie politipica a distribuzione paleartico-orientale.<br />

Sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante.<br />

Lombardia: diffusione ampia ed estesa a tutto il territorio,<br />

ad esclusione delle zone d’alta quota, con massima<br />

altimetria rilevata a 1700 m. Le maggiori densità<br />

si hanno in <strong>pianura</strong>, con graduale decremento al<br />

crescere dell’altezza. Frequenta praticamente tutti gli<br />

ambienti, anche antropizzati, e viene particolarmente<br />

favorita dalla presenza di cavità, anche artificiali, in<br />

cui nidificare. In provincia di Brescia la specie è se-<br />

Atlante <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>nidificanti</strong> <strong>nella</strong> <strong>“bassa”</strong> <strong>pianura</strong> <strong>lombarda</strong><br />

127<br />

dentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante.<br />

Nel 1993 la popolazione nidificante era superiore<br />

a 1000 coppie, con tendenza alla stabilità, distribuita<br />

fra 50 e 1200 m di quota, con massimi fino a 1700 m<br />

in alta Valle Camonica. Le maggiori densità si rilevano<br />

in <strong>pianura</strong> e collina, nei boschi con radure e siepi<br />

e in zone anche antropizzate. Nei boschi puri di conifere<br />

la sua distribuzione diventa frammentaria e la<br />

densità diminuisce con l’aumentare della quota. In<br />

provincia di Cremona la specie è sedentaria, nidificante,<br />

migratrice e svernante. Nel 2000 la popolazione<br />

nidificante era valutata in 6000-15000 coppie,<br />

ubiquitaria e con tendenza alla stabilità. In provincia<br />

di Mantova la specie è sedentaria, nidificante, migratrice<br />

e svernante. E’ ovunque diffusa e abbondante,<br />

anche all’interno dei centri abitati dove volentieri frequenta<br />

giardini e mangiatoie artificiali. Nelle zone<br />

naturali la mancanza di cavità in cui deporre le uova<br />

sembra essere il principale fattore limitante e laddove<br />

si sopperisce con l’apposizione di nidi artificiali la<br />

densità aumenta considerevolmente. La ricerca del<br />

cibo non sembra invece porre particolari problemi alla<br />

specie, che ha saputo adattarsi a qualunque risorsa<br />

disponibile.<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: come prevedibile, la specie è risultata<br />

abbondantemente diffusa nel territorio considerato,<br />

anche se presenta dei vuoti di areale <strong>nella</strong> parte<br />

orientale del Mantovano, difficilmente collegabili a<br />

delle situazioni locali, date le notevoli capacità di<br />

adattamento anche ad ambienti antropizzati. Gli ambienti<br />

nettamente preferiti sono risultati i boschi e le<br />

alberature ripariali, con buone presenze anche nelle<br />

altre aree boscate e nei filari alberati. Utilizza parchi<br />

e giardini ed è presente anche in ambienti urbani e in<br />

vari altri ambienti antropizzati.<br />

Cesare Martignoni

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