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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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ai a medica, i rari prati stabili, le coltivazioni cerealicole<br />

e gli incolti di varia natura, a volte anche di origine<br />

antropica. Quest’ultimo è il caso riscontrato a Manerbio<br />

(BS) dove una coppia ha nidificato in un’area<br />

limitrofa ad un cantiere stradale momentaneamente<br />

non in attività, colonizzato da uno strato erbaceo di<br />

circa 80-100 cm d’altezza, su un suolo secco e ciottoloso<br />

(oss. pers.). Essendo questi ambienti in continua<br />

evoluzione con cambiamenti repentini anche nel volgere<br />

di poco tempo, la specie raramente è rilevata in<br />

più stagioni successive. In luoghi idonei anche se di<br />

piccole dimensioni sono stati censiti due maschi cantori,<br />

mentre nel Comune di Visano (BS) sono stati trovati<br />

3 maschi in 4 Km2 . Questi stazionavano in località<br />

Ravere, in un area intervallata da coltivazioni erbacee<br />

con fossi irrigui e siepi. Il Beccamoschino dovrebbe<br />

trarre giovamento negli anni d’espansione con<br />

la colonizzazione delle aree adibite a set-aside, se la<br />

vegetazione erbacea <strong>nella</strong> stagione riproduttiva non<br />

fosse tagliata e rimanesse alta non meno di 60-70 cm.<br />

L’inverno 2001-02 potrebbe avere influito negativamente<br />

sulla popolazione, in questa zona, all’apice dell’areale<br />

settentrionale <strong>italia</strong>no,. Si stimano per l’area<br />

indagata circa 10-15 coppie, in continua fluttuazione<br />

in base all’andamento climatico.<br />

Roberto Bertoli<br />

Passeriformes Sylviidae<br />

Usignolo di fiume<br />

Cettia cetti<br />

Specie politipica a distribuzione euroturanico-mediterranea.<br />

Sedentaria e nidificante, migratrice regolare,<br />

svernante parziale.<br />

Lombardia: diffusione ampia <strong>nella</strong> parte centrale e<br />

meridionale; è invece quasi assente <strong>nella</strong> parte settentrionale,<br />

principalmente per la presenza dei rilievi.<br />

Abita infatti le zone di <strong>pianura</strong>, con limitate nidificazioni<br />

fino a 400 m di altitudine. Preferisce le zone<br />

più umide anche se ha saputo adattarsi ad ambienti<br />

Atlante <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>nidificanti</strong> <strong>nella</strong> <strong>“bassa”</strong> <strong>pianura</strong> <strong>lombarda</strong><br />

115<br />

relativamente aridi. La popolazione nidificante <strong>nella</strong><br />

regione è soggetta a forti variazioni annuali, talvolta<br />

valutate anche del 75%, presumibilmente in connessione<br />

con fattori climatici avversi. In provincia di<br />

Brescia la specie è sedentaria e nidificante, migratrice<br />

probabilmente regolare e parzialmente svernante.<br />

Nel 1993 la popolazione nidificante era valutata in<br />

300-1000 coppie, distribuita fra 50 e 200 m di quota.<br />

La colonizzazione del Bresciano è relativamente recente<br />

e riconducibile all’inizio <strong>degli</strong> anni ’70. In provincia<br />

di Cremona la specie è sedentaria, nidificante,<br />

migratrice e svernante. Nel 2000 la popolazione nidificante<br />

era valutata in 4000-10000 coppie, con tendenza<br />

all’aumento, ben distribuita anche se meno abbondante<br />

ad est della provincia e lungo il Po; in una<br />

zona di cave di 75 ha sono stati censiti una trentina di<br />

territori. In provincia di Mantova la specie è sedentaria,<br />

nidificante, migratrice e svernante. E’ ampiamente<br />

diffusa sul territorio, dove frequenta le zone marginali<br />

con sufficiente copertura arbustiva di tutte le zone<br />

umide anche minori, compresi fossi e canali. Pur<br />

se con densità decisamente inferiori, ha saputo anche<br />

adattarsi a zone relativamente più aride. La popolazione<br />

nidificante nel Mantovano, pur apparendo in<br />

aumento sul lungo periodo, sembra subire delle fluttuazione<br />

annuali significative.<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: la specie appare ben distribuita in tutto<br />

il territorio considerato, ad eccezione del Mantovano<br />

dove l’areale è molto frammentato e presenta ampi<br />

vuoti. Gli ambienti nettamente prevalenti sono le<br />

rive dei corsi d’acqua con buona copertura arbustiva<br />

e i boschi ripariali, che da soli ospitano oltre l’80%<br />

delle coppie osservate. Il restante 20 % utilizza per la<br />

metà le altre zone boscate o con buona copertura arbustiva<br />

esistenti sul territorio e il rimanente 10% ambienti<br />

diversi, per lo più con presenza di acqua.<br />

Cesare Martignoni

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