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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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nura e collina sino ai 1000 m s.l.m. Oltre questo limite,<br />

si rinviene maggiormente sulle praterie soleggiate.<br />

Il maggior numero di coppie si riscontra in corrispondenza<br />

di zone erbose ed incolte della bassa <strong>pianura</strong>.<br />

La popolazione stimata è superiore alle 1000<br />

coppie. In provincia di Cremona la specie è sedentaria<br />

nidificante con 5000-10000 coppie, migratrice e<br />

svernante, mentre per la provincia di Mantova la distribuzione<br />

rispecchia il resto del territorio regionale<br />

con presenze sia in <strong>pianura</strong> sia sulle colline moreniche<br />

gardesane.<br />

Area di studio: la specie è uniformemente presente in<br />

tutta l’area di studio ed i vuoti presenti, sono dovuti<br />

probabilmente a carenze di copertura. L’Allodola predilige<br />

le coltivazioni cerealicole, seguite da quelle erbacee.<br />

La predominanza del primo tipo di habitat è<br />

data probabilmente dalla contrazione di superfici a<br />

foraggiere a favore di quelle cerealicole che hanno<br />

modificato le scelte ambientali della specie. Risulta<br />

scarsamente presente negli incolti erbosi, ambienti<br />

invece prediletti dalla Cappellaccia.<br />

Manuel Allegri<br />

Passeriformes Hirundinidae<br />

Topino<br />

Riparia riparia<br />

Specie politipica a corlogia oloartica. Migratrice re-<br />

Atlante <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>nidificanti</strong> <strong>nella</strong> <strong>“bassa”</strong> <strong>pianura</strong> <strong>lombarda</strong><br />

109<br />

golare e nidificante (“estiva”), svernante irregolare.<br />

Lombardia: la distribuzione regionale interessa essenzialmente<br />

la bassa <strong>pianura</strong> lungo il corso del fiume<br />

Po e dei suoi affluenti, dove questa specie costruisce<br />

i tunnel-nido negli argini sabbiosi, anche se presenze<br />

sempre più frequenti si rilevano in ambienti artificiali<br />

quali cave, mucchi di sabbia compatta o altro<br />

materiale, o in situazioni antropiche come riscontrato<br />

in una cava presso Manerbio (CAFFI, 1998), per sopperire<br />

alla drastica riduzione di spazi naturali, quali<br />

appunto gli argini fluviali naturali. In provincia di<br />

Brescia la distribuzione interessa maggiormente il<br />

basso corso dei principali fiumi (Oglio, Mella e<br />

Chiese) e cave in attività o abbandonate, comprese<br />

fra i 50-200 m di altitudine. La popolazione complessiva,<br />

fluttuante con tendenza alla diminuzione a causa<br />

della sparizione dei siti idonei alla nidificazione, dovrebbe<br />

aggirarsi fra 100-500 coppie. In provincia di<br />

Cremona è specie nidificante localizzata nelle residue<br />

pareti verticali lungo i corsi d’acqua e nelle cave<br />

di ghiaia e sabbia, con una popolazione di 20–100<br />

coppie tendenti alla diminuzione. La specie è presente<br />

come nidificante anche in provincia di Mantova,<br />

dove occupa le pareti di cave e sbancamenti anche<br />

temporanei, con locali importanti concentrazioni, come<br />

nel porto di Mantova (Martignoni).<br />

Area di studio: l’indagine ha evidenziato solo cinque<br />

casi di nidificazione: 250-300 coppie in una cava in<br />

attività vicino Manerbio (BS); una coppia nel 1997 in<br />

una cava abbandonata presso Leno (BS), 5-6 coppie<br />

nel 1999 in una parete dove erano presenti almeno 20<br />

tunnel nido in una cava in attività presso Quinzano<br />

d’Oglio (BS), 30-40 coppie lungo il fiume Oglio tra<br />

Pontevico e Robecco d’Oglio (BS-CR) (CAFFI, 2002)<br />

e 12 coppie stabilmente presenti in un argine dell’Oglio<br />

presso Bordolano (CR). La distribuzione e la<br />

consistenza delle colonie varia di anno in anno per il<br />

repentino mutare delle situazioni ambientali dei siti<br />

di riproduzione sia per cause naturali (piene dei fiumi<br />

che causano il crollo <strong>degli</strong> argini) sia antropiche (che<br />

interessano le pareti occupate dalle colonie). Una più<br />

adeguata gestione <strong>degli</strong> argini fluviali e <strong>degli</strong> interventi<br />

di rinaturalizzazione delle cave dimesse, potrebbe<br />

riportare la popolazione nidificante sui livelli<br />

ottimali. In una ricerca condotta nel 1992 sulla comunità<br />

ornitica di un’area lungo il Chiese presso Calvisano<br />

il Topino è risultato specie dominante dalla<br />

quarta settimana di agosto alla terza di settembre, periodo<br />

che coincide con la migrazione postnuziale<br />

(GARGIONI et al., 1998).<br />

Arturo Gargioni

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