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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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Lombardia: diffusione ampia e abbastanza omogenea<br />

nelle zone di bassa e media <strong>pianura</strong>, irregolare e<br />

sparsa in corrispondenza dei rilievi. Nidifica dal livello<br />

del mare fino a 600 m di quota, con occasionali<br />

riproduzioni a maggiori altitudini. Preferisce i boschi<br />

mesofili alti e a densa copertura; <strong>nella</strong> bassa <strong>pianura</strong>,<br />

dove gli antichi boschi sono stati sostituiti da coltivazioni<br />

da legno, la specie si è ben adattata ad abitare i<br />

pioppeti industriali di una certa età (>7 anni), pur non<br />

raggiungendo densità elevate. In provincia di Brescia<br />

la specie è migratrice regolare e nidificante. Nel<br />

1993 la popolazione nidificante era valutata in 200-<br />

500 coppie, distribuita fra 50 e 300 m di quota, con<br />

massimi fino a 500 m. La distribuzione è frammentaria,<br />

con densità generalmente abbastanza modeste e<br />

maggiore concentrazione <strong>nella</strong> bassa <strong>pianura</strong> e collina.<br />

In provincia di Cremona la specie è migratrice e<br />

nidificante. Nel 2000 la popolazione nidificante era<br />

valutata in 500-1.000 coppie, distribuita e con tendenza<br />

alla stabilità. In provincia di Mantova la specie<br />

è migratrice e nidificante. Pur essendo legata per la<br />

riproduzione agli ambienti boscati, sempre più rari, la<br />

sua diffusione è ancora discreta perché ha saputo<br />

adattarsi ai pioppeti industriali, di cui il territorio è<br />

ricco. Nidifica anche su alberi in filare lungo rivali e<br />

strade di campagna, purché con sufficiente copertura<br />

delle chiome, e su alberi isolati lungo le vigne o nei<br />

frutteti. E’ presente sia in <strong>pianura</strong> che in collina.<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: la specie presenta un areale di distribuzione<br />

alquanto frammentato, con ampie zone<br />

vuote nel Mantovano e <strong>nella</strong> parte nord orientale<br />

bresciana. Gli ambienti maggiormente frequentati<br />

sono risultati essere i boschi ripariali, seguiti dai filari<br />

alberati e dalle zone boscate non ripariali. Come<br />

previsto, anche il pioppeto industriale è risultato essere<br />

un ambiente a cui la specie ha saputo ben adattarsi<br />

così come i parchi in zone antropizzate.<br />

Cesare Martignoni<br />

P. Brichetti e A. Gargioni<br />

Passeriformes Laniidae<br />

Averla piccola<br />

Lanius collurio<br />

Specie politipica a distribuzione eurasiatica. Migratrice<br />

regolare e nidificante (“estiva”), svernante irregolare.<br />

Lombardia: nei cinque anni di ricerca per l’Atlante<br />

lombardo dei <strong>nidificanti</strong> è stata rilevata in circa il<br />

90% delle parcelle con cui era stato suddiviso il territorio.<br />

Escludendo i settori prevalentemente alpini si<br />

ha un’ampia distribuzione in tutta la regione. La diffusione<br />

ambientale è articolata, dalla <strong>pianura</strong> fino all’orizzonte<br />

montano, ma le coppie sono molto spaziate<br />

sul territorio e con densità sempre basse. Pur frequentando<br />

ambienti così diversi ha bisogno di condizioni<br />

limitrofe alla zona di riproduzione omogenee,<br />

come: la presenza di radure aperte intercalate da bassi<br />

cespugli, zone ecotonali tra il bosco e il coltivo,<br />

punti elevati come linee elettriche e alberi isolati.<br />

Nelle zone di montagna ricerca versanti esposti e con<br />

caratteri di termofilia.<br />

Come in tutta Europa anche in provincia di Brescia,<br />

ha risentito negativamente, nelle zone di <strong>pianura</strong>, del<br />

cambiamento ambientale avvenuto dagli anni ‘60,<br />

causato dalla meccanizzazione delle attività agricole,<br />

mentre nelle zone di collina e montagna ha pesantemente<br />

influito l’abbandono delle coltivazioni tradizionali,<br />

che hanno portato ad un rimboschimento<br />

spontaneo delle aree aperte. Ulteriore riduzione nell’Averla<br />

piccola, come per altri migratori trans-sahariani,<br />

è probabilmente causata dalle avverse condizioni<br />

climatiche e ambientali che le specie trovano nei<br />

siti di svernamento. Sembra tuttavia essere in atto<br />

una leggera ripresa nelle zone più favorevoli, dove<br />

sono state trovate buone densità, come nell’anfiteatro<br />

morenico gardesano e in una zona prealpina della<br />

Valle Sabbia con 3 coppie/10 ha (CAMBI & MICHELI,<br />

1986). Per la provincia di Cremona è data nidificante<br />

regolare in tutta la provincia. Per quella di Mantova si

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