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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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106<br />

Piciformes Picidae<br />

Picchio rosso maggiore<br />

Dendrocopos major<br />

Specie a distribuzione paleartico orientale. Sedentaria<br />

e nidificante, migratrice e svernante parziale.<br />

Lombardia: è il picide più diffuso <strong>nella</strong> nostra regione,<br />

nonostante la contrazione numerica dovuta<br />

alla deforestazione, segnalata già negli anni ‘30 da<br />

Arrigoni <strong>degli</strong> Oddi. Il Picchio rosso maggiore occupa<br />

tutti i tipi di bosco, dalla <strong>pianura</strong> fino ad un<br />

massimo di 1800 metri di quota come a Ponte di Legno<br />

(BRICHETTI & CAMBI, 1985). In Lombardia risulta<br />

ben distribuito nelle zone di montagna e nei<br />

boschi planiziali, lungo le aste dei principali fiumi<br />

lombardi. Questo è dovuto al fatto che si è ben adattato<br />

a nidificare anche nei pioppeti industriali, soprattutto<br />

ove non vengono asportate le piante morte,<br />

e lungo i filari alberati. In provincia di Mantova è<br />

presente lungo i tre maggiori fiumi: Oglio, Mincio e<br />

Po. Anche in provincia di Cremona, la specie è ben<br />

distribuita nei boschi lungo i principali corsi d’acqua<br />

con una popolazione tendenzialmente stabile.<br />

Tra Volongo e il fiume Oglio è stata segnalata nel<br />

1992 la presenza di un maschio e di alcuni nidi sui<br />

pioppeti della zona (GARGIONI & GROPPALI, 1993).<br />

Nell’Atlante dei <strong>nidificanti</strong> della provincia di Brescia<br />

la presenza del Picchio rosso maggiore è segnalata<br />

<strong>nella</strong> fascia montana, mentre risulta praticamente<br />

assente <strong>nella</strong> fascia prealpina. In <strong>pianura</strong> è indicato<br />

unicamente lungo l’asta del fiume Oglio. Negli<br />

anni ’90 la specie inizia una leggera espansione sia<br />

nei settori alpini che di <strong>pianura</strong>. Inoltre è stato trovato<br />

nidificante anche a Brescia sul Colle Cidneo<br />

(BALLERIO & BRICHETTI, 2003). La specie mostra<br />

segni di ripresa anche <strong>nella</strong> zona delle colline vicine<br />

alla città: risulta presente sul Monte Maddalena<br />

(Capelli) e nel bosco di S. Anna (GIBELLINI, com.<br />

pers.). Nel Parco delle Colline di Collebeato, su un<br />

territorio di 4,2 Km 2 sono state censite 2-3 coppie<br />

(BERTOLI, CAPELLI & LEO, com. pers.). In provincia<br />

P. Brichetti e A. Gargioni<br />

di Mantova ha una distribuzione abbastanza uniforme,<br />

con maggiori densità nelle residue zone boscose<br />

planiziali e ripariali. L’espansione della specie è<br />

probabilmente dovuta ad una diminuita pressione<br />

del bracconaggio ma anche all’abbandono delle pratiche<br />

di coltivazione e taglio dei boschi su tutta la<br />

fascia collinare, che ha incrementato la presenza di<br />

alberi più maturi, favorita peraltro, anche dai nuovi<br />

orientamenti forestali, volti alla conversione dei boschi<br />

cedui in boschi d’alto fusto e ad un maggiore<br />

rispetto per gli esemplari più vecchi. La presenza di<br />

alberi malati o morti, che fortunatamente non sono<br />

stati asportati, favorisce ulteriormente la diffusione<br />

di questo adattabile picchio.<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: dall’osservazione della carta di distribuzione<br />

risulta evidente la predilezione della<br />

specie per i boschi ripariali naturali, seguita dai<br />

pioppeti industriali. Le U.R. in cui risulta la nidificazione<br />

certa sono 18, mentre 19 sono quelle indicanti<br />

una nidificazione probabile. La maggiore concentrazione<br />

di segnalazioni resta lungo il corso del<br />

fiume Oglio con 7 nidificazioni certe e 13 probabili.<br />

In un bosco ripariale di 4 Km 2 , <strong>nella</strong> frazione di<br />

Padernello (BS), la densità delle coppie varia da 4 a<br />

5 (Caffi.). Non a caso, lungo le sponde dell’Oglio si<br />

trovano i boschi planiziali più estesi del territorio in<br />

esame. In tutti questi boschi le essenze più igrofile<br />

mostrano segni di sofferenza, dovuti all’abbassamento<br />

delle falde idriche e all’imbrigliamento delle<br />

sponde del fiume. Sono quindi presenti piante malate<br />

o morte, alcune delle quali schiantate, che creano<br />

un ambiente molto favorevole alla vita dei picchi. Il<br />

settore ovest si è confermato come il più adatto alle<br />

esigenze della specie in quanto esistono ancora, oltre<br />

al fiume Oglio, rogge come la Saverona e il Rossignolo<br />

e corsi d’acqua quali il fiume Strone ad andamento<br />

piuttosto naturale, con una discreta coper-

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