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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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136<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: i risultati dell’indagine evidenziano,<br />

come per la Passera d’Italia, una distribuzione praticamente<br />

completa in tutti i settori. Ciò è da mettere<br />

in relazione all’elevato grado di antropofilia di questa<br />

specie nell’ambito di un contesto territoriale altamente<br />

antropizzato, dove in ogni unità di rilevamento sono<br />

presenti agglomerati urbani di varia natura e struttura,<br />

quali piccoli e grandi centri urbani, cascinali,<br />

abitazioni sparse o aree industriali. Sulla base dei risultati<br />

ottenuti non è possibile fornire una stima<br />

quantitativa della popolazione nidificante, che appare<br />

sostanzialmente stabile. Le densità maggiori si sono<br />

rilevate in cascinali e piccoli centri urbani rurali, soprattutto<br />

in quelli in cui sono ancora presenti le cosiddette<br />

“piccionaie o colombaie” o altri tipi di manufatti<br />

atti a facilitare la nidificazione di questa e altre<br />

specie, quali il Rondone comune e la Passera d’Italia.<br />

Densità inferiori in ambienti boscati e alberati,<br />

con presenza di piccole “colonie” in boschi ripariali<br />

con vecchi alberi ricchi di cavità (per es. lungo l’Oglio<br />

e la Roggia Savarona).<br />

Durante la presente indagine si sono effettuati censimenti<br />

campioni su transetti di circa 2 km lineari in<br />

due centri urbani della provincia di Brescia che hanno<br />

fornito le seguenti densità medie:<br />

Verolavecchia: 0,7-2,1 individui per edificio e 5,2-<br />

21,1 individui per km lineare.<br />

Gottolengo: 0,7-1,9 individui per edificio e 10,5-23,0<br />

individui per km lineare.<br />

In entrambi i centri urbani sono risultati maggiormente<br />

frequentati gli edifici isolati di vecchia costruzione<br />

rispetto alle costruzioni moderne, a schiera ed<br />

ai capannoni industriali (BRICHETTI & GARGIONI, oss.<br />

pers.).<br />

Sempre durante l’indagine (1991) è stata studiata la<br />

biologia riproduttiva di 92 coppie <strong>nidificanti</strong> in una<br />

colombaia (o torre passeraia) presso Borgo San Giacomo,<br />

rilevando una produttività media di 1,9 pulli<br />

P. Brichetti e A. Gargioni<br />

per coppia e prime deposizioni tra il 22 marzo e il 9<br />

aprile, date più precoci di 2 settimane rispetto a quelle<br />

note per l’Europa (BRICHETTI et al., 1993).<br />

Pierandrea Brichetti<br />

Bibliografia: BRICHETTI P., 1976. Sull’ampliamento<br />

<strong>degli</strong> areali di nidificazione dello Storno - Sturnus<br />

vulgaris L. Uccelli d’Italia, 1: 93-94; BRICHETTI P.,<br />

CAFFI M. & GANDINI S., 1993. Biologia riproduttiva<br />

di una popolazione di Storno Sturnus vulgaris nidificante<br />

in una “colombaia” della Lombardia. Natura<br />

Bresciana, 28: 389-406.<br />

Passeriformes Passeridae<br />

Passera d’Italia<br />

Passer <strong>italia</strong>e<br />

Specie monotipica a distribuzione endemica italica.<br />

Sedentaria e nidificante, migratrice regolare.<br />

Lombardia: distribuzione ampia e omogenea in tutti i<br />

settori regionali, con locali vuoti di areale nelle vallate<br />

più interne dove sono assenti insediamenti umani<br />

stabili e con nidificazione accertate fino a 1800-2000<br />

m in Valtellina e Valle Camonica. In provincia di Brescia<br />

si rileva lo stesso modello distributivo regionale,<br />

con presenze che divengono progressivamente più<br />

scarse tra 1000 e 1600 m e quote massime di riproduzione<br />

a 1900-2000 m in alta Valle Camonica presso il<br />

Passo del Tonale. Quasi scomparse le piccole colonie<br />

<strong>nidificanti</strong> “allo stato primitivo” su alberi e arbusti<br />

localmente ancora abbastanza diffuse nell’alta <strong>pianura</strong><br />

e nell’anfiteatro morenico gardesano fino alla fine<br />

<strong>degli</strong> anni ‘80. Nelle province di Mantova e Cremona<br />

questa specie è comune e diffusa, anche se la tendenza<br />

<strong>degli</strong> ultimi decenni appare localmente al decremento.<br />

Area di studio: i risultati dell’indagine evidenziano<br />

una distribuzione praticamente completa in tutti i settori.<br />

Ciò è da mettere in relazione alla spiccato grado<br />

di antropofilia di questa specie nell’ambito di un con-

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